Salernitana: le “frecce” all’arco di Menichini

                                            Maurizio Grillo

In attesa di coprire il buco lasciato libero dalla partenza di Giuseppe Pugliese, Leonardo Menichini può contare su una rosa di 24 elementi che lo metterà ogni settimana davanti a scelte complicate e ad autentici ballottaggi. L’organico è senza dubbio di grande qualità ed annovera individualità capaci di interpretare più ruoli per sopperire ad eventuali emergenze o cambiare volto alla squadra durante la partita anche senza effettuare sostituzioni. Ipotizzando una situazione priva di infortuni e squalifiche, in panchina si ritroverebbero ogni settimana sette potenziali titolari (che probabilmente lo sarebbero in metà delle squadre del girone C) chiamati a mettere in difficoltà Menichini nella giornata successiva. In caso di turno infrasettimanale, poi, la Salernitana può permettersi anche una certa dose di turn-over che non abbassi il livello dell’undici facendo rifiatare chi ha giocato tre giorni prima. Gerarchie piuttosto definite tra i pali: Pier Graziano Gori è il numero uno, confermato a Salerno nonostante le insistenti voci di una permanenza legata al rinnovo. Alle sue spalle Russo (che pure ha giocato in questa categoria) ed il baby Ronchi che si alternerà tra ruolo di ventidueesimo e Berretti. In difesa Menichini non ha voluto fissare coppie precise per i quattro centrali: tutti hanno caratteristiche uniche e diverse, per cui a volte la scelta potrebbe dipendere anche dall’attacco avversario. Di certo Trevor Trevisan, al momento, sembra il più solido, Alessandro Tuia e Maurizio Lanzaro si contendono l’altra maglia con un piccolo ma significativo vantaggio su Alberto Bianchi. E se non arriverà un quarto terzino, proprio Bianchi e Lanzaro saranno i principali candidati a sostituire Riccardo Colombo sulla destra, al momento unico elemento di ruolo su quell’out. A sinistra si prospetta un debutto-lampo di Michele Franco in quel di Martina: l’ex Varese raccoglierà l’eredità di un Andrea Giacomini che dopo l’esordio ha lasciato la truppa granata. Luigi Pezzella completa la batteria dei terzini mancini. In mediana Menichini ha l’imbarazzo della scelta: quello della linea centrale è il reparto che non risentirà di ulteriori cambiamenti, comprendendo coppie in tutti i ruoli. In regia è già apertissimo il ballottagio tra Manolo Pestrin e Manuel Giandonato; l’ex Parma può coprire anche il ruolo di mezz’ala destra, dove al momento il titolare è Ivan Castiglia. Come mezz’ala sinistra ci sono sia Alessandro Volpe che Francesco Favasuli, ma l’ex Pisa (che calcia benissimo con entrambi i piedi) non avrebbe problemi a spostarsi sull’altra fascia. Zoran Svonja (’95) ed Antonio Grillo (’91) possono costituire carte da giocare in caso di necessità: esuberante e grintoso il giovane serbo, dinamico e rubapalloni l’ex Paganese. In avanti il 4-3-3 si libera di tatticismi e lascia spazio alla fantasia: Gabionetta è il titolare a destra, Negro il favorito sull’out mancino davanti a Nalini. Menichini al centro, può puntare su Mendicino, che ricopre il ruolo del classico centravanti, o su Caetano Calil con cui mettere in pratica il “falso nueve”. Proprio il brasiliano ha vissuto il momento più prolifico della sua carriera giocando da prima punta a Crotone (17 reti in B): sulle sue caratteristiche si è aperto il dibattito visto che l’identikit non è esattamente quello del bomber d’area di rigore, zona in cui arriverebbe dopo un lavoro di pendolo che andrebbe a richiamare uno dei due centrali. Serve gamba (che Calil ancora non ha) ed i tempi giusti per gli inserimenti delle ali. Ciro Ginestra, invece, si candida a ricoprire il ruolo di attaccante del secondo tempo, in grado di piazzare la zampata nei minuti finali. Anche in avanti Menichini può mischiare le carte: Nalini, infatti, può giocare a centrocampo (linea a quattro) o con il 4-2-3-1, modulo che sarebbe consono anche ad un utilizzo di Mounard (o Volpe) nella posizione di trequartista centrale. Occhio poi a Caetano Calil che non sfigura da ala, eliminando una presunta incompatibilità con Mendicino. Col 4-3-3, infine, è all’ordine del giorno l’inversione dei due esterni offensivi per non dare riferimenti ai terzini: Gabionetta, Negro e Nalini possono disimpegnarsi indifferentemente su entrambe le fasce per trovare il varco giusto verso la porta avversaria.