Nocera Superiore: IC “Fresa Pascoli”, precetto pasquale nel rispetto ed apertura religiosa

Nocera Superiore: IC “Fresa Pascoli”, precetto pasquale nel rispetto ed apertura religiosa

Dirigente Scolastico Michele Cirino

Il giorno 22 marzo 2024 la comunità scolastica Fresa – Pascoli è stata accolta dalle Chiese del territorio da don Fabio, da don Giuseppe, da don Raffaele e dalle rispettive  comunità parrocchiali.

Questo incontro è stata una vera e propria opportunità per crescere insieme nella conoscenza e nella comunione culturale , anche se con pensieri e credi differenti.

I protagonisti della mattinata sono stati gli alunni che hanno posto ai sacerdoti  varie domande.

Innanzitutto, tale momento ha dato la possibilità a tutti di far visita ad una chiesa, luogo di culto dei cristiani, e poi di apprendere aspetti della fede cristiana e di confrontarsi su temi importanti che riguardano la vita e la persona umana.

Pensiamo con queste esperienze che la diversità sia sempre una ricchezza, non un nemico da combattere o da escludere.

Conoscere fedi diverse, idee diverse, ascoltando, dialogando e rispettando, è sempre un’occasione per diventare persone più belle e capaci di costruire percorsi di pace.

IL PERCHE’ DELL’INCONTRO

Il criterio principe dello sviluppo culturale, sociale ed economico di una collettività deve avere come obiettivo educativo quello di «permettere all’uomo di essere più uomo». Lo sviluppo per un popolo, per una famiglia o persone «non può essere ridotto alla semplice crescita economica», deve invece fare in modo che »lo star bene» di una collettività, di una famiglia, di una persona sia realmente omnicomprensivo della capacità di potersi «spendere per l’altro» nella libertà garantita per un’autentica crescita morale, sociale, culturale e spirituale dei soggetti che abbiamo indicato.

Chi si occupa del bene comune, e quindi di uno sviluppo a tutto campo della vita della comunità civile, ha il compito primario di garantire e promuovere un’uguaglianza nel riconoscimento della dignità di ogni persona nella sua dimensione

Lo sviluppo integrale della persona non potrà realizzarsi senza lo sviluppo solidale dell’umanità intera: «L’uomo deve incontrare l’uomo, le nazioni devono incontrarsi come fratelli e sorelle, come figli di Dio. In questa comprensione e amicizia vicendevoli… noi dobbiamo cominciare a lavorare assieme per edificare l’avvenire comune dell’umanità».

Lo sviluppo integrale della persona e un’autentica fraternità fra i popoli «non possono aver luogo senza lo sviluppo solidale dell’umanità», e cioè senza che si realizzi a livello internazionale una concreta cultura di accoglienza e di sensibilità dove «ogni uomo, senza esclusione di razza, di religione, di nazionalità possa vivere una vita pienamente umana… un mondo dove la libertà non sia una parola vana.

Il desiderio concreto dell’inclusione porti confronto sereno tra civiltà attraverso un dialogo sincero e un vivere sociale dove tutti contribuiscono alla serenità del vivere civile, evitando contrapposizioni integraliste di ogni matrice.

Chi ha il compito di promuovere il bene comune ha anche l’obbligo della tutela della dignità di ogni persona, offrendo parametri educativi, sociali ed economici che offrano la sicurezza, l’integrazione e la conoscenza dei valori civili e spirituali del paese o della regione dove i rifugiati sono accolti.

Senza un vero dialogo centrato sulla persona umana, i suoi diritti e i suoi doveri, lo sviluppo integrale della persona e dei popoli sarà ancora lontano.

La nostra cultura, che ha le radici nei valori di cui il cristianesimo è foriero, può aiutare a superare certe ostentate pretese e togliere quella diffidenza che spesso ha le sue radici nella insicurezza e nella sopraffazione.

Anche in casa nostra è necessario uscire da un isolamento che, impedendo la reciproca conoscenza da ambo le parti, mantiene pregiudizi da una parte e, dall’altra ostenta differenze radicali che impediscono di sperimentare quel comune impegno, pur nella diversità, a operare per quel bene comune che non può non garantire giustizia, libertà e inclusione sociale, valori questi che sono e debbono essere alla base del vivere degno dell’uomo in ogni parte in cui vi è la presenza della famiglia umana.

Per L’IC  FRESA PASCOLI l’educazione è una componente ineludibile del cammino di civiltà che tutti noi intraprendiamo nella complessità del momento, una vocazione che va ben oltre il quadro delle materie di insegnamento.

L’educazione è un “dovere ineludibile”, una “sfida pressante” e, la PERSONA, l’uomo e la donna, è un modo di partecipare al ruolo importante per la costruzione di un nuovo umanesimo più sostenibile.

Quando ci avviciniamo all’educazione non possiamo farlo pensando a qualcosa di puramente umano, concentrando la questione sui programmi, sulla formazione, sulle risorse, sugli spazi di accoglienza, perché la vocazione educativa ci chiede di dare voce a una Parola che non è  è  solo nostra, che va oltre noi, che ci trascende.
Per la nostra comunità scolastica , quindi, “logicamente”, l’insegnamento della scuola, la nostra vision e mission, il suo contenuto è aperto a tutti i rami del sapere e a chiunque cerchi questa istruzione. Così come diciamo che l’attività della scuola non si riduce all’insegnamento delle materie, ma alla formazione delle persone nella loro integrità  così, quando parliamo di scuola a sistema formativo integrato, inclusiva  ed accogliente è altrettanto indispensabile quella componente profetica che dà all’uomo non solo la capacità di acquisire conoscenze, ma anche di conoscere se stesso e di riconoscersi come un essere capace di amare e di essere amato.
Non si tratta di “fare proselitismo” e tanto meno di “escludere dalle nostre scuole coloro che non la pensano come noi”. La scuola è configurata “come una lezione di vita in cui si integrano diversi elementi”, in stretta collaborazione con altri organismi, come la famiglia o la società. In questo modo, “nell’impercettibile, nel vissuto”, l’identità della scuola riuscirà “a rendersi presente e ad entrare in dialogo e ad essere una parola che può, allo stesso tempo, essere una sfida per le persone di fede e costruire ponti di dialogo con i non credenti”.
 La prima caratteristica è che il suo invio è allo stesso tempo “un atto di amore e un atto di obbedienza” e un insegnamento che nasce dalla comunione che è innanzitutto contaminazione culturale. “Le nostre aule non sono monadi, le nostre scuole non sono compartimenti stagni”, ma scenografia  e luogo operativo per la costruzione di “un progetto comune che ci trascende e va oltre noi”.
La seconda caratteristica è che “siamo in movimento”. la scuola cammina sempre, ed esorta i suoi Studenti  a fare lo stesso, ordinando loro persino di andare avanti ai nostri docenti, per raggiungere i confini della cultura e delle barriere epistemologiche del sapere. Così, l’IC FRESAPASCOLI , nelle sue iniziative, deve farsi carico dei problemi sociali, a livello locale e universale, deve imparare e, in questo apprendimento, insegnare ad aprire la mente a nuove situazioni e a nuovi concetti, a camminare insieme senza escludere nessuno, a stabilire punti di incontro e ad adattare il linguaggio in modo che sia capace di catturare l’attenzione di chi è più lontano.
Tutta la nostra comunità scolastica riconosce che è necessario dare la migliore formazione possibile agli studenti, ma è anche indispensabile, “renderli uomini e donne che non si accontentano di accumulare conoscenze”, in modo che “questa dottrina permetta loro di acquisire la saggezza che li farà crescere e farà crescere gli altri,. In breve, svolgere il lavoro di un artigiano per raggiungere “la sublime conoscenza della cultura tutta in movimento.