Vallo di Diano: Atto Aziendale ASL, tutto ciò che i cittadini possono fare per difendere – tutti insieme – il diritto alla salute

L’ Atto Aziendale costituisce lo strumento giuridico mediante il quale un’Azienda Sanitaria determina la propria organizzazione ed il proprio funzionamento, essendo il documento istituzionale programmatico dell’ASL stessa. Tra gli obiettivi dell’Atto Aziendale dell’ASL Salerno, pubblicato sul BRUC il 16.01.2017, vi è quello di garantire equità negli accessi, tenuto conto anche della particolare territorialità dell’Azienda, coniugata alla qualità del servizio stesso: l’equità deve fungere da contrasto alla minore probabilità che hanno le persone di livello socio-economico inferiore, di ricevere cure efficaci ed appropriate. Non può nemmeno però essere disattesa una considerazione di efficacia nell’analisi dei volumi/esiti finalizzata ad un miglioramento globale dei servizi offerti. Tuttavia, così come approvato, l’Atto Aziendale penalizza l’Ospedale di Polla (e i cittadini del Vallo di Diano) in vari modi, contravvenendo all’obiettivo di sopra, che molto da vicino richiama i principi costituzionali di equità sociale. Solo per fare un esempio, nell’ambito della rete ospedaliera dell’ASL Salerno, l’Ospedale di Polla è definito Pronto Soccorso (PS). Ossia, la stessa struttura, che conta un numero di posti letto (PL) pari a 212 – numero più che doppio rispetto alla capacità ricettiva (92 PL) del plesso ospedaliero (P.O.) “San Francesco d’Assisi” di Oliveto Citra – è catalogata come PS, mentre la denominazione DEA1 (Dipartimento di Emergenza e Accettazione di primo livello) è riservata al nosocomio di Oliveto Citra. Per tenere fede all’obiettivo di garantire equità negli accessi, sarebbe stato necessario prevedere, nell’Atto Aziendale, una migliore distribuzione delle risorse e delle strutture sanitarie su base territoriale. Infatti, bisognava assolutamente correggere le criticità legate all’emergenza cardiologica e all’ictus celebrale che tuttora sussistono per l’ampia fascia del territorio valdianese. Tutto ciò non è avvenuto anche per via di un’ingiustificata inerzia da parte delle rappresentanze istituzionali che, pronte a viaggi solitari, non hanno saputo leggere le esigenze del territorio e trasferirle, così come si doveva, ai livelli più alti dell’Azienda Sanitaria. Nonostante gli inviti ad agire per la difesa del diritto alla salute dei cittadini del Vallo di Diano, anche in sede giudiziaria, non è stato fatto nulla. Il Comitato, pur intenzionato a ricorrere avverso le delibere del DG dell’ASL Salerno che hanno apportato penalizzazioni alla struttura ospedaliera di Polla, ha ritenuto opportuno non ingaggiare, per il momento, una lotta sul piano giurisprudenziale. I motivi di questo ripensamento sono soprattutto da individuare nella volontà, da parte del Comitato, di rendere quanto più efficace possibile l’azione intrapresa, ossia, di assicurare un futuro alla vita del presidio ospedaliero di Polla. Ciò nonostante, sono allo studio altre modalità di intervento a difesa del diritto alla salute che verranno rese note dopo che sarà terminata la disamina di una vasta letteratura amministrativa e dopo che saranno individuati gli strumenti più idonei, affinchè l’art. 3 della Costituzione Italiana possa – nuovamente – essere applicato anche per i cittadini del Vallo di Diano.

Il Comitato “Vallo a difendere”