Salerno: Argentino sulla visita di Caldoro

Sulle sconcertanti dichiarazioni di Stefano Caldoro nella sua recente visita a Salerno sono già intervenuti, con puntualità e nettezza, amministratori e dirigenti politici, sottolineando, da un lato, come i drammatici tagli della Regione alle politiche sociali e alla spesa sanitaria stiano pesando in maniera devastante sulle fasce sociali più deboli e sul lavoro delle associazioni impegnate nelle attività di assistenza e nelle rete della solidarietà, e, dall’altro, il precipitare della crisi del CSTP che, negli ultimi due anni, ha subito tagli di risorse, dalla Regione, per circa 10 milioni di Euro e, dalla Provincia, per quasi due milioni di euro, e rimborsi, per chilometro percorso, più bassi di quelli assegnati alle altre aziende campane. Nessun  accento autocritico nelle parole di Caldoro che, tuttavia, continua a chiedere alle forze politiche un comune impegno e una più alta responsabilità istituzionale per governare la crisi pesantissima della nostra Regione. La richiesta è, di per sé, una esplicita ammissione di impotenza e una evidente denuncia dello sfaldamento del rapporto tra il governo della Regione e la società campana. Andiamo al nocciolo duro dei problemi che Caldoro, “riformista dell’evanescenza”, non è riuscito a risolvere in questi anni di governo. Nel sistema sanitario esplodono la conduzione centralistica del piano e i pesanti prezzi pagati alla clientela, con la lottizzazione politica di tanti “manager” estranei che hanno mortificato le eccellenze professionali della nostra sanità. E’ continua l’emergenza dei rifiuti: l’impantanamento nella crisi e l’incapacità di passare dal sistema delle discariche e del trasferimento dei rifiuti a quello di moderni impianti industriali, per i quali non è stata presa una sola decisione, continua a determinare pesanti costi sociali e grandissime sofferenze alle nostre comunità. Nel sistema dei trasporti, Caldoro rifiuta di inserire nel piano regionale la metropolitana di Salerno, ormai terminata, impedendo così che parta una fondamentale struttura per la mobilità della città. Non c‘è nessun progetto per l’aeroporto di Pontecagnano, nessuna idea per individuare un gestore di valore europeo e neanche un euro per l’allungamento della pista. Sui fondi europei la Regione non riesce ad impegnare più del 15% (sic!) delle risorse comunitarie, concentrando gli interventi solo nell’area napoletana e confermando la sua incapacità a sostenere il parco progetti proposto dai Comuni, primo tra tutti quello di Salerno, per arricchire l’armatura di reti infrastrutturali al servizio delle nostre comunità e del sistema delle imprese di tutta la Regione. Sul ciclo delle acque, la legge regionale dorme nel cassetto dell’assessore, mentre è ormai al collasso tutto il sistema della depurazione, con il rischio imminente di disastrosi danni ambientali, e non si interviene per la verifica e il rinnovo delle autorizzazioni alla gestione delle sorgenti e alla captazione delle acque. Ed intanto, delle poche risorse stanziate per la difesa del litorale, niente viene assegnato al Comune di Salerno, confermando che è pari a zero l’attenzione della Regione alla soluzione dei problemi del nostro territorio. Sono, ormai, evidenti tutti i limiti di funzionalità e di produttività della Giunta regionale, mentre, al contrario, la città di Salerno continua a dare esempio di grande capacità progettuale e di grande capacità di realizzazione, nonostante la sua iniziativa sia costantemente ostacolata.Ora, di fronte al quadro drammatico della società campana sfibrata dalla crisi, occorre abbandonare il linguaggio obbliquo e opportunista, i ragionamenti del politichese, uscire dai giochi del consociativismo del palazzo ed è bene, allora, che i Sindacati, le Associazioni degli imprenditori, i Comuni, tutte le forze politiche parlino il linguaggio della chiarezza, senza reticenze, rivendicando, prima di tutto, che le risorse della Regione sono risorse pubbliche e devono essere ripartite correttamente ed equamente su tutto il territorio regionale! Nel confronto istituzionale nessuno può sottrarsi dal dare il proprio responsabile impegno per contribuire ad uscire dalla crisi; ma il confronto, senza sconti all’immobilismo e ai disastri prodotti dalla Regione, deve dichiarare una esplicita discontinuità con il passato  e, quindi, deve partire dalla costatazione della pochezza dei risultati raggiunti e dalla necessità di cambiare tutto. Il confronto deve essere ancorato con rigore ai problemi da affrontare e, quindi, deve coinvolgere pienamente i sindaci, primi fra tutti quelli che hanno dimostrato la straordinaria capacità di cambiare il volto delle loro città (guardiamo a Salerno!). E’ con loro che  vanno costruiti scelte, progetti e investimenti per una nuova e più forte proposta di governo per le nostre comunità!

Fernando Argentino

 

2 pensieri su “Salerno: Argentino sulla visita di Caldoro

  1. Cribbio, Ferdinando!
    Ma davvero potete cianciare impunemente delle clientele altrui? Davvero avete l’autorità morale per censurare i “pesanti prezzi pagati alla clientela, con la lottizzazione politica di tanti manager” della giunta Caldoro? E’ come se, paradossalmente, le clientele deluchiane siano “buone”, giustificabili, salvifiche. Tutte le altre, esecrabili e da aborrire. Caro Ferdinando, le clientele non sono né di destra né di sinistra. Sono soltanto frutto del malcostume di una casta che, nonostante tutto, continua ad imperversare.

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