La Voce e la Vita della Chiesa: Festa degli Angeli  custodi

La Voce e la Vita della Chiesa: Festa degli Angeli  custodi

 Diac. Francesco Giglio

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi, dunque, è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (cfr. Mt 18,1-5.10).

Gesù sapeva bene che la sua Chiesa non sarebbe stata immune da una delle malattie più radicate nel cuore dell’uomo: il desiderio di voler primeggiare sugli altri. Ai discepoli che cercano di sapere chi sia il più grande nel regno dei cieli, Gesù risponde con un gesto eloquente: prende un bambino e lo pone al centro. Il bambino nelle società antiche e anche in quella ebraica, non godeva di particolari diritti. Mettendo al centro quel bambino, Gesù capovolge questa realtà facendolo divenire il simbolo e il modello al quale il discepolo è chiamato ad ispirarsi. Al centro della Chiesa c’è il piccolo, il povero, l’umile.  Secondo il Vangelo la vera grandezza è la piccolezza. Nel Regno di Dio conta solo chi si mette all’ultimo posto. Chi non ha potere, perché totalmente affidato alle cure degli altri e disarmato protende le sue mani alla ricerca di tutto. L’atteggiamento fondamentale della comunità di Cristo è l’accoglienza. Solo chi accoglie il piccolo, accoglie davvero il Signore.

Oggi la Chiesa fa memoria dei Santi Angeli, espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, come Angeli Custodi. Questa festa si celebra dal 1670 il 2 ottobre, per volontà di papa Clemente X (1670-1676).  L’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70). Tutti i Padri della Chiesa e i teologi hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta. La loro esistenza è documentata in vari episodi narrati sia vel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento: la lotta con l’angelo di Giacobbe (cfr. Gen 32, 25-29); la scala percorsa dagli angeli, sognata da Giacobbe (cfr. Gen, 28, 12); i tre angeli ospiti di Abramo (cfr. Gen 18); l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto. L’annuncio ai pastori della nascita di Cristo; l’angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino; gli angeli che adorano e servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto; l’angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne, la resurrezione di Cristo; la liberazione di s. Pietro, dal carcere e dalle catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica dell’Apocalisse di S. Giovanni Evangelista. L’ Angelo Custode indica l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (cfr. Mt 18,10). La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre a quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Questa festa degli Angeli custodi, dunque, lungi dall’essere una devozione di altri tempi, ci rimanda all’annuncio evangelico. Dio ci accoglie nel suo cuore e ci invita ad accoglierlo nei piccoli e nei poveri, rendendoci custodi gli uni degli altri. Con questi sentimenti nel cuore, recitiamo in modo sentito la preghiera dell’Angelo di Dio e riflettiamo sull’importanza di avere accanto a noi un compagno di viaggio che è per noi guida e luce sulla via della santità.