Salerno: Giovedì del Cinema dei Diritti Umani “Cutro, Kiev, Gaza”

Salerno: Giovedì del Cinema dei Diritti Umani “Cutro, Kiev, Gaza”

L’Europa e l’Italia tra migrazioni e guerre
La manifestazione salernitana, collegata al Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, giunge quest’anno alla XI edizione con un titolo che riassume la complessità dello scenario politico internazionale, segnato da numerosi conflitti armati, tra cui due (Ucraina e Palestina) particolarmente a noi vicini e profondamente connessi con la politica estera dell’Unione Europea. Sono guerre che arrivano a deflagrare dopo decenni di tensioni accumulate in contesti che necessitavano di scelte coraggiose, mai adottate dalla diplomazia internazionale, conflitti che sono cresciuti in sordina, nell’indifferenza della politica globale e delle determinazioni delle Nazioni Unite, moltiplicando gli effetti di squilibri storici e di politiche neocoloniali che hanno generato, tra l’altro, poderosi flussi migratori.
A ben guardare, sono proprio le migrazioni, originate dai Paesi che sono stati al centro di queste diatribe, a offrire la misura di vecchi e nuovi squilibri socio politici. Il conflitto siriano e le guerre di Iraq e Afghanistan avevano già creato drammatici esodi collettivi, ma l’invasione russa dell’Ucraina, dopo anni di sanguinosi eventi locali ignorati, ha rimesso in discussione il rapporto tra la ex Cortina di Ferro e Alleanza Atlantica e creato l’atmosfera ideale per un’altra gravissima lacerazione, quella israelo-palestinese. Conflitti mai spenti richiamano altre guerre, secondo un pericoloso effetto domino che prosegue dal secondo dopoguerra mondiale e altre guerre sono pronte a deflagrare.
Il Mediterraneo è continuamente solcato da vascelli carichi di profughi, come se non bastassero i migranti climatici e i fuggitivi africani che cercano riparo da fame, malattie e dittature neocoloniali. Da est ad ovest, il mondo non riesce più a frenare le tante guerre locali che, anzi, ambiscono a diventare globali, perché accomunate da un solo unico “sistema di sviluppo” che consuma senza tregua le risorse primarie più preziose, dissanguando i Paesi poveri e incitando le potenze economiche occidentali all’accaparramento sempre più spietato di materie prime per reggere la competizione economica globale.

L’Europa sembra un vascello nel mare in tempesta che non è in grado di offrire antidoti alle tragedie che si consumano ai suoi confini; la decisione di chiudere le frontiere ai flussi migratori diventa sempre più netta, ricorrendo al decentramento delle frontiere, seguendo l’esempio tanto vituperato dell’Australia. Una diplomazia non al passo con le repentine mutazioni politiche e sociali ha reso il Vecchio Continente un luogo che irride al Diritto, non più la terra promessa della convivenza pacifica, ma un blocco schierato con le politiche della Nato, fedele ed obbediente, che ripropone gli schemi della Guerra Fredda degli anni Sessanta e la corsa al riarmo nucleare.
Ci è sembrato quindi giusto soffermarci, nella breve e limitata scelta dei nostri “Giovedì” di Cinema e Diritti Umani, su alcune contraddizioni delle politiche europee, partendo dal cinismo con cui l’Italia ha affrontato la tragedia di Cutro, cancellando l’asilo politico e stravolgendo le convenzioni e le leggi sulla tutela dei minori, per proseguire poi con l’analisi delle regole recentemente approvate dall’Unione Europea per gestire la prima accoglienza dei migranti e finendo, quindi, con uno sguardo ai dolorosi conflitti di Kiev e di Gaza che stanno superando, in ferocia, le stragi delle dittature sudamericane, riproponendo i genocidi che hanno segnato il Novecento, guerre a cui l’Europa assiste
passivamente, senza rivendicare una propria autonoma posizione.
Questa edizione de “I Giovedì” rifletterà sulle trasformazioni dell’Unione che, pur giovanissima, fa impallidire le sue pur nobili radici. Un vento di egoismo nazionale e sovranista sta soffiando su tutto il Continente, Italia compresa, favorendo l’escalation dei conflitti e la criminalizzazione della solidarietà e trova, in alcuni Paesi particolarmente esposti alla tenuta dei confini, sostegno per politiche aggressive di riarmo, di rifiuto dell’ospitalità, di belligeranza.
Il nostro Cinema proporrà immagini e testimonianze di queste crisi, ma anche idee e progetti di Pace per fare tesoro delle enormi contraddizioni che questi asfittici orizzonti politici stanno mostrando. Prima che sia troppo tardi.