La Voce e la Vita della Chiesa: tra la Resurrezione e l’Ascensione

Diacono Francesco Giglio

Sono trascorsi circa 50 giorni dall’inizio della pandemia e, mentre ci avviciniamo ad una parziale ripresa delle attività, è il caso di fare una serena valutazione di quanto accaduto. Costretti a vivere un reale periodo di quarantena , tra distanziamento, mascherine e continui lavaggi delle mani, siamo riusciti a ridurre i danni del coronavirus. Oserei dire che “ passata la tempesta” ci apprestiamo a ricominciare. Ma bisogna precisare che chi ben comincia è a metà dell’opera. Possiamo affermare, a buon motivo, che il periodo del covid19 e quello pasquale, rappresentano per noi cattolici i giorni intercorsi tra la Resurrezione  e l’Ascensione del Signore. In questo periodo abbiamo vissuto una seria e preoccupata attenzione alla prevenzione e all’assunzione di responsabilità individuale nel reciproco rispetto, e il grande mistero della nostra fede: la morte e resurrezione di Gesù. Come cristiani, abbiamo dovuto constatare il decesso di tanti nostri fratelli e sorelle e, alla luce del nostro credo, ci auguriamo che tutti loro siano stati accolti dall’abbraccio amorevole del Padre celeste. Nello stesso tempo abbiamo fatto il cammino di fede che dal Golgota ci ha accompagnati all’alba della Domenica di Pasqua. Anche in questo caso abbiamo dovuto riflettere sul passaggio dalla morte alla vita. Ancora  in questi giorni il Signore ci convoca, come fece allora con i suoi discepoli, per infonderci coraggio e dissipare in tutti noi l’ombra dell’incertezza,  per rianimare la nostra fede languida e ridarci la speranza. Il  raccoglierci intorno a Lui serve a farci passare da uno stato di spavento alla certezza che, alla luce della Parola e alla vista dello spezzare il pane durante le celebrazioni, si apriranno i nostri occhi e si opererà in noi la grande trasformazione  : “da freddi spettatori  ad ardenti testimoni. Ci rassicura la convinzione che in questi lunghi giorni non è mai venuta meno la divina Provvidenza  che ha infuso nei nostri cuori la  certezza che il Signore Gesù , lo stesso che realmente è nato e ha patito la morte di croce: è veramente risorto.

Anche noi come i suoi apostoli e  discepoli, dopo tante trepidazioni,  dissipati i dubbi e le incertezze dimostriamo, con la nostra fede “l’evidenza della verità e che: dopo la croce vi è la resurrezione”. Oggi che le nostre chiese sono state riaperte,  osservando l’invito al rispetto delle vigenti norme, alziamo il nostro sguardo verso il cielo per vedere, con gli occhi della fede, il Signore salire verso l’alto e, ricolmi di gioia, possiamo contemplare la natura umana ascendere ad una dignità superiore a quella delle creature celesti. Quel Cristo disceso sulla terra nella stalla di Betlemme, ora ascende al cielo per prendere posto accanto all’Eterno Padre  sul trono della gloria e comporre, nella sua natura di Figlio insieme allo Spirito Santo, la Santissima Trinità. A conforto della nostra fede, ci vengono incontro le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Giovanni  (14, 2. 3. 16. 18):

Vado a prepararvi un posto, e ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. Pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi, perché siate anche voi dove sono io.

Preghiamo il Signore che come ora, sulla terra, celebriamo nel mistero la risurrezione di Gesù Cristo, così, un giorno, potremo rallegrarci nell’assemblea dei santi, quando verrà nella gloria. Con questo convincimento, aspettiamo anche noi dopo l’Ascensione, la Pentecoste, con la sicura speranza che i doni dello Spirito Santo saranno diffusi su tutta le terra e, nella comunità dei credenti, continueranno i prodigi operati agli inizi della predicazione del Vangelo.