Cirielli-PdL: solo incomprensioni ?

Aldo Bianchini

“Con una parte del PdL ci sono state incomprensioni avvenute in buona fede che saranno recuperate in pochi giorni…..”. E’ questa, a grandi linee, la dichiarazione diffusa dal presidente Cirielli nella giornata di ieri ( ripresa dalla stampa locale) che dovrebbe spegnere i toni abbastanza aspri con cui una parte della componente di Forza Italia si era scagliata contro Cirielli in difesa del coordinatore provinciale del PdL Antonio Mauro Russo. I quaranta firmatari del documento sostenevano, in pratica, la restaurazione delle antiche gerarchie di partito (come spiegavo nell’articolo di ieri dal titolo “Politica: uomini e partiti” che potete trovare a pagina 2 di questo giornale) dando ad Antonio Mauro Russo le giuste prerogative di coordinamento, di confronto con la deputazione regionale e nazionale, di affermazione della linea politica agli eletti ed ai militanti del PdL e di governo dei rapporti politici con gli alleati. Principi questi fondamentali per “un partito” come è A.N. all’interno del quale il primo eletto sta zitto di fronte alle scelte del capo. Ma Forza Italia è stato mai partito? Credo proprio di no. E’ stato più un movimento che un partito, un movimento vissuto più sulle iniziative personali che di gruppo. Un movimento all’interno del quale nel giro di pochi anni sono state consumate faide sconcertanti e senza esclusione di colpi. E dove sono stati i quaranta firmatari in questo periodo? Loro stessi sono state vittime sacrificali di lotte intestine per colpa delle quali il centro/destra ha perso comuni importanti come Cava de’ Tirreni e Battipaglia (per non citarne altri come Nocera Superiore) e soltanto adesso cercano di ricordare che bisognerebbe tutti rifarsi alla disciplina di partito, del partito che non  c’è. Dopo anni di incertezze e decadimenti, Forza Italia fu risollevata da Pasquale Vessa e dai suoi soldi; i quaranta dimenticano che Forza Italia dovette chiudere bottega per debiti e traslocare al Parco Arbostella in casa di Vessa. Hanno dimenticato la grande amicizia tra Vessa e la Carfagna che sembrava quasi un’equazione del tipo: Vessa sta alla Carfagna come la Carfagna sta a Berlusconi. Si raccontava che solo Vessa poteva contattare ad horas la futura ministra al telefono come solo Mara poteva contattare Berlusconi sul cellulare. Bei tempi!! Poi venne la crisi, il pericolo dello strapotere di Vessa e Pepe, la loro defenestrazione giunta però con qualche giorno di ritardo rispetto alle candidature (solo per questo oggi siedono in parlamento!!) dopo una vera congiura giornalistico/palazzinara e il prorompente arrivo sulla scena del bell’Alberico nelle vesti di commissario provinciale, presentato in provincia da Cosentino e dalla Carfagna, con un Cirielli fuori ad inghiottire l’amaro rospo della crescita del suo avversario nell’agro. Due piccioni con una fava, Mara bilanciava lo strapotere di Cirielli con l’ascesa di Gambino. Ma nemmeno questo riuscì con il buco. Gambino incominciò a fare nomine forse sgradite e di poco peso politico-elettorale mentre cresceva nell’immaginario della gente come il nuovo presidente della provincia. Ancora gelosie, guerre intestine e nuove destituzioni, fino all’accordo pacificatore romano con Cirielli lanciato verso la presidenza e prende piede un’altra equazione: Cirielli risponde a Fini come Mara risponde a Berlusconi. Con una variabile, Fini non risponde a Berlusconi. E’ tutta qui la storia, ecco perchè Cirielli va avanti biascicando qualche banale giustificazione come la frase in apertura e Forza Italia sta perdendo la partita dopo aver perso anche Gambino. Tutta colpa del Ministro, mi ha suggerito qualcuno; sinceramente non sono in grado di confermarlo. So soltanto che in politica “la buona fede” non è mai esistita e che gli accadimenti di oggi devono sempre essere intrecciati con quelli di ieri. Se i quaranta non sanno neppure questo farebbero bene a ritornare a frequentare con profitto la scuola di politica che proprio il ministro tentò di portare a Salerno per dare e per darsi una veste politica ancora tutta da conquistare.