Sano turismo parte da buona tavola

Sano turismo parte da buona tavola

Giuseppe Lembo

Nel Cilento, Terra dell’Essere, si propone un salutistico tipico cilentano che tale non è e quindi non è un mangiare sano, così come dovrebbe essere, rispettando il riconoscimento del cibo-salute a base della Dieta Mediterranea di cui il Cilento è l’eccellente territoriale in quanto insignito dall’Unesco dal marchio del mangiar sano per un vivere sano, mangiando mediterraneo. Mangiando il cibo della buona Terra mediterranea, un cibo-salute che oltre al richiamo, dovrebbe funzionare come simbolo di concreta alimentazione sana per chi viene nel Cilento e/o in altre parti d’Italia, per mangiare sano, per godersi le bellezze del paesaggio e di una natura amica e per stare bene con se stesso, in quanto ospite di una Terra, ricca dei valori umani dell’ESSERE, i soli che possono guardare con fiducia al futuro, sconfiggendo quel tanto dannato mondo dell’avere e dell’apparire che ha purtroppo inquinato tutto del vivere terreno, non ultime le coscienze degli uomini sempre meno sagge e sempre più attratte dai simboli accattivanti di un apparire che piace al mondo di un’umanità sempre più dismessa e dal futuro sempre più negato. Un mondo che per il proprio stare bene con se stesso, cerca l’assolutamente “inutile” della vita umana, manifestando, così facendo, superficiale indifferenza per le cose utili che in sé sono le cose migliori; le più buone, le più sagge e le più trasudanti umanità per l’uomo e non contro l’uomo; per il bello e non contro la bellezza e le tante cose belle del mondo; per il saggio del fare umano e non idiotamente contro la saggezza, facendosi male e facendo male all’uomo della Terra, in condizioni di sempre meno diffusa saggezza, causa del grave male italiano di un fare confusamente sbagliato e come tale, un danno che fa male, tanto male all’Italia ed al suo futuro che, così facendo nanisticamente, porta con sé la grave catastrofe del disastro Italia. L’Italia, purtroppo, è gravemente dismessa e sempre più incapace di pensare e soprattutto di fare il bene comune; trattasi di un bene possibile e certo, se si riesce a camminare bene assieme, uniti da saggi percorsi condivisi che giovano a tutti Noi di questa nostra Italia e soprattutto, a quelli che vengono da Noi e sono a grave rischio di futuro, perché sempre più cancellati dal nostro presente poco saggio ed assolutamente poco attento ad essere, così come necessario, protagonista di futuro, con un protagonismo attivo ed intelligente di cui i nostri figli ed i nostri nipoti, hanno assolutamente bisogno, per non morire d’Italia, di Campania, di Cilento, terre e suoli resi sempre più spesso umanamente maledetti per colpa degli uomini che li abitano. Nella ripartizione funzionale delle cose da fare per un buon “fare turismo” in Italia, un Paese fortemente vocato al turismo, come grande risorsa per uno sviluppo economico-sociale diffuso, c’è da dover mettere assolutamente mano ad un sistema Italia fatto di strutture dinamicamente funzionali. Al primo posto la viabilità, con il traffico aereo, ferroviario e stradale, sia autostradale che della rete stradale minore. Deve essere garantita al Paese, in quanto Paese turistico, la sicurezza delle vie di comunicazione in tutte le sue espressioni d’uso. Altrettanta sicurezza, prima ancora di un fare italiana d’ospitalità amica, va garantita sull’intero suolo italiano, evitando al turista brutte avventure-disavventure italiane e/o peggio ancora situazioni più gravi per fatti disdicevoli ed assolutamente da evitare. Un altro importante momento della sicurezza turistica è legato al nostro sistema sanitario, purtroppo, non sempre funzionale e pronto a dare le risposte giuste. Deve, assolutamente essere presente e saper dare le risposte sanitarie giuste, caso per caso. Prima ancora, nel turismo italiano, c’è da superare con grande intelligenza, il suo deficit d’immagine. L’insieme italiano, dispiace dirlo, non è un insieme dall’immagine forte e capace di attrarre il turista che va incoraggiato, vezzeggiandolo, a venire in Italia, con lo slogan da Italia, la tua Terra da turismo da favola; Italia, dove la vacanza è cultura, natura, arte, mondo antico, testimonianze di tesori sepolti, di pietre parlanti, di città d’arte, di grandi eventi artistici. Un mondo incantato da poter godere, vivendolo intensamente; tanto, attraverso percorsi di un turismo da favola che, nella Terra dell’ESSERE, un insieme di natura, arte, cultura, paesaggio, di buon bere, oltre che di un cibo, il saggio frutto di una cultura che nutre e di una bellezza amica, ti attende per farti scoprire ed innamorare di un “nuovo” della vita, mai conosciuto prima. Questo è il primo messaggio amico al turista che varca i nostri confini, per godersi il bello dell’Italia; bisogna saper offrire questo messaggio amico più che vendere le grandi passioni italiane, sagge protagoniste di un fare turismo con le tante delizie di cui può godere il nostro viaggiatore-turista. Il suolo italiano, oltre alle infrastrutture, assolutamente necessarie, deve offrire una bella ed accattivante immagine di sé, per farla entrare a far parte e per sempre nell’anima e nella mente di chi viene da NOI, per starci il più a lungo possibile e per tornarci quando la vita glielo permette. Tutto questo è importante, per dare la spinta giusta, alla più grande industria italiana; trattasi di una risorsa di lungo periodo, assolutamente compatibile ed insostituibile volano dello sviluppo italiano. Occorre utilizzare dentro e fuori dell’Italia, una forte immagine italiana, come saggia ambasciatrice turistica, capace di un fare promozione dal dialogo oltre che convincente, fortemente accattivante, rendendo così grande la nostra immagine turistica, dove deve sempre funzionare il fascino dell’Italia amica del forestiero che viene da NOI, da ospite gradito a cui riservare tutte le attenzioni della buona ospitalità amica italiana, facendogli scoprire un mondo da favola, con le tante bellezze da godere nella natura, nell’arte, nel paesaggio e con un forte e coinvolgente godimento dell’anima a tavola per il buon cibo italiano. Un cibo amico dalle caratteristiche naturali della buona terra italiana che offre il meglio delle sue viscere, offrendolo alla tavola italiana come cultura che nutre, in un insieme enogastronomico fatto da un trittico inscindibile del bianco della pasta, del rosso del pomodoro e del verde dell’olio di oliva che rappresentano in sé il buon mangiare italiano e sono alla base della Dieta Mediterranea, oggi dall’ UNESCO dichiarata patrimonio dell’Umanità. Ci riporta alla sacralità dell’Italia eleatica, dove Parmenide e Zenone, nella prima parte del secolo Quinto a.C., diedero un’universalità senza tempo all’ESSERE ed ai suoi intramontabili valori che prevarranno sempre e comunque sul mondo egoistico dell’avere e dell’apparire, dal fiato sempre più corto. Tanto con un’universalità nuova basata su di un welfare universale, dove un nuovo umanesimo globale saprà individuare come grande culla di civiltà l’Italia ed il suo passato che ritorna con un’umanità che ne rappresenta la continuità, con le pietre parlanti che ne sono le testimonianze e l’ospitalità, con la sacralità dell’ospite, che saprà scoprire e gustare godendosela, l’importanza umana e socializzante dell’UOMO A TAVOLA.