Salerno: Itc Amendola, progetto borsa lavoro

Aldo Bianchini

La presentazione di un progetto di lavoro, anche se predisposto da una scuola, non può da solo risolvere le problematiche legate all’occupazione, soprattutto quando si tratta della “prima occupazione”. D’altro canto, però, è necessario fare i progetti, farli insieme ai ragazzi/studenti, per avviarli senza troppi stress verso il mondo delle professioni, ed in alcuni casi a creare le premesse per una commistione tra scuola e lavoro in una sorta di formazione costante sul campo pratico e non soltanto teorico. Tutto questo è ben chiaro al dirigente ed ai docenti dell’Itc Amendola che hanno elaborato e varato il progetto in comunione con gli assessorati provinciali delle politiche del lavoro e delle politiche giovanili. La professoressa Casadio ha salutato tutti i presenti rendendo merito alla vice-presidente della provincia assessore Anna Ferrazzano per essersi impegnata decisamente per il successo del progetto borsa-lavoro. Da par suo la Ferrazzano ha, con la solita puntualità e decisione, confermato di aver sostenuto il progetto con tutte le sue forze perché meritevole di attenzione da parte delle istituzioni il cui compito è proprio quello di supportare tutti i tentativi che vanno in direzione di una corretta formazione dei giovani. “Il Mezzogiorno –ha dettola Ferrazzano- non è un bordello come ha scritto l’Economist ma è una terra che potrà essere protagonista facendo leva sul piano per il sud voluto anche dal neo presidente regionale Stefano Caldoro. Solo così i giovani potranno affrontare più serenamente il loro futuro nelle varie professioni. La formazione deve essere un modello culturale per un percorso di qualità. Abbiamo 50milioni di euro da poter impegnare nel triennio 2010-2013 per lo sviluppo della formazione finalizzata all’occupazione professionalizzata, formando realmente i diretti interessati”. L’intervento della Ferrazzano è continuato riscuotendo ampio consenso. “Dobbiamo arrivare alla cultura delle pari opportunità per tutti. –ha continuato- Per un welfare    moderno bisogna concentrarsi   sugli svantaggiati, donne – disabili – giovani alla prima occupazione. C’è una sorta di appartai lavorativa in danno del mezzogiorno con una forbice ancora troppo ampia a vantaggio del nord. Insomma due marce     diverse. Dobbiamo far tesoro della cultura del passato riscoprendo i mestieri ormai abbandonati se vogliamo aprire nuove possibilità sul mercato del lavoro. Occorre uno sforzo di futuro e una nuova consapevolezza in sinergia con la scuola, con il sindacato e con il mondo dell’impresa ed interagendo con la BNCL (Borsa Continua Nazionale del Lavoro), con i Centri per l’Impiego, con le Agenzie del Lavoro ed anche con la Comunità Europea”. Al progetto hanno partecipato dodici scuole, alcune anche del napoletano; tra queste l’Istituto Professionale per i servizi sociali “Moscati” di Salerno. Il progetto è stato ampiamente illustrato dalle professoresse Annamaria Napolitano e Sofia Palumbo. Per ilmercato del lavoro in Italia e nello spazio economico europeo ha parlato la dott.ssa Immacolata Carillo. Infine, per le azioni di competenza, è intervenuta la dott.ssa Angela Orabona dell’Ufficio Scolastico regionale.