Cordoglio di Villani per la morte di Ciro Pellegrino

Egregio Direttore

 In questo momento drammatico avevo deciso di non intervenire perché credevo che il dolore si può esprimere con grida ma anche con il silenzio. Purtroppo alcune interviste mi hanno fatto cambiare idea. La notizia della morte di Ciro è stata un colpo al cuore. Lo dico senza ombra di menzogna e di ipocrisia. Lo dico perché Ciro era cresciuto con me. Di lui mi sono fidato come di un fratello. Anzi di più. Mi ha dato sempre motivi seri per credere in lui e si è occupato con grande responsabilità e con generoso impegno della sicurezza dell’azienda, come se fosse stata la sua azienda. Ma forse era proprio così. Sentiva e viveva il suo impegno con una passione superiore alla media, perché egli non era un mediocre ma un uomo di enormi valori , a cui ero affezionatissimo. Per queste ragioni e per molte altre ancora che rimangono nascoste nel profondo del mio cuore, dico che la sua morte è anche un po’ la mia morte. Con lui se ne è andato un pezzo di me, della mia vita e dei miei sacrifici, del mio passato e del mio futuro. Una parte di me andrà a tenergli compagnia per l’eternità. Questo immenso dolore che è il mio dolore e di tutta la mia famiglia, segnato dal pensiero costante e ossessivo di tutti quelli che egli ha lasciato e che mi sono stati e mi saranno sempre cari, in questi giorni convulsi e bui, è sporcato da giudizi di rabbia e da parole troppo leggere e abusive che, non solo, infangano il mio dolore e la mia dignità, ma confondono le idee della gente e creano visioni ingiuste . Certi quotidiani e certe emittenti sembrano avere più sete di sangue e di vendetta che desiderio di chiarezza e di giustizia. Rimango colpito dalle parole del Procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore che invita al silenzio, per evitare le possibili e drammatiche conseguenze dell’istinto di emulazione. La morte di Ciro è degna del più assoluto rispetto, perché la sua lacerante fragilità, in un momento per tutti difficilissimo, per me in primo luogo e in prima fila, mi sorprende indifeso e impotente. La morte di Ciro mi coinvolge e mi sconvolge come uomo, come padre e come suo amico. Non sono scomparso. Non sono lontano da questo dramma e da nessuna storia particolare, toccato dai gravi problemi dell’ azienda. Sto in disparte perché il clima dei veleni e le varie strumentalizzazioni di questo momento mi costringono a fare così, fino ad impedirmi di essere vicino alla bara di Ciro e vicino alla sua famiglia, nel giorno doloroso dei suoi funerali. Non mi vergogno di dire queste cose perché mi appartengono davvero e sono le cose che sento più forti in questa cruda sofferenza e nel nome  di questa sofferenza invoco il più sincero rispetto e il più profondo silenzio di fronte a chi muore e a chi resta.                                          

 

 

 

                                                                                                                                      Angelo Villani