Campioni d’Europa di una sfera pazza

Dott. Carmine Paternostro

Campioni d’Europa! Entusiasmo, urla chiassose, assembramenti, ovviamente in molti senza mascherina, l’Italia torna in vista, riappare alla luce, dopo i lamenti funerei di un approccio a un mondiale, malamente perduto. Nella gioia prevale il ricordo dell’oggi, che nel domani man mano svanisce. La triste storia di ieri è stata rimossa, le lodi divine al mister vincente e alla squadra festosa cancellano ogni commento critico.

E’ la vittoria degli Antoni e Ottaviano, di Crasso che annichiliscono l’anelito alla libertà dei Bruto, Cassio, Spartaco. E’ l’eterna storia che premia i vincenti. L’Italia ha vinto, va bene così! Uniamoci al coro, ma solo per poco, perché già so che comincerò a chiedermi quali sarebbero stati i commenti in stampa e Tv se avessimo sbagliato un rigore o se la Spagna avesse avuto fortuna o se con Belgio, Austria non fossero riapparsi i Pessina, richiamato dall’ozio di ferie avviate, un Chiesa, destato dall’abbandono in panchina. Eppure avevamo un centravanti dalle scarpe dorate, ma immobile, stranamente in difficoltà a stoppare un pallone, a segnare, a ben inserirsi nel gioco del mister ed una riserva nel ruolo combattiva soltanto. Ma apprezzo, ammiro, mi complimento con il trainer Mancini. Ha creato un ambiente, una famiglia affiatata, ha vestito il gioco del calcio dell’abito del divertimento, come dovrebbe essere. Il vinto dovrebbe avere rispetto del vincitore. Comunicatelo agli inglesi, scopritori del calcio, quale? Quello pedatorio pastorale, campestre? Da illusi vincenti hanno anche fischiato il nostro Mameli e avversato gli esecutori dei loro rigori mancati. Quale il loro colore? Educazione, rispetto, meno bottiglie inebrianti, zero Heysel, signori!!!

Noi, ragazzi di strada, correvamo dietro una palla impazzita, spesso bucata, sgonfia. Capitava con una pedata maldestra di far volare il cappello a qualche signore o di colpire una gentile donzella. Ci sbucciavamo gambe e ginocchia, infortuni su strade pietrose, ma tornavamo, a sera, felici, perdenti o vincenti. Era calcio agonistico, vero. Bravo, chi spingendo la sfera, l’accompagnava oltre la linea di porta, fissata da due pietre robuste.

Ma, ritornando al nostro dire pregresso, ritengo che nella festa e nei brindisi, nella polarità positiva di un elettromagnetismo, dominante la sfera terrestre, necessita riconsiderare anche quello che fu negativo (fortuna? sfortuna?). Almeno per equilibrio e onestà, obiettività. Ed, allora, mi chiedo: nella qualificazione ai mondiali falliti c’erano i Bonucci, Chiellini, Immobile, Jorginho, Donnarumma, Bellotti, Verratti con capitan Buffon? E il dirigente accompagnatore Figc chi era? L’ossatura della odierna squadra vincente, quindi, era già stata scelta da un mister, il cui nome ormai è affidato alla damnatio memoriae! Eppure era bravo, richiesto. Aveva dimostrato valore nelle squadre di club. Ma una sconfitta condanna. E’ ingiusto! Allora sentenziò un’autorete, il palo di Darmian, un paio di rigori negati e una squadra forse non reattiva con o reduci da infortuni. Certo è che, in un girone di qualificazione ai mondiali, stranamente si classificava una, dico una sola squadra!!! Con l’Italia, mi sembra, non teste di serie, nonostante quattro mondiali vinti, in un girone a vantaggio di una Spagna plurivincitrice, con cui almeno pareggiammo a Roma. Ma quella Svezia, sottovalutata, ai mondiali mi sembra che rifilò cinque pappine alla Germania, campione del mondo. Smentitemi… E quella Svezia, mi sembra che anche oggi stia ben figurando nel panorama mondiale ed europeo…

Personalmente, oso fare quel nome, non sono scaramantico, ma seguace di Cristo. Ho apprezzato il suo lavoro, che doveva coniugarsi a quello di uno dei più grandi condottieri della Juventus e così non fu. Il suo nome è Gian Piero Ventura. Gli sportivi parlano di fortuna e sfortuna. Se è così, questa volta la fortuna ha compensato quanto negato a quegli spareggi con gli svedesi. Ma da ogni sconfitta nasce una crescita, dal fondo si riemerge. E, noi, italica gente siamo sempre risorti.

Allora, complimenti ai campioni! Arrivederci alla prossima gara vincente ed ai ricordi da serbare per sempre.

foto topcampionati.it

“La memoria è l’unico Paradiso da cui non possiamo esser cacciati” (J. P. Sartre).