Salerno: Miste, Memoli e Mucio dicano la verità!

Aldo Bianchini

Le miste sono davvero all’ultimo atto, almeno quelle che De Luca tenta di difendere (o di nascondere) dall’attacco ineludibile delle nuove regole imposte dal Governo nazionale. Il sindaco si Salerno non ne “azzecca” più nemmeno una delle mosse che nel tempo avevano rappresentato una marcia incontrastata verso la conquista del potere pieno ed assoluto nella città capoluogo. De Luca non ci sta e dà chiari segni di nervosismo esponendosi sempre di più all’accerchiamento concentrico dell’avversario. Non so come fa il sindaco a non capire che per quanto riguarda i rifiuti e l’acqua la gestione deve passare alla Provincia; insomma per dirla tutta, il Governo centrale ha ritenuto di togliere ai sindaci il controllo di dette gestioni e passarle alle Province. Punto. De Luca scalpita, insorge, protesta e cerca di usare il suo potere mediatico mentre, sotto sotto, tenta di sfuggire alla tagliola della decapitazione del suo potere. Che significa e che senso ha accorpare due miste (Salerno Energia e Salerno Sistemi) che oggi gestiscono due settori diversi e che domani almeno per l’acqua la Mista di riferimento si troverà ad essere una scatola vuota. Far passare nell’immaginario della gente il finto accorpamento serve  a coprire lo smacco eclatante o a nascondere precise responsabilità? E’ questa la domanda che deve essere posta a De Luca, anche da tutta quella stampa che segue la vicenda. Possibile che nessuno si sia reso conto e si sia conseguentemente chiesto perché due professionisti seri ed affermati come Amerigo Montera (pres. Ordine forense) e Giovanni Ferraro (direttore generale della Metzler), rimandando bruscamente l’offerta al mittente, non hanno neppure partecipato alla prima riunione del cda seminando il panico nella mente di chi cercava coperture con la loro presenza. A questo punto è necessario esplicitare che le Miste essendo paragonabili a “società commerciali” devono, pertanto, rispettare tutte le regole imposte dal codice civile, soprattutto per quanto attiene i bilanci preventivi e consuntivi ai quali necessita dare tutta la pubblicizzazione possibile. In capo ai componenti del cda di queste siffatte società incombono, quindi, responsabilità anche di natura penale. E ritorno alla domanda da porre direttamente al sindaco per capire meglio la mossa dell’annunciato (non tanto a sorpresa!!) accorpamento delle due miste. Se ci rifacciamo alle estemporanee filippiche del passato (sempre del sindaco, ovviamente!!) dovremmo tutti ricordare che Salerno Sistemi e Salerno Solidale (che non c’entra con l’accorpamento) erano state accusate di cattiva gestione per avere una esposizione debitoria notevolissima. Per Salerno Solidale sappiamo che l’esposizione è calcolabile in oltre tre milioni di euro, forse molto in più per Salerno Sistemi. E perché questa situazione debitoria? Perché forse il Comune ha attinto a mani basse da queste due società. Se così è, dovremmo anche avere il coraggio di riconoscere (primo fra tutti il Sindaco) che i due presidenti Memoli e Mucio hanno amministrato debiti, sono stati capaci di salvare il salvabile e quindi sono da ritenere ottimi amministratori. Anche perché, come nel caso di Memoli, la mista Salerno Solidale è creditrice del Comune di Salerno di una somma superiore a sei milioni di euro; dal che è facile desumere, se i numeri sono numeri, che Memoli in pratica ha prodotto un attivo di tre milioni di euro, altro che storie. E la situazione di Salerno Sistemi potrebbe svelarsi ancora più complessa e pericolosa per il Gran Maestro. I due professionisti. Montera e Ferraro, per il momento tacciono, si tengono a debita distanza ed osservano un religioso riserbo anche perché, verosimilmente, sanno benissimo che la situazione delle Miste (e non solo per la Sistemi e la Solidale) è al punto massimo di criticità. Oltrepassare quella soglia potrebbe voler significare la consegna dei libri contabili al Tribunale con tutte le conseguenze del caso. Un po’ come accadde per Aci-Service dove non ci fu bisogno di particolari capi d’imputazione per portare tutti verso la condanna penale. Non è vero, infine, che il caso “… Memoli è l’esempio di quanto si è liberi con De Luca …” come ha detto qualche giorno fa il capogruppo dei Progressisti Nicola Landolfi che, forse, adesso capirà che è molto facile parlare quando non si hanno incarichi economici nella corte del sindaco. A Memoli e Mucio non resta che dire la verità tutta la verità, nient’altro che la verità.