Salerno: Clero in lutto decesso don Carmine Greco, amico Bergoglio

Rita Occidente Lupo

Stamane, in Cattedrale, dopo la sosta presso la Rettoria di santa Rita, alle ore 10,00, solenne liturgia funebre per don Carmine Greco, deceduto dopo breve malattia, stroncato dal male incurabile, precipitato in tre mesi. Tenendo presente che alla scorsa Festività di San Matteo, in processione, nessuno avrebbe mai pensato che la sua compostezza e la sua gentilezza, sarebbero venute meno di lì a poco. Nato a Salerno 68 anni fa, per oltre mezzo secolo vissuto in Argentina, trasferito con la famiglia a soli 7 anni. A Buenos Aires, fino al 2006, prima di rientrare in città. Diversi incontri con Bergoglio, da giudice del tribunale ecclesiastico di Santa Fè, voluto dallo stesso Pontefice, allorquando capeggiava la Conferenza Episcopale Argentina. Don Greco amava ricordare diversi aneddoti della sua pregressa esperienza sudamericana, che oltre a lasciargli l’accento, lo aveva connotato anche nella squisita gentilezza, che soleva espandere ai fedeli che frequentavano la Chiesa di Santa Rita e di San Michele. Attendeva al termine dell’Eucarestia, i singoli partecipanti sulla soglia, scattando dopo il saluto finale a razzo dall’altare, per stringere la mano  ed augurar buon pranzo. Questo già prima del pontificato di Bergoglio! La fumata bianca, per Papa Francesco, da don Carmine plaudita: nitidi i  ricordi sul coraggio del nuovo vicario di Cristo, in passato tenace nello schierarsi contro il presidente argentino, Cristina Kirckner, per scarsa attenzione alle classi meno abbienti. Giudice presso il tribunale ecclesiastico interdiocesano, sempre convinto che Bergoglio avrebbe smosso i cuori anche più duri. Con estrema semplicità, anche lui catalizzatore di una folta pletora di fedeli. La sua discrezione, di pari passo con la spiritualità. La sua devozione, con l’insegnamento delle semplici opere pie, oggi in molti contesti, solo amarcord. Per tanti, testimonial che credere, certezza; pregare, bisogno dello spirito oppresso. Mancherà a tanti che l’hanno conosciuto il suo equilibrio, il suo impegno per l’edificazione anche strutturale degli edifici di culto: recentemente parlava della fatiscenza ancora del vecchio complesso di San Michele, delle grondaie e di un patrimonio sacro da tutelare. Come di misericordia, che Dio ha per ognuno! Il suo sorriso, la sua gentilezza, tratti di un pastore d’anime a capo del gregge, non giudice del gregge! Dopo don Canio Caramuta, annosa presenza carismatica per il rione Botteghelle,  tempra consacrata che fino alla fine, recitava in silenzio il breviario in chiesa, ossequioso dei comandamenti e della legge divina, don Carmine ben gradito, dall’accento sudamericano al sorriso contagioso! Una generazione di consacrati che lascia questo millennio frenetico, in cui sembra che i sacerdoti, bandendo clercimen e liturgia delle ore, possano anche optare per decapotabili e jeans: confessioni lampo e distribuzione eucaristica discrezionale! Eppure la comunità, oltre ai parenti e familiari accanto alla dott.Paky Memoli, che gli è restata accanto fino agli ultimi sgoccioli di vita,  piange certi presbiteri perchè, di pastori autentici, capaci di pascolare il gregge per tradurlo alla salvezzza, oggi in giro con la lanterna di Diogene! Addio don Carmine, riposa in pace, in quella gioia dei Cieli, che hai invitato a perseguire già su questa terra!