Il suicidio politico di Franceschini

Angelo Cennamo

Alla vigilia delle elezioni europee, il Pdl naviga in alto mare ed i consensi per il presidente del consiglio raggiungono livelli senza precedenti per i governi della seconda come della prima repubblica. Il successo di Silvio Berlusconi lo si può misurare certamente attraverso alcuni buoni provvedimenti adottati dal suo esecutivo nel corso del primo anno di legislatura : il “repulisti” di Napoli, la ricostruzione avviata nel post-terremoto in Abruzzo, il dimezzamento degli assenteisti nel pubblico impiego, fino al respingimento dei clandestini dalle coste di Lampedusa. Ma il considerevole apprezzamento per il centro destra non lo si può attribuire solo al buon operato del governo. Berlusconi è forte nei sondaggi anche perchè il PD e la sua leadership appaiono troppo deboli ed inconcludenti. Quando Veltroni scese in campo per dare vita ai democratici, aveva in testa un progetto : costruire una vera sinistra riformista che si affrancasse definitivamente dai gruppi più estremisti della falce e martello e del sindacalismo rosso, e che sapesse fare opposizione senza demonizzare il proprio avversario politico. Le ambizioni di Veltroni dovettero ben presto fare i conti con una classe dirigente legata ai vecchi schemi del correntismo, e con un elettorato non ancora pronto per un new labour in salsa amatriciana. Il sostituto di Veltroni, Franceschini, ha scelto, invece, di contrastare il suo rivale su un terreno completamente diverso, quello cioè della delegittimazione morale dell’avversario. In questo senso, Franceschini sembra voler contendere lo scettro del giustizialismo al più navigato, in termini inquisitori, Di Pietro. Le ultime esternazioni del segretario ad interim sulle presunte lacune pedagogiche del premier hanno aperto un vulnus senza precedenti che rischia, da un lato, di far impennare ulteriormente Berlusconi nei sondaggi preelettorali, dall’altro, di affossare definitivamente il già disastrato PD, in odore di una nuova sconfitta alle europee. Franceschini non riesce a tenere dritta la barra e punta al gioco facile : l’antiberlusconismo a prescindere. Rilancia il gossip, affonda la lama nelle questioni private del cavaliere, e fa sfoggio di un’etica al di sopra di ogni sospetto. Così facendo, però, il traghettatore dei democratici si avventura per sentieri impervi e tortuosi sui quale difficilmente sarà seguito dagli elettori, compresi quelli di sinistra.