Perché Fini ha perso

Angelo Cennamo

Erano da poco passate le 14,46, quando Gianfranco Fini, dallo scranno più alto di Montecitorio, ha annunciato la bocciatura della mozione di sfiducia al governo. In quegli istanti, la diretta televisiva stava per consegnare alla storia il suo suicidio politico. Fini, infatti, non immaginava che due deputate del suo gruppo ( Polidori e Siliquini) si sarebbero espresse contro quella mozione, ed un terzo ( Moffa) avrebbe optato per l’astensione. Il verdetto : 314 voti contrari e 311 a favore,  ha mandato all’aria quel piano così dettagliato che l’ex delfino aveva messo a punto attraverso mille incontri, riunioni, contatti, ammiccamenti e annunci : archiviare per sempre la stagione del berlusconismo. E così, mentre Fini leggeva in diretta la propria condanna, la nemesi politica si compiva inesorabilmente proprio tra i banchi della sua Aula. Del braccio di ferro tra Fini e Berlusconi si è detto e scritto di tutto. Forse troppo. E quando le notizie si sommano l’una all’altra, spesso la verità ne esce malconcia. “Fini cacciato dal Pdl” quante volte lo abbiamo sentito dire. Ma siamo proprio sicuri che sia andata così? Il documento che ha sancito la separazione di Fini dal Pdl, in realtà, recitava in maniera diversa. Aveva giudicato, cioè, incompatibili le posizioni assunte dal presidente della camera con la linea del partito. Di fronte alle risultanze di quel documento, votato a maggioranza e quindi non solo da Berlusconi, Fini avrebbe potuto reagire in almeno tre modi diversi : 1) riallinearsi alle posizioni del Pdl; 2) lasciare il Pdl per aderire al gruppo misto; 3) dimettersi da parlamentare e rimanere fermo “un giro”. Fini li ha scartati tutti e tre per sceglierne un quarto : fondare in corso d’opera, e da presidente della camera – ruolo di garanzia che imporrebbe maggiore sobrietà istituzionale – un nuovo partito. Lo ha fatto portando con sè ben 47 parlamentari, migrazione per la quale nessuno ha gridato allo scandalo nè agitato lo spettro della compravendita. Ma l’operazione di scissione ideata da Fini non si è realizzata da un giorno all’altro. Il gruppo di Futuro e Libertà aveva già conosciuto una prima gestazione in tempi non sospetti, allorquando il Pdl si apprestava a varare la campagna elettorale per le regionali di quest’anno. Fini, in cuor suo, non pensava che le truppe del Cavaliere avrebbero conquistato tante amministrazioni locali, e già dava segnali di disturbo per una formazione politica che non vedeva a sua immagine e somiglianza. “Il Pdl non mi piace” aveva incautamente sentenziato a pochi giorni dal voto, offrendo una comoda sponda ai rivali ( si fa per dire) della sinistra. “Generazione Italia” il network del fido Bocchino, aveva già scaldato i motori per irrompere sulle macerie elettorali che l’ipotizzata vittoria del Pd e dei dipietristi avrebbero lasciato sul campo. Ma la soffiata di un giornale amico del premier e l’imprevista affermazione elettorale delle destre, aveva finito per scompaginare i tempi del debutto. E così il gruppo autonomo dei finiani doveva rimandare l’appuntamento dell’esordio di qualche mese. Il resto è storia nota. Fini fonda la cosiddetta terza gamba facendo attenzione, però, a tenerla un giorno nella maggioranza ed un altro all’opposizione. I rapporti con Berlusconi diventano col passare dei giorni sempre più tesi, e la brutta vicenda di Montecarlo, che aggiunge benzina sul fuoco, finisce per creare tra i due un solco incolmabile. Sulla vicenda Fini si chiude a riccio in un sospettoso silenzio. Minaccia querele, se la prende con il capo del governo, con i “suoi” giornali, finanche con i servizi segreti. L’estate dei “Tulliano’s”, lunga e rovente, si conclude con l’appuntamento di Mirabello dove Fini, ancora presidente della camera, segna la scissione dal Pdl, divenuta poi definitiva a Bastia Umbra. Lo stucchevole tira e molla di Fli, che nel frattempo manda sotto la maggioranza su un emendamento al ddl Gelmini e su un altro al trattato con la Libia, si sublima con le ultime schermaglie del voto di fiducia : il 29 settembre la vota, due mesi dopo la nega. Oggi Fini aggiunge un nuovo strappo alla sua lunga parabola politica : ha scelto di fare l’oppositore di Berlusconi ( come se prima lo avesse appoggiato) con il “terzo polo” di Casini, Rutelli, Lombardo, La Malfa e Guzzanti, ovvero con un partito che promette più leaders che elettori. Del resto è comprensibile : dopo la sonora sconfitta del 14 dicembre, al presidente della camera non gli restano molte alternative,  a parte una : dimettersi dalla terza carica dello Stato

15 pensieri su “Perché Fini ha perso

  1. L’analisi del politologo Cennamo è stupefacente. Possibile che ignori completamente come la cosiddetta “vittoria” di Berlusconi sia esclusivamente riconducibile all’oscena compravendita di un manipolo deputati di nessuno spessore? Ed è davvero convinto che questa “vittoria” darà stabilità al governo, oppure è stata voluta (a caro prezzo) solo per dimostrare al Presidente della Repubblica che, in caso di dimissioni del premier, non esistono altre maggioranze? E siamo poi convinti che l’innegabile vittoria algebrica di Berlusconi possa considerarsi una vittoria politica?

    La gerontocrazia di destra e di sinistra – assediata nel palazzo dalla generazione a cui ha rubato il futuro – non vuole ammettere che, ieri, ha perso l’Italia.

  2. Caro Angelo, un parlamentare spende per la campagna elettorale una cifra che va dai 250.000,00 ai 450.000,00 Euro. Quindi nell’ottica mercantile della “politica (chiamiamla così per dire)” le legislature arriveranno sempre fino in fondo e il sig. on.le se ne frega altisimamente degli elettori. Hai capito???

  3. Il tema dell’articolo non è l’etica pubblica della “casta”. La “compravendita” dei deputati è nata con il parlamento, ed è una pratica oscena, quando c’è ed è dimostrata (aspetto le prove di quanto ha denunciato l’on.le Di Pietro).
    La sconfitta di Fini è nei numeri. Fini avrebbe voluto cacciare Berlusconi da Palazzo Chigi, ma non è riuscito nel suo intento. Chiedo a voi : cosa si sarebbe detto se Berlusconi avesse perso per un solo voto la fiducia; che non sarebbe stata una sconfitta netta?

    Saluti – AC

  4. “Chiedo a voi : cosa si sarebbe detto se Berlusconi avesse perso per un solo voto la fiducia; che non sarebbe stata una sconfitta netta?”

    Se Berlusconi avesse perso per un voto, si sarebbe semplicemente evidenziata l’assenza di una maggioranza politica e, con essa, la necessità di provvedere per la governabilità del Paese. L’acquisto (perché di acquisto si tratta) di alcuni “statisti” è l’immagine plastica di un governo che non esclude nessun mezzo (davvero nessuno) per restare abbarbicato al potere e, così, trasforma il Parlamento nell’hard discount della politica.
    Berlusconi ha vinto e, per Cennamo, non importa come e perché. Io resto convinto che abbia perso l’Italia. Come dare torto agli studenti?

  5. Egr. Sig. Smart, se ha le prove che quei voti sono stati comprati, la invito a recarsi presso la procura della Repubblica per denunciare, da bravo cittadino, ciò di cui è a conoscenza (magari dando le sue vere generalità).

    Saluti – Angelo Cennamo

  6. Esimio dott. Cennamo, so – perlomeno quanto Lei- che si può parlare di reati soltanto all’esito di sentenze passate in “giudicato”. Prima, sono soltanto “ipotesi di reato” che, come sta accadendo, possono e devono essere verificate dall’Autorità Giudiziaria. Ed è certamente ben consapevole del fatto che, quanto emerge dalle sentenze a seguito di lunghi e complessi procedimenti, è semplicemente la cosiddetta “verità giudiziaria”, ovvero ciò che è stato possibile provare con accettabile certezza e fatte salve le provvidenziali prescrizioni. Ma, me lo consentirà, le valutazioni politiche non hanno bisogno dei tribunali e ciò che può – per vari motivi – non costituire “prova” in un’aula di giustizia è spesso più che sufficiente per apprezzare comportamenti che violano la morale, l’etica, l’affidamento dell’elettorato, il decoro stesso delle istituzioni. Vede, dott. Cennamo, la vicenda dell’ex ministro Scajola – che sembrerebbe aver acquistato un appartamento con contributi e ristrutturazioni a sua insaputa – non è stata oggetto di una sentenza e, forse, neanche dell’avvio di un procedimento penale. Eppure, Scajola, smascherato dalla stampa, è stato costretto a dimettersi sepolto dal disprezzo dell’opinione pubblica. Scilipoti, Calearo, Razzi, Polidori hanno commesso reati? Hanno venduto il proprio voto per denaro o altre utilità? Sono passati, dall’oggi al domani, nelle file avversarie che dicevano di combattere semplicemente per una ricandidatura? Hanno ceduto alle lusinghe di un premier ammaliatore o ne hanno subito le pressioni? E, se sì, ci sono gli estremi di reato? Questo lo accerterà la Magistratura. A noi, normali cittadini, ci lasci dire che il “ravvedimento operoso” degli Scilipoti, dei Razzi e dei Calearo non appare credibile, così come non sembra verosimile che questi ex peones abbiano agito nell’interesse del Paese. Un Paese che – sempre di più – è governato (opposizione compresa) dalla sua parte peggiore.
    Il mio anonimato? beh, è un vezzo innocuo di cui – converrà – non abuso per attrezzare improprie tutele personali.
    Stia bene. E molti auguri per le prossime feste.

  7. “Chiedo a voi : cosa si sarebbe detto se Berlusconi avesse perso per un solo voto la fiducia; che non sarebbe stata una sconfitta netta?”

    Ormai quello di fare processi alle intenzioni e scrivere sproloqui su quello che uno PENSA dell’altro più che su sull’effettivo comportamento di quest’ultimo, cioè l'”avversario”,è talmente ricorrente, specie nelle persone della ns cosiddetta “Destra politica”, che a volte mi crea perfino un disagio fisico…Insomma imbastire discorsi inutili,( a volte offensivi dell’intelligenza e delle capacità critiche delle persone), basati sulle opinioni anzichè sui fatti è per me una cosa insopportabile. Ammetto però che la colpa è mia: sono particolarmente delicata di stomaco…!

  8. Uno degli errori più grossolani che commette la sinistra è quello di confondere l’etica con la politica. Se a passare da uno schieramento all’altro è un parlamentare di destra, si tratta di una scelta garantita dalla costituzione : art. 67 ( i parlamentari non hanno vincolo di manadto). Se lo stesso comportamento riguarda politici di centro sinistra, questi sono stati comprati da Berlusconi e quindi meritano di essere insultati. Cambiare partito e schieramento fa parte della politica ( non è immorale). Altra cosa è l’indignazione dell’elettorato rispetto alle scelte dei propri eletti ( nominati) che cambiano casacca.

    AC

  9. Ma se sono essi stessi ad affermarlo (vd. Calearo, Scilipoti ecc..). Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti!!! Probabilmente è solo lei ad avere gli occhi bendati.Forse perchè le conviene, altrimenti mi riesce difficile immaginnare come una persona intelligente e colta possa non vedere la realtà fino a tal punto!
    Lei sta ancora a parlare di “eletti”….Ma chi ha mai eletto chi? Me lo sa dire?! E un Parlamento autonominato non rappresenta proprio nessuno. Quindi non c’è nemmeno la rabbia che dice lei. C’è solo l’amarezza e il disgusto di vedere uno spettacolo pornografico in scena ogni giorno nel “nostro” Parlamento che violenta la coscienza della nazione, come i Proci (o porci)nella casa di Ulisse.Ma prima o poi l’alba verrà e quel giorno mi piacerebbe vedere il colore della casacca che indosserà!

  10. Uno degli orrori più grossolani di una certa destra berlusconiana è di ritenere che la politica, in quanto tale, debba essere priva di etica. E’così, appellandosi all’art. 67 della Costituzione (che, in bocca ad alcune persone sa un po’ di bestemmia) c’è chi(non Lei, avv. Cennamo) cerca di giustificare le recenti prostituzioni. Sappiamo tutti che cambiare idea – nella vita di tutti i giorni come in politica – non solo è lecito, ma è anche apprezzabile, quando avviene a seguito di un vero convincimento. Ed è, a mio parere, quello che si è verificato con i finiani che, per smarcarsi da una politica non più condivisibile, hanno lasciato finanche posti di governo. Ma siamo certi che si possa dire altrettanto di Scilipoti? Andiamo! Uno così, se non fosse la brutta copia di Danny De Vito ma una piacente teenager, l’avremmo trovato a villa Certosa. Bene, è a lui e qualche altro mentecatto che si deve la tenuta del governo.

  11. Non ho una particolare simpatia per Scilipoti, ma se il suo voto è servito ad evitare un ribaltone ( gli sconfitti al governo e i vincitori all’opposizione) viva Scilipoti e tutti quelli come lui. Avete provato la stessa indignzione quando il governo Prodi fu salvato da passaggi di parlamentari, diciamo così, “sopetti”?

    Saluti – AC

  12. Non amo i ribaltoni, né i puttani della politica, da qualsiasi schieramento provengano e indipendentemente da chi li compra. Prodi fu salvato dal mercimonio? Esecrabile anche lui. Diversamente da Lei, avv. Cennamo, credo che le porcate della sinistra non giustifichino quelle della destra.
    Cordialità.

  13. Fini è finito e questa sua ultima trovata lo ha condannato alla all’oblio del teatrino di questa politica.
    Però il PdL non ne esce rafforzato, poichè ancora una volta si è avvalso della facoltà del corrompere e delle “minacce.
    Tutto questo perchè non ha saputo usare un linguaggio di DESTRA per convincere i transfughi della maggioranza.
    Il PdL non è un partito di DESTRA poichè

    E’ UN PARTITO MASSONICO
    E’ PROMOTORE DEL LIBERISMO
    E’ SUCCUBE DEGLI USA E DI ISRAELE
    NON HA RADICI ETICHE DEFINITE
    PER LORO MANGANO E’ UN EROE…
    PER LORO IL LODO ALFANO E’ NECESSARIO
    PER LORO LE BANCHE DEVONO ESSERE SALVATE E LE MISURE ECONOMICHE PER LE FAMIGLIE POSSONO ATTENDERE.
    NON è PER L’ACQUA PUBBLICA
    Non ha il coraggio di uscire dalla NATO e configurare un rapporto di forza solo con stati europei.

    Il PdL solo se saprà combattere tutto quanto rappresenta il “consumismo” che porta a guardare la “pancia” della gente e saprà coniugare la vera SOCIALITA,’ avrà una possibilità di poter scrivere una pagina nuova nella seconda repubblica.
    in bocca al lupo

  14. Caro Lupo, al tuo elenco manca una voce però, la principale: PER LORO LO STATO E’UN POSTRIBOLO (o un bordello che dir si voglia)!
    Buone feste e SERENITA’!

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