Bergoglio nella Chiesa degli scandali

di Rita Occidente Lupo

Un Papato, quello di Bergoglio, che declina costantemente l’attenzione ai tempi, con i paradigmi evangelici. Restando fedele alla tradizione, nell’apertura alla modernità. L’acrobazìa di questo millennio, così intriso di sfrenata contemporaneità, assetato di virtuale, vera e propria sfida per coloro che tentano di restare ancorati alla realtà. Senza macchiarsi di brutture ad ogni pie’ sospinto:  in bilico, sul trapezio del modernismo, senza perdere di vista valori, appannaggio di risicate nicchie nostalgiche. La Chiesa, non scevra dai segni dei tempi! Da certe corruzioni, che tirano la manica anche ad insospettabili porporati o a coloro che in nome d’un sacramento, dovrebbero pascere il gregge cristiano, conducendolo nell’ovile della salvezza.  Una Chiesa scandalistica occhieggia tra pagine di cronaca, impazzita di violenza, senza lasciar più spazio neanche agl’interrogativi motivazionali. Un’Istituzione di facciata, a volte, quella che tien ben saldi sui piedistalli, quanti optano per una vita secolarizzata, ben lontana da fondamenta assisensi! Scandali reiterati e sacerdoti troppo autonomi, nel portare avanti verità secondo il proprio pensiero, oltre le linee guida del Magistero e principi ecclesiali, votati ad un tenore di vita lussuoso: uno scenario raccapricciante, nel quale Papa Francesco muove i suoi passi non barcollanti dalle sorridenti scarpe argentine! Trainando la barca che Ratzinger ben quattro anni fa sentì troppo pesante per le sue senili forze. Con serafica compostezza, il Pontefice argentino cerca di non offrire il fianco all’arringa ed al j’e accuse, detenendo alto il polso della misericordia “giusta!” La calma, ricetta doc dinanzi ai chiacchierati presbiteri, ai corrotti pastori d’anime, che accentano la propria umanità peccaminosa, più che tensione alla santità: Bergoglio va avanti, senza lasciarsi intimorire da intransigenze cattoliche o da picchianti manifesti. Nei giorni scorsi, il suo riferimento al diavolo, esplicito nel rapportarlo a quanti sembrano assecondarlo!  La figura quasi “mitologica”, relegata per molti soltanto ad un amarcord medievale, ha destato meraviglia: parlare del principe del male, dopo il decesso di padre Amorth, fa specie! Un po’ perchè in nome della legittimazione della tollerabilità, lo stesso concetto di peccato sembra crollato ai giorni nostri, un po’ perchè nel sentir parlare dei demoni, di cui i tre pastorelli di Fatima ebbero visione durante le apparizioni, crea corde di scetticismo. Recuperare il concetto del male e del bene, non secondo una visione manichea, ma in ossequio a quell’etimo dello stesso peccato originale, può però far riflettere sull’andare tra le strade di questo mondo, in una maniera autentica o assecondando l’ipocrita parvenza: scegliendo liberamente se voler seguire la strada del bene o patinare quella del male. A partire dall’ordinario, nel quale con estrema disinvoltura si procede insultando il prossimo, anzichè promuoverlo, calpestando i comandamenti nella loro essenza, nel pio tentativo di salvarne la facciata. Ed invece, riscoprire che la scelta cristiana coinvolge l’uomo toccandolo nel cuore, l’unica risposta a chi, in questo convulso mondo, disperatamente s’affanna a cercare, erroneamente, soltanto l’appagamento del benessere del suo cuore!