Salerno: neo Magnifico Rettore Loia “Ateneo Open, valorizzazione per ricaduta anche territoriale”

di Rita Occidente Lupo

Il neo eletto Magnifico Rettore Vincenzo Aloia, che s’insedierà da Novembre, al posto di Aurelio Tommasetti, ha idee molto chiare sullo sviluppo della Cittadella universitaria, per elevare gli standard dell’offerta formativa e puntare sempre ulteriormente alla formazione dei giovani, in un sostrato occupazionale anche campanilistico. Il suo palmares, d’ampio rispetto.

Laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università di Salerno nel 1985,  dottore di Ricerca in Informatica nel 1989 presso l’Université Parigi 6, in Francia. Ordinario di informatica presso l’Università di Salerno, ricercatore dal 1989 al 2000,  professore associato dal 2000 al 2004, editor di riviste internazionali, con numerosi ruoli all’interno della IEEE Computational Intelligence Society, tra i quali:

• Chair of Emergent Technologies Technical Committee (ETTC)
• Chair of Task Force “Intelligent Agents”,
• Chair of Task Force “Ambient Intelligence”,
• Chair of IEEE CIS Italian Chapter,
• Vice-Chair IEEE Intelligent Systems Applications Technical Committee,

 Copiosa la sua produzione  scientifica, come assidua la sua partecipazione non subalterna a momenti convegnistici internazionali  in Europa, Usa, Taiwan, Cina.

E’ stato Revisore in diversi Comitati MIUR (JTI ARTEMIS, Grandi Progetti Strategici (GPS), Revisore art. 12 ai sensi del DM 593/2000 , Progetti art. 9/6 Legge 297/1999), Comitati EU FP7, Revisore di progetti di ricerca per la Repubblica Popolare Cinese regione di Hong-Kong).

Loia, che ha ben chiaro il panorama contemporaneo, per lo sviluppo tecnologico, dichiara prioritario un cursus con quanto finora realizzato con soddisfacenti risultati nell’Ateneo, ma mira a puntare a percorsi innovativi, accelerando su strategie per amplificare risultati nel campo della ricerca, della didattica e della terza missione.  Tutto ciò che ruota intorno al mondo del no profit e del profit, da prendere in esame, per un’ulteriore ricaduta d’immagine localistica della Cittadella del sapere. “Le attività culturali che si svolgono all’interno dell’Università– dichiara- momento di crescita non solo per le nuove generazioni, che vivono all’ombra dello splendido Campus, plaudito anche da personalità di spicco internazionali, che lo visitano, ma anche per l’intera Valle dell’Irno. Da esorcizzare l’eventuale spauracchio della chiusura dell’Ateneo al territorio. Di qui l’interazione non solo con le Amministrazioni limitrofe, ma anche con la stessa Città capoluogo giacchè l’Università, al di là dell’ubicazione geografica, ascrivibile alla città. Pertanto mi auguro che possa infittirsi il dialogo col Sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, per far sì che possa esserci anche in città un vero e proprio polo universitario referenziale. Ci gratifica l’escalation che il Censis evidenzia, nell’ascesa della posizione rispetto al panorama degli Atenei nazionali, ma ciò non deve farci rilassare, anzi ulteriormente pungolarci nel migliorare la fruizione per i giovani, che devono vivere il momento di studio attraverso laboratori, aule multimediali, ma  anche la crescita con occasioni di sano svago ricreativo.

Il neo dei trasporti, senza dubbio resta, ma mi auguro che possa essere migliorato, in modo da ottimizzare il servizio infrastrutturale. Università OPEN, sì da accompagnare la crescita del giovane, permeata di emozioni, esperienze di vita, insieme al laborioso impegno di studio. Finora l’Ateneo ha dimostrato di avere a cuore la sorte delle nuove generazioni, venendo incontro anche ai fabbisogni familiari: nell’ultimo anno accademico esentati dalle tasse quasi diecimila giovani, risultato sorprendente! In quanto agli sbocchi occupazionali, purtroppo la filigrana non fitta aziendale, spesso spinge all’esodo. Intensificando invece il rapporto con le realtà locali, sì da far lievitare il tessuto hi tech, rafforzando il rapporto ricerca-azienda, non soltanto attraverso Start Up, ma attraverso una collaborazione maggiormente sinergica, si potrebbe ampliare l’orizzonte lavorativo. Sì da offrire ai giovani ulteriori chance lavorative e metterli in condizione di optare autonomamente per restare in loco o per cercare inserimenti oltre i propri confini.  Aumentando la strada verso l’internazionalizzazione, creando percorsi rigorosi, si amplierebbe il ventaglio di scelte per coloro che all’indomani della laurea, mirano ad impiegarsi. Potenziando i titoli acquisibili in loco, ma spendibili anche in altri Paesi, un irrobustimento curriculare porterebbe ancora più in alto il nostro Ateneo e gratificherebbe tanti giovani, a caccia di futuro!”