La Voce e la Vita della Chiesa: ”L’Eucarestia: cibo che sazia per l’eternità“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”L’Eucarestia: cibo che sazia per l’eternità“

Diac. Francesco Giglio

In quel tempo, avendo udito della morte di Giovanni Battista, udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!».  Ed egli disse: «Portatemeli qua».  E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.  Tutti mangiarono e furono saziati, e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati.  Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini ”(cfr. Mt 14,13-21). Il Vangelo di Matteo ci chiede di meditare sui gesti e sulle azioni di Gesù. “Al mattino, ancora a notte fonda, Gesù si alzò e uscì, se ne andò in un luogo solitario e lì pregava” (cfr. Mc 1,35). Nella sua preghiera Gesù stabilisce un tempo di comunione con il Padre. Ritornando tra le folle, le sue parole e le sue azioni sono il frutto dell’amore e della misericordia del Padre. Il cuore di Gesù è la cassa di risonanza di Dio. Egli sente compassione delle persone e il suo cuore è rattristato dalle loro sofferenze. Quando gli Apostoli dicono di avere solo cinque pani e due pesci, Egli accolse ciò che gli veniva presentato e alzati gli occhi al cielo, pronunciò la benedizione. Preludio questo dell’istituzione dell’Eucarestia e dono di Dio per sfamare il suo popolo in cammino verso la terra promessail cielo”.

Questo cibo per la vita eterna non è più la manna del deserto, che smorsava la fame di ogni giorno, ma la “Carne e il Sangue” di Gesù divenuta “la Manna nuova che sazia per l’eternità”. In questo brano del nostro Patrono S. Matteo, si evidenzia per quando poi ritorna l’ennesima volta, che gli Apostoli si sentono in dovere di suggerire a Gesù come regolarsi per l’occasione. Anche oggi spesso si verifica che, molti uomini di Chiesa, si sentono in obbligo di dire a Gesù cosa deve fare. L’aspetto paradossale è che non volendo in prima persona agire, demandano ad altri il da farsi. Ancora una volta Gesù si sente circondato da persone che non recependo il suo disegno d’amore, pensano solo a sé stessi. Questa prassi, in tutti i settori della società da quello sociale a quello psicologico, è diventata uno stile di vita. Si crede di salvare sé stessi con la scusa di salvare gli altri. Peccato che questo modo di fare ci fa dimenticare che noi “ci salviamo solo se salviamo tutti gli altri”. È quindi il caso di ricordare un vecchio detto che recita così: “ in paradiso si va insieme, all’inferno si va da soli “. A noi non è chiesto di fare gli eroi a tutti i costi, ma nemmeno di essere egoisti fino al punto di pensare solo a noi stessi. Prendiamo esempio da tutte le mamme del mondo che per amore dei propri figli a volte, si privano di tutto. In questa donazione nasce la vera salvezza. Infatti, solo donandosi agli altri salviamo noi stessi. Ce lo insegna anche il Santo di Assisi che quando era molto giovane e pieno di sogni, sentì la chiamata di Gesù ad essere povero come Lui e a restaurare la Chiesa con la sua testimonianza. Rinunciò a tutto con gioia divenendo il santo della fraternità universale, il fratello di tutti, che lodava il Signore per le sue creature. Nella sua stupenda preghiera semplice ci suggerisce di rivolgersi al Padre con queste parole: Maestro, fa che io non cerchi tanto ad esser consolato, quanto a consolare; Ad essere compreso, quanto a comprendere; Ad essere amato, quanto ad amare. Poiché, così è: Dando, che si riceve; Perdonando, che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna”.