Berlusconi resta in sella

Angelo Cennamo

316 è il numero che alla Camera dei deputati tiene in vita il governo e il suo primo ministro dopo il grave scivolone sul rendiconto dello Stato, bocciato per un solo voto due giorni prima. Il fatto, che secondo alcuni avrebbe pochi precedenti, secondo altri nessuno, ha costretto Berlusconi a ripresentarsi alla Camera per chiedere la fiducia, la cinquantunesima dall’inizio della legislatura. Fino a pochi minuti prima della votazione non sembrava scontato che la maggioranza potesse reggere. Le annunciate defezioni di alcuni parlamentari del Pdl e del gruppo dei responsabili avevano, infatti, messo in dubbio l’esito favorevole dell’operazione. Del resto le fibrillazioni all’interno del centro destra sono cosa nota, e le pressioni esercitate su alcuni suoi esponenti da altre forze politiche, almeno in un paio di casi, si sono rivelate vincenti. Negli ultimi mesi il Pdl è diventato luogo di scontro tra i fedelissimi del Cavaliere e chi, invece, preferirebbe anticipare i tempi fisiologici della legislatura per ampliare i confini della maggioranza e puntare su una nuova guida. Anche la Lega vive momenti di tensione mai conosciuti prima, tanto che discutere della leadership di Umberto Bossi non è più un tabù. Il senatur comincia a dare segni di cedimento, fisico e umorale. Sbuffi, pernacchie e, ultimamente sbadigli, sono diventati per il ministro delle riforme il suo lessico abituale : il turno di Maroni potrebbe essere vicino. Insomma i tempi sono duri e la crisi internazionale di certo non agevola l’uscita dal tunnel o dal bunker, come preferisce dire qualcuno. Ma se ad Atene si piange, a Sparta non si ride affatto. La perenne crisi di identità del centro sinistra, orfana di un mediatore vecchio stile come Prodi e tra un po’ anche del suo unico argomento di discussione : Silvio Berlusconi, costringe Bersani a cercare improbabili affinità elettive tra l’Udc di Casini e il Sel di Vendola, partiti che in comune non hanno nient’altro che i rimborsi elettorali. Così la coperta dello “smacchiatore di giaguari” è diventata troppo corta per scaldare tutti, e a forza di tirarla, a destra come a sinistra, rischia di strapparsi ancora prima delle prossime elezioni. Un Pd alleato con Vendola e Di Pietro e schiacciato tra i diktat della Bce e le ambizioni della nuova Fiat non può avere prospettive rosee davanti a sè. La figuraccia rimediata alla Camera dove i “soliti stronzi Radicali” hanno rovinato la spallata del numero legale, ha inoltre evidenziato delle crepe poco rassicuranti per una forza politica, oltretutto, ancora all’opposizione. E allora, cosa dovremmo augurarci per il futuro di questo Paese così sgangherato? A ciascuno il suo auspicio, ma è fuorviante ritenere che un eventuale passo indietro di Berlusconi possa portare ad una rinascita della Nazione da un giorno all’altro. Piuttosto sarebbe meglio che il Cavaliere si desse una mossa e decidesse di varare, prima che sia troppo tardi, un pacchetto di riforme utili al rilancio del libero mercato, che qui da noi è ancora una chimera. Intervistato fuori da Montecitorio in occasione della votazione, l’ex ministro Antonio Martino ha suggerito al governo di non attuare più manovre ma riforme. Ecco, lui è uno che se ne intende!  

14 pensieri su “Berlusconi resta in sella

  1. Molto opinbile mia caro, certo presentabile e rispettabile, ma sonoramente di parte.
    1. Lei intende data una condizione: Sel ed Udc insieme è impossibile, cosa chiaramente complicata ma, certo, con una probabilità minima di successo, visti i radicali a discutere con Berlusconi….
    2. Lei ritiene un fenomeno compiuto: la crisi di idnetità della sinistra (cosa possibile, ma non certo un concetto immanente di ieri, di oggi e dei prossimi dieci anni), mentre Bossi “inizia a dare segni di cedimento …” è un fenomeno che inizia appena appena a compiersi.
    3. Lei chiede a Mr.B di fare cose che si fanno in fase di consenso alto e di truppe allineate (primi anni…), ed anche quì, … esponi un fenomeno che può ancora compiersi.
    Ecco, mi sembra una calibrazione arbitraria e sbilanciata da una parte di cose nel loro senso reali e vere. Un po’ come la foto di B&B che avete esposto: è la loro ma non vedo nè capelli da una parte, nè sbadigli dall’altra….
    Dal mio punto di vista:
    1. Mr. B è rimasto solo lui e la sella (ovviamente c’è ancora qualche benefit e scillipoti…) ma mattina gli portano sondaggi imietosi che imporrebero gesti di dignità ma lui risponde solo: ho 316 soldatini.
    2. La lega alle prossime elezioni perderà almeno il 15% dei suoi consensi.
    3. La sinistra, gravemente, elude la sfida, da avviare oggi, di presentare un percorso (sei mesi …) di confronto serrato con Udc ed altre forse civiche, finalizzato alla definione di un programma decennale per l’italia, sul quale far venire fuori allo scoperto chi ci stà, chiamando sia Sel, sia Di Pietro, sia la Cgil ad atti di assunzione di responsabioità, altrimenti via …!
    Poi ecco, chiedere agli altri di mostrare con nettezza il proprio credo e non concedere loro la possibilità di pagare un prezzo alle proprie idee, in nome della mediazione, di provare a costruire una condivisione, mi sembra troppo ingeneroso anche da parte di opposti ultras…. A parte le idee sulla giustizia, sulle modalità di esercizio personale del proprio potere e su altro …, non ho ancora ben capito quali sono le idee del Pdl su chiesa, famiglia, economia di stato, politiche giovanili, politica industriale e, oltre a non averle capite non ne ho visto manifestazioni politiche e legislative …. (chiesa o laicismo? economia libera o finmeccanica e bertolaso? ruolo sociale della famiglia o individualismo? riforma dello stato o ministeri a Monza?). Certo, una cosa l’ho capita: negli ultimi dieci anni, come tutti i partiti-regime, il Pdl è stata la casa di tanti, troppi…, sonoramente diversi tra loro, certamente più propensi a godere i benefit della location che a chiedersi i vicini chi erano e cosa pensavano (il caso pdl salerno ed agro nocerino sarnese è emblematico… sante pollastri ed un presunto immacolato girardengo …).
    Concordo con Lei che scacciato l’amico del rais (per semplicità…. come per i comunistos…) da un giorno all’altro non si fa una nazione: per me, però, questo è un motivo in più per scacciarlo di corsa e cominciare subito, senza geni che hanno più di sessantanni, senza unti (per Lei…, per me solo ungenti …), concedendo alla politica una nuova apertura di credito. Altrimenti, caro Cennamo, vedrà indignados da una parte e santanchè dall’altra, Martino non parlerà mai più ….

  2. @Angelo:

    l’altra sera Monti diceva che sarebbe il momento buono per pacificare il Paese e fare una sorta di “governissimo” con tutti i partiti che ci stanno. Secondo me quello che mancano sono gli uomini di buona volontà perché l’idea tanto cattiva non è.

  3. Cari amici,
    parto dall’ultima considerazione di Billy : Monti suggerisce un “governissmo”. Per fare cosa? Non si litiga abbastanza all’interno di ogni singola coalizione? Non scherziamo. Se c’è una cosa che funziona nel nostro Paese è la democrazia dell’alternanza : il bipolarismo.

    A Smarigli dico di non essere affatto convinto che Berlusconi riuscirà ad attuare le riforme invocate dalla Bce. Ma qualche timido segnale è stato dato : libertà di licenziamento (art. 8). A questo si aggiunga il pareggio di bilancio previsto entro il 2013, fatto straordinario per qualunque Paese europeo oltre che per il nostro. Non oso immaginare cosa farebbe Vendola, una volta al governo, di quel programmino impostoci dall’europa.

    Nello stesso tempo, credo che le dinamiche elettorali interne risentano solo in parte dei rapporti internazionali. L’esito delle regionali in Molise sono emblematiche di come gli elettori guardino con diffidenza una colazione di estrema sinistra ( Pd, Sel e Idv) rispetto ad un’altra moderata e liberale, con l’Udc alleata del Pdl.

    Smarigli lei crede davvero possibile un’intesa tra Vendola e Casini. E su cosa?

    Quanto alle presunte contraddizioni da lei indicate all’interno del centro destra ( chiesa o laicismo….) non mi sembrano essere tali. Che vuol dire : “chiesa o laicismo”? Piuttosto io parlerei di cristianità e laicità : temi assolutamente compatibili secondo le regole della libera Chiesa in un libero Stato( Cavour, ovvero il primo fondatore del partito liberale di massa). Oltretutto nel Pdl, ma anche nella Lega, le opinioni su : aborto, fecondazione assistita, ricerca sugli embrioni, testamento biologico, matrimonio e così via, sono molto poco diversificate. Su cosa concordano Vendola e Bagnasco? Forse sull’immigrazione. Ma su tutto il resto hanno poco da spartire.

    Non voglio passare per un assolutore di Berlusconi, ma in prospettiva credo che le sinistra del Pd, di Sel e Idv, possano solo fare di peggio. I sondaggi, del resto, lo confermano : il Pdl, in europa, è l’unico partito di governo che regge il confronto con i propri oppositori.

  4. @Angelo:

    ma non lo dice solo Monti, Monti è solo l’ultimo a dirlo. Non c’entra il bipolarismo, si tratterebbe di un governo del tutto transitorio, volto a risolvere una situazione di grave emergenza sociale ed economica, facendo cose che il governo attuale, con la situazione che riporti, non può fare.

    Comunque, la puntata in cui è apparso la trovi qui gratuitamente (dura una mezzora, credo): http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50236586

  5. @sempre ad Angelo (non avevo letto il resto della risposta):

    il programma della BCE non è fatto solo di riforme liberali: ci sono delle stranezze come quella degli assegni di disoccupazione. Di più: ci sono stranezze in un governo che propone di fare da garante per i mutui dei precari. Come ti dicevo altrove, potrai trovarti nella situazione in cui il datore di lavoro precario farà perdere il posto al precario, lui dovrà pagare il mutuo, non si potrà permettere la rata ma contemporaneamente percepirà la disoccupazione. Angelo… e chi paga? Quindi, io non so sinceramente cosa farebbe Vendola, ma queste due misure, quella della BCE e quella del Governo, tutto sembrano tranne qualcosa che va nel senso di una forma di liberismo (anzi, mi pare che torni il peggiore statalismo pre-Tangentopoli).

    Un appunto veloce: PD, IDV e SEL sommati non danno una coalizione “di estrema sinistra”. In tutti i casi, si deve ancora vedere se Casini, Fini e Rutelli mettono su un soggetto di centro completamente nuovo e se può valere qualcosa in termini di voti.

  6. Egregio Cennamo,
    Lei, secondo me, è esattamente un assolutore di Berlusconi ed è anche assolutista, come se Mr., che è stato chiaramente unità di misura di ogni cosa accaduta in Italia nell’ultimo quindicennnio, lo debba essere ancora per i prossimi venti anni.
    Sarebbe ora che tutti noi divenissimo assolutisti dell’obbligo di edificare nei prossimi dieci anni una nuova Italia, abbassando l’età media della popolazione occupata, eliminando totalmente dal dibattito politicismi oramai esistenti solo tra “gli occupati della politica”. Lei, in quanto contemporaneo, si deve rendere conto del ridicolo dove l’Italia è giunta, Lei deve affrontare il futuro partendo da un default, anzi dal default: l’unto che non ha unto con niente di buono, lasciando l’Italia unta da un bipolarismo diurno costruito su slogan e totalitarismi e da un consociatisvimo connivente e privato, ai danni del popolo!.
    Bisogna mettere in campo l’Italia del trentenni (internet, lingue straniere, mobilità mentale e lavotariva…, capacità di guardare negli occhi la politica senza venerarla ma imponendo ad essa l’obbligo del servizio): io oggi francamente vedo una Italia migliore della sua classe politica e dirigente, a sua volta migliore della sua icona dell’ultimo quindicennio, arroccata con 316 soldatini ed incurante di 7 italiani su dieci che non ne vogliono proprio più sapere, altro che partito che regge il confronto con gli oppositori.
    In Italia, per strada, c’è già aria nuova: 316 soldati (e mi fermo quì..), una struttura di potere e mediatica verticale, dal centro alla periferia; questo è ciò che è rimasto. Se non ci pensa la società civile, beh, sappiamo cosa potrà succedere. Nel frattempo nel mondo avremo buona immagine per i prossimi venti anni.

  7. Le riforme che chiede la Bce non sono liberali ma ultraliberiste : flessibilità nel mercato del lavoro, aumento dell’età pensionabile, riduzione della spesa pubblica con, in extrema ratio, la riduzione degli stipendi dei dipendeti pubblici, pribvatizzazioni e liberalizzazioni, sostituzione della cassa integrazione con sussidi temporanei. Vendola, Rosy Bindi, e Bersani sono su una sponda opposta, basti vedere il caso Pomigliano, il referendum sull’acqua pubblica e la riduzione dell’età pensionabile che attuò Prodi dopo la riforma di Maroni. Il governissimo, dici tu, farebbe poche cose : quali, e soprattutto come?

  8. @Angelo:

    non “dico io”, dice Monti 🙂 Se vedi la puntata (se ne hai il tempo), ad un certo punto spiega cosa, come e perché in poche parole. Attenzione, perché parla da politico…

  9. @sempre ad Angelo:

    se l'”ultraliberismo” in Italia negli ultimi 10 anni non è mai stato scelto da nessuno dei governi (che sono stati quasi tutti governi Berlusconi), forse c’è qualcuno in Italia che a queste misure per qualche motivo non crede e questo qualcuno siede sia a destra che a sinistra nel parlamento: voglio dire, se hai una idea ed hai i numeri per farla passare, la metti al voto e te la approvi. La stessa impresa italiana sembra freddina rispetto ad alcune misure. Insomma, la BCE può dire quello che vuole e proporre tutto ciò che ritiene utile: tuttavia, le sue ricette vanno calate nelle realtà “locali” e vedere se e come possano essere recepite. Non credo sia sempre colpa di chi organizza i referendum, qui negli ultimi 3 anni non si è capito bene cosa abbia fatto il governo, è sembrato quasi assopito, e non è opinione solo mia (magari!)…

  10. Dici bene : gli italiani sono essenzialmente statalisti. Quelle riforme erano nel programma di Forza Italia fin dal 1994. Se la destra ( in parte) non le ha varate questo è dovuto ad una serie di resistenze esterne ed interne che hanno fatto prevalere altri stili do governance. Ma ora non si può aggirare l’ostacolo ( per fortuna, aggiungo io).

  11. @Angelo:

    va be’, vediamo che fanno: spero cambino idea sulla questione mutui, almeno per come è trapelata… Sull’aderenza totale ai dettami della BCE ho qualche dubbio, ma non tanto perché chi si trova al governo non sia capace di realizzarlo (cosa tutta da dimostrare), quanto per il fatto che siamo un paese lento a recepire le novità in situazioni normali, non oso immaginare sotto pressione cosa possa succedere 🙂

  12. Ci vuole una bella faccia tosta per preoccuparsi di cosa farebbe Nicky Vendola e non fare alcun caso a quello che sta facendo Bossi con le pensioni! Altro che BCE!!

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