I luoghi della Storia e del mistero Chartres

Giovanna Bergamasco

All’epoca dell’indipendenza dei Galli una borgata, Autrikon, si sviluppò sulle rive del fiume Autura e divenne una delle capitali del popolo dei Carnuti, a cui Chartres deve il proprio nome. All’ombra dei suoi archi batte ancora oggi il cuore del borgo antico di Chartres, con vie e stradine tortuose sulle quali si affacciano le antiche dimore con negozietti al piano terra e scalinate che discendono fino alla città bassa specchiandosi nelle acque del fiume Eure, l’antico Autura. E quasi come un miraggio ecco apparire le due torri della Cattedrale Notre-Dame di Chartres che sorgono dalla pianura della Beauce, all’incrocio tra le vie che portano in Bretagna, in Normandia e ai castelli della Loira. Collocata in una zona popolata sin dalla preistoria, Chartres è ricca di monumenti megalitici e siti archeologici che ne attestano l’antichità giacché Autrikon fu infatti una grande città dove il tenore di vita era elevato anche grazie ai due acquedotti che la rifornivano di acqua e dove si prestava considerazione e attenzione alle iniziative culturali, testimoniate dalla presenza di un antico anfiteatro, un foro romano e numerosi templi. Ma è subito la Cattedrale a rapire l’attenzione dei visitatori che giungono da più parti del mondo per ammirare questo monumento grandioso con le sue famosissime vetrate, ben 176, che con bagliori ed iridescenze magiche incantano gli spettatori raccontando i fatti della Bibbia e le vite dei santi, e che hanno dato il nome ad un particolare tipo di blu, il blu di Chartres appunto. Chartres si trova a meno di 100 km da Parigi e oltre a mostrare una delle chiese più grandi di Europa e che è stata la prima cattedrale in stile gotico, vanta tuttora moltissimi primati tra cui il coro più grande di Francia e uno dei rosoni più imponenti al mondo. Ci troviamo dunque in un luogo di culto antichissimo, venerato dai celti ma anche in tempi addirittura più remoti prima dei cristiani e dove i sacerdoti della tribù dei Carnuti scavarono un pozzo profondo 34 m. ed eressero i loro menhir e i loro dolmen, i megaliti che concentravano l’energia divina delle correnti fecondatrici della vita. Una visione profetica avrebbe annunciato ai druidi che una vergine avrebbe dato alla luce un bambino e allora essi intagliarono nel tronco di un pero l’immagine di una giovane con il bimbo seduto sulle ginocchia. Dopo di che i sacerdoti collocarono la statua accanto al pozzo e alla fonte di energia, all’interno dei dolmen, e la battezzarono Vergine Sotterranea. Quando nel II secolo i primi cristiani giunsero a Chartres e videro situata in una grotta la scultura della Vergine annerita dal tempo, l’adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu dunque consacrata alla Madonna e la nicchia, detta “Grotta dei druidi”, fu inglobata nella vasta cripta della chiesa insieme al pozzo des Saints-Forts. Nella Cattedrale di Chartres si avverte quasi subito l’impercettibile flusso vitale che purifica e offre una sorta di prova interiore per superare le barriere materiali del corpo e riuscire a guardare dentro se stessi tramite una proiezione mistica. Ciò accade soprattutto quando si sperimenta il passaggio nel labirinto di Chartres che è uno dei meglio conservati al mondo ed è il più grande giunto dall’epoca medievale ai nostri giorni. Esso affascina il visitatore con i suoi simboli tra i più antichi e complessi che si conoscano perché simboleggiano un percorso interiore per innalzare lo spirito ad un livello superiore. Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. Ma sono i labirinti cristiani ad avere un forte significato mistico giacché vogliono comunicare che la morte non costituisce la fine, bensì essa è soltanto l’accesso per giungere alla contemplazione della Gerusalemme Celeste. Or dunque, sulle lastre del pavimento della navata centrale nella Cattedrale di Chartres, c’è una figura circolare in bianco e nero che disegna un percorso dall’esterno all’interno del cerchio, con una successione di curve e archi concentrici: è il percorso difficile e paziente di ognuno di noi a non smarrire mai la fede di poter giungere al centro divino attraverso la preghiera e riuscire così a cogliere un più alto stato spirituale della propria indole. Un tempo i pellegrini per ottenere indulgenze  percorrevano in ginocchio il tracciato del labirinto di Chartres, che sostituiva il viaggio in Terrasanta. Sembra che si debba camminare infatti a piedi nudi sul pavimento della chiesa per captare ancora oggi le energie celesti che si fondono con quelle terrene, ma solo in occasione delle celebrazioni in onore della Vergine Maria perché nel resto dell’anno i meandri sono coperti dalle sedie. Anche in Italia è possibile visitare un labirinto, precisamente quello attribuito a Porsenna e che dovrebbe trovarsi nei sotterranei della città di Chiusi. Ma tornando a Chartres, la cattedrale avvince e seduce, è vero, senza però privare della dovuta attenzione le stradine medioevali della deliziosa cittadina fatta di case a graticci, botteghe artigianali e romantiche casette affacciate sui canali. Bisogna inoltre ricordare che Chartres non è famosa soltanto per la sua splendida cattedrale, ma anche per essere stata riconosciuta capitale della luce e del profumo grazie alle numerose aziende di cosmetica raggruppate nel cuore della Cosmetic Valley. Tutte le sere, dalla seconda decade del mese di Aprile fino alla terza decade del mese di Settembre, Chartres si illumina e propone un modo insolito per scoprire il proprio patrimonio storico-culturale e, attraverso un’ accurata scenografia accompagnata da effetti luminosi e musicali, permette di ammirare una ventina di monumenti e siti importanti tra i quali la cattedrale, il museo di belle arti, i quartieri storici e i bordi del fiume Eure. Ma ciò non basta per farne un luogo ricco di riflessi magici che lasciano un’eco mai spenta. E’ ciò che accade a un qualsiasi turista anche solo di passaggio e che si trova a camminare come per caso in un pomeriggio di fine estate, dimentico quasi del peso delle abituali inquietudini  mentre passeggia assorto in un dedalo di viuzze strette e tortuose che regalano alla città quell’aria medievale indimenticabile. La parte più antica ospita, oltre a varie chiese romaniche e gotiche, le particolari case in muratura e legno e le “tertres”, caratteristiche strade a gradini che conducono verso la zona più bassa di Chartres attraverso un percorso assai piacevole che si fa a piedi lungo le sponde del fiume Eure, con la vista pittoresca di vecchi mulini ad acqua, ponticelli di legno e una visuale unica della parte alta della città. Ma oltre a tutto ciò di cui si è parlato sin qui, è una gioia senza eguali far visita alle botteghe aperte sino a tardi, così come andare alla scoperta di ristorantini dall’aria familiare pieni di allegra e vivace ospitalità, dove si entra per una gratificante sosta ed è possibile gustare la tipica soupe à l’oignon dal profumo e gusto inconfondibili. Perché anche questa è Chartres.