Cultura virtuale

Giuseppe Lembo

Il nostro modo di comunicare è ormai rivoluzionato; non ha più limiti e/o vincoli territoriali di un tempo; si tratta di un comunicare ormai globale. Sul linguaggio tradizionale oggi prevale il digitale; una fuga dal reale al virtuale che cambierà nel mondo i comportamenti umani e gli strumenti del comunicare. Questa condizione umana assolutamente nuova, rappresenta una vera e propria mutazione antropologica. Si tratta di una rivoluzione culturale senza precedenti; è difficile prevedere dove ci porterà. Alla base c’è la fuga nel virtuale; l’era telematica va rivoluzionando il nostro modo di comunicare ed il nostro stesso modo di vivere e di relazionarsi agli altri. Che ne sarà del linguaggio sempre più in disuso, al punto di apparire come un vero e proprio optional di cui si può anche fare a meno e di cui fanno a meno i giovani che preferiscono “chattare” per comunicare virtualmente con gli altri, andando incontro ad un mondo lontano che non conoscono ma di cui si sentono parte e con il quale non parlano, ma interagiscono attraverso il web? Che ne sarà della cultura tradizionalmente intesa e del suo ricco patrimonio cartaceo? Sarà messo in disuso e ridotto ad un prodotto di celluloide, per renderlo meno ingombrante e più facilmente usabile? Sarà forse incenerito e ne scomparirà così ogni traccia? Quale sarà il ruolo ed il modello organizzativo dell’educazione e dell’istruzione? Tutto sarà in funzione del web? Tutto sarà telematico e virtuale? Anche le aule scolastiche saranno spazi virtuali, senza pareti? Scompariranno i centri d’aggregazione di una volta e tutto si muoverà nella piazza mediatica? Si può vivere senza identità, senza appartenenza, pensando che tutto sia semplicemente ed unicamente virtuale? L’uomo virtuale, riuscirà a conservare qualcosa del linguaggio di sempre? Dietro l’angolo, dopo la grande e lunga stagione del gridare sempre più forte, con protagonista lo stregone che sa gridare più degli altri, soprattutto nella piazza mediatica, non si arriverà al mutismo, essendo l’uomo sempre più afono? L’uomo è, purtroppo, sempre più silenzioso. Vivendo in solitudine, preso dall’inerzia, non riesce quindi a far sentire la propria voce. Al linguaggio alla base del comunicare, si va sostituendo sempre più un modo balbuziente di esprimersi. Ovunque c’è povertà di linguaggio. Quasi manca la parola. Siamo di fronte ad un totale impoverimento dei contenuti linguistici. Le prime vittime sono i bambini che, affascinati dal virtuale, danno poco peso alla comunicazione umana autentica, fatta di linguaggio. Che succederà nel prossimo futuro? La comunicazione sarà solo virtuale? È se ci dovesse essere un medioevo del web, con l’azzeramento delle tecnologie che tengono in vita il sistema della comunicazione virtuale, cosa accadrebbe nel mondo? Come si svilupperebbero le forme possibili del comunicare, essendo il linguaggio ormai balbuziente e/o del tutto cancellato? Non saremmo a quel punto testimoni della storia di un’umanità cancellata, essendo un’umanità balbuziente per cui incapace di comunicare? Il mondo del futuro sarà sempre più il mondo della conoscenza. Se è importante conoscere, se sono importanti i saperi è certamente altrettanto importante, conservare all’uomo il grande patrimonio del linguaggio; è un vero e proprio suicidio antropologico, metterlo in disuso affidando a delle tecnologie virtuali che sono strumenti intelligenti del comunicare, ma non sono il comunicare autentico che ha per protagonisti gli uomini ed il linguaggio che si articola attraverso la parola.

           

                                                                                                           

Un pensiero su “Cultura virtuale

  1. Gentile Signor Lembo,
    ho letto il Suo articolo con molto interesse e tuttavia mi sono sorte un po’ di perplessità.
    Lei afferma che oggi vi è una profonda povertà di linguaggio causata dalla diffusione di Internet. Tuttavia io non troverei la causa dell’impoverimento nei social-network o nelle altre forme di comunicazione telematiche, ma solo e unicamente nello “stile SMS” che si è affermato sempre di più con l’avvento di queste tecnologie. Il guaio è che il linguaggio è l’esposizione del pensiero…
    Con i migliori saluti,
    Alessio Ganci.

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