La questione morale

Angelo Cennamo

Una nuova questione morale. Sembra questo l’imperativo di alcuni politici benpensanti, avviliti dal clima di imbarbarimento che sta dilagando nel Paese ad ogni livello della cosiddetta società civile. Tangenti, raccomandazioni, soprusi di ogni genere non sfuggono all’occhio del grande fratello della magistratura, sempre pronta ad intercettarci per smascherare i nostri vizi peggiori. Basta. Mettiamo un punto e ricominciamo da capo : prendiamo lezioni di moralità. Già, ma da chi? Chi sarebbero i venerati maestri della buona condotta perduta? La questione è complicata, più di quanto si pensi. Intanto costoro, che non sono affatto immuni dal peccato altrui, dovrebbero comprendere che la nostra società “civile” è laica, liberale. E nelle società laiche la moralità è sostituita dalla legalità. Sono i codici civili e penali a dettare le regole della buona convivenza. Dunque la morale non esiste? Non dico questo. La morale laica esiste, ma è debole, troppo debole per reggere il confronto con l’utile screanzato e menefreghista del nostro esasperato individualismo. Corrompere un funzionario dello Stato è reato, ma regalargli una escort per qualche ora non viola la legge, se non quella del cuore infranto ed inconsapevole di sua moglie. Siamo davvero convinti di voler promuovere una campagna di moralizzazione laica? Bene, cominciamo da qui. Restiamo fedeli alle nostre mogli e ai nostri mariti. Teniamo in considerazione il valore più alto della nostra cultura sociale : l’unità familiare. Se è vero, come è vero, che la famiglia è la prima cellula della società, cominciamo col preservare gli embrioni sani dell’agglomerato umano, coltivando la lealtà e rispettando quel patto di fiducia che è alla base del nostro essere uomini, mariti e padri. Chi non  hala forza e la volontà di rimanere immune dal tarlo della trasgressione non sarà mai in grado di predicare la moralità, perchè inaffidabile per le persone a lui più vicine ed incapace di reggere a sfide più logoranti.