Baronissi: resoconto amministrativo

Un bilancio “partecipato” delle cose fatte da giugno a novembre. Cinque mesi scanditi dal rilancio globale di una città rimasta per cinque anni ferma al palo. Cinque mesi durante i quali il nuovo governo ha tolto la polvere da progetti chiusi in un cassetto e rimosso tanti altri sull’orlo del naufragio. Le cose fatte e quelle da fare ancora: di questo, ieri mattina, hanno parlato il sindaco Giovanni Moscatiello, la giunta ed il gruppo consiliare di “Impegno Civico” nel corso dell’incontro con i cittadini di Baronissi. Un segnale, forte, che riflette la messa in moto di un meccanismo alto di partecipazione. Incontrarsi e essere pronti a affrontare il cambiamento e essere al passo con i tempi. Non riunirsi solo quando sussistono delle scadenze elettorali, ma avere un programma definito e fitto di incontri con i cittadini portatori di richieste.L’incontro è stato scandito dal report di ogni assessore rispetto all’area di lavoro di ciascuno. Un coast to coast lungo l’arcipelago delle cose fatte in questi primi cinque mesi di governo: la parziale apertura della piattaforma ecologica e la definizione del progetto di messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico dell’area di Cariti, il salvataggio di Città dei Giovani con la riattivazione del finanziamento da 9 milioni di euro, il piano viabilità di Ikea, la rivitalizzazione del Frac e l’attivazione del percorso di trasformazione in museo regionale, il ritorno del comitato per la legalità solo per citare gli interventi di maggiore spessore.Il sindaco Giovanni Moscatiello, nel corso del suo intervento, ha sottolineato gli sforzi del gruppo politico messi in campo nei primi cinque mesi ed ha ribadito la volontà, forte, di restituire alla città di Baronissi decoro e dignità, di riannodare un percorso di sviluppo e crescita avviato nei primi due mandati consecutivi e di dare alle parole la chiara e diretta immagine dei fatti. Ha poi sottolineato l’importanza del bene comune e dell’interesse pubblico, nel solco del pensiero di J.S. Mill, che nel suo saggio “Considerazioni sul governo rappresentativo”, scriveva: “Ancora più salutare è il vantaggio acquisito con la partecipazione, sia pur rara, del cittadino privato alle questioni pubbliche. Egli è ivi chiamato a preoccuparsi di interessi che non sono i suoi; ad essere guidato, in caso di pretese in conflitto, da una norma diversa da quella suggerita dalla sua mentalità individualistica; a mettere incessantemente in pratica dei principi e delle massime la cui ragion d’essere è il bene pubblico. Ed egli trova in genere al suo fianco, in tale attività, persone più adusate a queste idee e a questo genere di attività; vicinanza che gioverà a fargli maggiormente comprendere gli interessi della collettività e a stimolarne il sentimento. Egli impara a sentire che fa parte di una collettività e che l’interesse pubblico è anche il suo”.