Padre Giuliano Di Renzo
Il medioevo non era ipocrita e laidamente peccatore come la nostra età.
La Madonna come mamma vera e Gesù, Dio uomo, come bimbo vero.
Il Signore che tutto e tutti ha creato ama la natura che ha creata e le sue creature come le ha fatte.
Egli non finge quando nasce uomo tra gli uomini, non finge quando si affatica, ha sete, ha fame, soffre, non finge quando muore.
Non usa la sua onnipotenza per alleviare se stesso, semmai la usa per soccorrere gli altri sino a far miracoli per essi, per sostenere la sua umanità sofferenza e nel dolore atroce della Passione e morte di croce.
Anche nella morte volle essere vigile, senziente e consenziente. Anche un leggero assopimento atto ad alleggerire la sofferenza avrebbe sminuita la sua coscienza e ridotta la sua libertà e con questa la generosità nella totale donazione di se stesso.
La libertà é la condizione dell’amore, il fine della libertà’. Gesù sulla croce non volle perciò il sollievo del fiele perché nel dono di sé non avesse mai perso Egli la piena coscienza di sé e con questa la piena libertà dell’amore.
Mai Gesù usò la sua onnipotenza a proprio favore ma per soccorrere i poveri, gli indifesi, richiamare gli smarriti, sollevare i sofferenti, curare le piaghe dell’anime, la più grave e grande di tutti é la sete di amore.
Di amore vero, che non opprime, non lacera ma solleva e restituisce libera  l’anima a se stessa. Senza mai chiedere nulla in cambio, perché “vi é più gioia nel da che nel ricevere” (At 20,35).
“Avendo amato i suoi li amò sino alla fine” (Gv 13,1).
Purtroppo per gli uomini l’amore é altro dall’amore vero, é eros non agape, per cui  ciascuno misura l’amore degli altri sulla  misura del modo di amare, ossia del proprio non amare, volgare, sporco egoistico e passionale.
Gli uomini sono maliziosi e tutto imbrattano abbassando allo schifo delle loro passioni.
Bene quindi la massima evangelica: “Non date le perle ai porci, perché non si rivoltino contro di voi e vi sbranino”.