Elezioni all’Ateneo fiscianese

  Quando nacque, novecento anni fa, l’Università era un organismo diretto dagli studenti che eleggevano, scegliendolo fra gli stessi studenti, un Rettore. Oggi l’Università è l’esatto opposto: una piramide, A, il cui vertice, il Rettore, è legato agli interessi di gruppi di potere e di qualche professore di prima fascia. La stragrande maggioranza – professori di seconda fascia, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti resta sottomessa. Questa realtà va cambiata. Chi studia e fa ricerca deve tornare a decidere. L’Università ha bisogno di un Rettore che, esprimendo interessi anticorporativi e antigerarchici, garantisca i lavoratori dell’università, gli studiosi e gli studenti.  La piramide, A, va rovesciata nella V di VNIVERSITAS STVDIORVM. Ecco il tema centrale del mio programma: l’organizzazione e la valorizzazione del lavoro dei docenti e dei ricercatori. Non sono accettabili, a mio avviso, forme di didattica non retribuita ovvero il ricorso a carichi aggiuntivi e gratuiti da parte dei ricercatori. La questione va risolta una volte per tutte. Affronterò questo problema, sia per assicurare l’attribuzione dei carichi didattici mediante supplenza, sia per predisporre un adeguato riconoscimento economico del lavoro effettivamente svolto. L’Ateneo salernitano dovrà fare immediatamente passi concreti in questa direzione, coinvolgendo i ricercatori stessi nella riforma delle pratiche, delle procedure e delle regole di assegnazione dei carichi, nonché della loro retribuzione. Bisogna che sia garantito a docenti e discenti il diritto alla ricerca, offrendo un adeguato e moderno sistema bibliotecario. La biblioteca è il punto di riferimento centrale in ogni Campus degno di questo nome.
 
Federico Sanguineti
 


Un pensiero su “Elezioni all’Ateneo fiscianese

  1. Peccato che siano chiusi i termini per la candidatura a Rettore.

    Avrei proposto, per solidarietà, l’elezione di un Amplissimo Preside, ostaggio oggi di una sorte non benevola.

    Siamo tutti tranquilli, tuttavia, perché sappiamo che la giustizia, tra indulti e prescrizioni, farà il suo corso.

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