Mercato San Severino: tradizioni del Carnevale ricordate da Anna Maria Noia

Mercato San Severino: tradizioni del Carnevale ricordate da Anna Maria Noia

Ieri la Professoressa Anna Maria Noia ha intrattenuto l’Assemblea dell’U.T.E. parlando delle tradizioni del Carnevale sul nostro territorio.

I soci iscritti da molti anni all’U.T.E. conoscevano bene il papà di Anna Maria, l’indimenticabile Gino Noia, figura eminente nel panorama culturale della Valle dell’Irno, come Storico del Territorio e non solo, ricordando gli interventi del Prof. Gino Noia all’U.T.E.
Appena Anna Maria ha cominciato a parlare si è avuta l’impressione che l’eredità culturale del Prof. Noia fosse passata in tutta la sua ricchezza alla sua brava figlia che, come un fiume in piena, ha iniziato a trattare il Carnevale con dovizia di particolari, spaziando dagli aspetti storici a quelli socioculturali, soffermandosi in particolare sui riti e le tradizioni che caratterizzano questo lieto periodo che precede la Quaresima.
Le origini del Carnevale si perdono nella notte dei tempi ed è necessario risalire a Plauto e alle “palliate”, nonché alla Commedia dell’Arte e alle maschere più famose che incarnano ognuna le caratteristiche peculiari della città d’origine. Il Carnevale celebra la vita che rinasce, quando finalmente le giornate si allungano. Nella Valle dell’Irno “L’intreccio”, ossia la danza di giovani coppie che intrecciano rami fioriti, rende pienamente l’idea della vita che ritorna sulla terra, quando ormai la Primavera è vicina.
Anna Maria Noia ha parlato della Canzone di Zeza (che già  presentò il Professore Nino Negri), dove la moglie di Pulcinella irride il marito che è ormai vecchio e deve rassegnarsi a dare la figlia in sposa perché la vita continui attraverso una giovane coppia.
Il Carnevale era in passato un periodo nel quale tutto era permesso, anche deridere nobili e religiosi con scherzi di ogni tipo e coincideva con il periodo nel quale si macellava il maiale. A tavola quindi si mangiava a crepapelle, bevendo a sazietà. Anna Maria Noia ha elencato tra i piatti della tradizione, la lasagna, il soffritto, le polpette, il migliaccio, il “tegame” uno sformato di pasta ripieno di ogni ben di Dio!
Insomma, si sa:” Semel in anno licet insanire”, dicevano i Latini e noi, sul nostro territorio, a Carnevale rispettiamo la tradizione e non ci facciamo mancare proprio nulla!