Salerno: Pd, Sel, lettera aperta ai compagni e compagne

Care compagni e cari compagni dopo la riforma sulle pensioni e le modifiche fatte sull’articolo 18  approvate con il vostro voto  oggi l’attuale segretario nazionale del vostro partito nonché Presidente del Consiglio propone l’abolizione non solo di quel poco che è rimasto dell’articolo 18 ma anche dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Tutto ciò dopo aver approvato e reso operativo il cosiddetto decreto Poletti che rende ancora più precario il lavoro precario. Quindi anche questo governo come i due che l’hanno preceduto (Monti e Letta) non ha ancora operato nessuna scelta che possa favorire lo sviluppo del lavoro (almeno quel poco che c’è ancora) né tantomeno costruire nuove occasioni di lavoro soprattutto per le nuove generazioni. Malgrado il rispetto verso il vostro dibattito interno e verso la vostra autonomia di partito noi non possiamo NON constatare, ne farlo passare in silenzio, che tutte le proposte politiche che INSIEME presentammo nell’ultima competizione elettorale e che chiamammo ITALIA BENE COMUNE questo governo ( che vi vede “azionisti di maggioranza” nonché alleati con la destra compresa FI “agganciata”  con il patto del Nazareno)  di quella piattaforma, con cui eleggemmo i deputati e i senatori (nostri e vostri), non vuole nemmeno che venga nominata. Eppure sulle questioni del lavoro diceva ben altro. Ad esempio uno dei passaggi sul lavoro affermava: “Il primo passo da compiere è un ridisegno profondo del sistema fiscale che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa, attingendo alla rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. Quello successivo è contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra nell’ultimo decennio e in particolare l’idea di una competitività al ribasso del nostro apparato produttivo, quasi che, rimasti orfani della vecchia pratica che svalutava la moneta, la risposta potesse stare nella svalutazione e svalorizzazione del lavoro.  Il terzo passo è spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, aiutando le produzioni a competere sul lato della qualità e dell’innovazione, punti storicamente vulnerabili del nostro sistema.” Ora vi chiediamo pubblicamente non pensate che le proposte del vostro governo produrranno invece esattamente quello che volevamo “rovesciare”? Noi siamo convinti che è proprio questo l’obiettivo del governo. E siamo altresì convinti che questo obiettivo (la compressione dei diritti e dei salariNON HA NULLA A CHE FARE CON LE RAGIONI E I VALORI FONDATIVI DELLA SINISTRA. Per questo  vi invitiamo, oltre a intensificare ed allargare la vostra discussione interna, a partecipare in modo visibile e massiccio alla manifestazione nazionale, e a tutte le iniziative che verranno fatte in preparazione, della CGIL del prossimo 25 ottobre. Rendete esplicito e visibile il vostro profondo dissenso e il vostro malessere. Ma come uomini e donne di sinistra noi abbiamo anche il dovere di dirvi, per non essere  ipocriti e tra compagni l’ipocrisia non è ammessa, che una volta che il governo Renzi varerà con i vostri voti al parlamento questo massacrante attacco al lavoro, ai giovani e ai lavoratori in qualche modo dovrete tirate le dovute conseguenze. Buon lavoro compagni e compagne, noi andremo avanti coerenti con quanto stilammo unitariamente e siamo certi che ci incontreremo con tantissimi di voi a Roma il prossimo 25 ottobre.