Il cachi e le “posatine”  

Il cachi e le “posatine”  

Maria Amendola

Il cachi o kaki per la sua bontà e per le sue virtù fu importato dall’Oriente (Cina, Giappone e Corea). Alla fine del 1500 viene documentata la sua presenza in Italia in alcuni testi fiorentini del botanico Francesco Petrollini e del principe e botanico Gherardo Cibo (1512/1600), e nel 1696 viene riportato nel catalogo “Hortus Catholicus” del frate Francesco Cupani (1657/1710). Questo frate era molto conosciuto per i suoi studi e il nobile principe siciliano Giuseppe del Bosco Sandoval (1648/1721) gli chiese nel 1692 di creare nel suo feudo un orto botanico di piante rare al fine di curare la popolazione di Misilmeri (Sicilia). La nomenclatura binomiale del cachi è “Diospyros Kaki”, dal termine giapponese “Kaki no ki”, in italiano chiamato anche diòspero o diòspiro, inoltre il nome deriva dall’unione di due parole greche che possono essere letteralmente tradotte come “grano di Zeus”. La sua raccolta si effettua da ottobre a dicembre. Esistono delle varietà con o senza semi: Fuya, O’Gosho, Jiro e Suruga, e tra le più diffuse ricordiamo il “cachi mela” (duro come una mela), il “cachi Vaniglia” della Campania (simile al cachi mela, con buccia più scura e sottile, sodo e croccante), il “cachi di Misilmeri” della Sicilia (dolce e semiliquido e senza semi, con buccia sottilissima) e il “cachi Loto” di Romagna (gelatinoso con buccia pià spessa e con semi). Questo frutto ha molteplici proprietà, è lassativo e diuretico, è un energizzante, è ricco di betacarotene, di potassio, di fosforo, di magnesio e di sali minerali. Sconsigliato per le persone diabetiche per il forte tasso glicemico, ma è ottimo per depurare il fegato. Il seme contiene un germoglio primordiale, che è bianco a causa dell’assenza di luce, che offre spunti pareidolitici infatti secondo una tradizione contadina aprendo a metà il seme è possibile individuare quale forma di “posata” abbia assunto il germoglio primordiale e grazie ad essa “prevedere” le condizioni climatiche dell’imminente inverno: una forchetta indica un tempo mite, un coltello  indica un lungo inverno freddo e pungente e con poca pioggia, mentre un cucchiaio indica la caduta di moltissima neve. In Sicilia il germoglio rappresenta “la Manuzza di Maria” mentre in Campania rappresenta “Cristo in croce” per questo il cachi viene chiamato “Legnasanta”.  Anche il compositore e senatore Giuseppe Verdi (1813/1901) apprezzò moltissimo questo frutto. La pianta del cachi è conosciuto in tutto il mondo come “Albero della Pace”, perché alcune piante di questo frutto sopravvissero allo scoppio della bomba nucleare di Nagasaki  il 9 agosto 1945.