Grazie Presidente!

di Rita Occidente Lupo

E dopo le varie fumate, finalmente il Quirinale ha il suo leader: Giorgio Napolitano, rieletto con ampio consenso, 738 preferenze, incassando il favore di Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica. Tra l’ira di Grillo, urlata alla Munch in piazza e le avversioni di Sel, che già prevede un nuovo partito. Il compiacimento oltr’Alpe ed il senso del dovere, al quale il Presidente ha fatto appello, testimonial di come il Paese urga d’analogo atteggiamento da parte della pletora dei governanti. La soluzione migliore, anche se storica: dopo Papa Francesco, primo Pontefice col nome del Poverello d’Assisi e non europeo, la rielezione d’un presidente per un altro settenario. Non che in passato non fosse stata agognata anche da altri predecessori tale probabilità, soltanto abortita sul nascere. Ora, invece, l’implosione ha richiesto anche che, sul Colle più alto della Capitale, l’inquilino in vedetta vi permanesse ancora per un altro mandato! Napolitano domani rigiurerà e poi via, al tanto lavoro che l’attende. In un momento in cui ha già dimostrato grande equilibrio ed abile capacità di mediazione. Mentre il Pd contempla le sue ceneri fumanti, Bersani ancora chino sotto una sconfitta che fa urlare al congresso quam celerrime le anime democratiche, già in pole position per rieleggere il gotha partitico, che per una conistente ala, non da numerare Renzi alla segreteria. Ma è la conta dei consensi ora da tenere sott’occhio. Il numero effettivo di coloro che si ritrovano nel partito per il rotto della cuffia o per autonoma scelta, anche con scarsa convinzione, alla luce della gestione di questi giorni. Certamente il Governo, anche ferito e claudicante, partirà. Accelerando i tempi per la legge elettorale, prioritaria non solo per i Saggi! Dopo, di nuovo alle urne, che ridisegneranno nuovi scenari, rimescoleranno le intese, che in effetti non ci sono state. Nella babele di questi giorni, viste e sentite di tutti i colori, fino a raggiungere il nonsense della politica. Questo il teatrino grottesco che di rete in rete, di rigo in rigo, colto da chi si chiede come poter guardare al futuro, senza presupposti chiari. Forse, partendo da zero, cioè da una politica che possa riconquistare sul campo consensi, con azioni che guardino non alle scaramucce partitiche, ma alle soluzioni per arrestare l’emorragia disoccupazionale, si potrà non ripiegare in bianco il certificato elettorale, ma recarsi alle urne, con la convinzione di scegliere candidati democraticamente scelti e non imposti dall’alto delle segreterie partitiche! Il  tempo, breve: buon lavoro Presidente!