Vita di Missione: piano piano si arriva in fondo

Padre Oliviero Ferro

“L’ascia finisce sempre per tagliare l’albero che ave va solo scalfito”. Se noi continuiamo a perseverare nel fare delle cose belle,sicuramente ci riusciremo. Il problema è che non ne siamo convinti o forse siamo delusi,perché tante volte ci abbiamo provato e non sempre ci siamo riusciti. E’ la medesima domanda che ci si pone in Africa. Quante volte abbiamo annunciato la Parola di Dio,che bisogna essere fratelli, e poi…sono arrivate le guerre,le violenze del più forte sul più debole, i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Allora bisogna forse rassegnarsi,dire che abbiamo fallito? “Anche se ha quattro zampe,la mucca cade per terra”. Non bisogna mai perdere la fiducia. Ma guardare i piccoli segni delle cose che cambiano. Quando vedi delle persone di tribù diverse che si mettono insieme per costruire la loro chiesetta o far giocare i bambini o andare a trovare gli ammalati,allora comincia a dire che le cose possono cambiare. E’ vero che “ogni uccello ha la sua voce”,ma se le mettiamo insieme,facciamo un bel concerto. Una volta alla settimana i cristiani si trovano per partecipare alla comunità di base. Avevano deciso di allargare la loro chiesetta. Ma bisognava portare la sabbia su in collina. Allora con il loro secchiello scendevano al fiume, lo riempivano e poi cantando lo portavano lassù. Era faticoso,però costruivano il luogo della preghiera. E piano piano ci sono riusciti. In quanto tempo? In Africa non bisogna mai avere fretta. “Pole pole ndiyo mwendo (piano piano è il modo di agire,fare)”.L’importante è arrivare fino in fondo.