La Voce e la Vita della Chiesa: ”La presentazione di Gesù Bambino al Tempio“

La Voce e la Vita della Chiesa: ”La presentazione di Gesù Bambino al Tempio“

Diac. Francesco Giglio

Noi cristiani proclamiamo che Gesù Cristo è la “Luce che illumina tutte le nazioni”. Tra la festa di Natale e quella di Pasqua, molti popoli ricordano con una “processione di luci”, che Gesù è l’autentica luce del mondo.

Il 2 febbraio la Chiesa celebra la festa della “Presentazione di Gesù Bambino al Tempio”. La Legge di Mosè prevedeva che, con un’offerta, si riscattasse il primogenito e avvenisse la purificazione della puerpera. Maria e Giuseppe, essendo poco distanti (non sono ancora tornati a Nazaret), salgono al Tempio di Gerusalemme e obbediscono al precetto mosaico. Nell’atto di compiere questo rito, incontrano due persone anziane, Simone e Anna che rappresentano l’attesa del popolo d’Israele e il compimento delle promesse dei profeti. Gesù viene accolto con gioia da questi due anziani. In modo del tutto particolare il vecchio Simeone vede nel bambino il Cristo, la salvezza attesa, e lo accoglie tra le braccia e lo definisce ” la luce del mondo ”. Questo particolare è descritto da S. Luca nel suo Vangelo (cfr. 2, 25-38): “ Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.  Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,  lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.  Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione  perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,  era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.  Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme “. L’odierna celebrazione liturgica della “Presentazione del Signore al Tempio” affonda le sue origini in un’antichissima festa che, i cristiani di Gerusalemme, celebravano quaranta giorni dopo l’Epifania. Con il passar del tempo, i credenti di Roma cristianizzano in questo modo la festa pagana della luce. A partire da allora, la processione di torce che illuminava le strade della città diventa, per i cristiani, occasione di celebrare Cristo come luce del mondo. Nel VI secolo, l’imperatore Giustino la diffonde in tutto l’impero. Simbolo di questa luce sono le candele, che proprio in questo giorno, si accendono durante il rito religioso e che poi vengono donate ai presenti. Questa festa, quindi, segna la conclusione definitiva del ciclo del Natale (tradizionalmente si disfano in questa data i presepi, si depongono gli addobbi natalizi e nel giorno seguente si mangiano gli avanzi del panettone), perché ormai il Cristo si rivela definitivamente come ” la luce di Dio per tutti i popoli ”. La stessa liturgia ci fa vivere il momento della benedizione delle candele, segno di Cristo-luce che anticipa già il Tempo Pasquale ed entra nelle nostre case. In questa ricorrenza da 27 anni la Chiesa celebra anche la “ Giornata della vita consacrata “  e riunita in preghiera, rende grazie al Signore per il dono delle persone consacrate. Questa ricorrenza fu istituita da S. Giovanni Paolo II nel 1997.  In questa occasione tutti i consacrati (religiosi e religiose) rinnovano l’impegno ad essere “ luce del mondo e sale della terra “, a operare per la pace e la fratellanza e per essere, come dice Papa Francesco: “ uomini e donne che illuminano il futuro ”. La loro  presenza  e le loro opere rappresentano nella Chiesa e nel mondo il luminoso richiamo alla centralità di Cristo, di cui sono figura mediante la professione dei”  consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza “, e l’attesa del compimento della sua missione nella parusia (termine che indica la venuta di Gesù alla fine dei tempi, per instaurare il Regno di Dio). Il mondo ha bisogno della loro testimonianza, fedele e gioiosa. La luce della preghiera può avere una grande importanza,  soprattutto in un tempo di grave crisi morale come quello che stiamo attraversando. In questa occasione tutti i consacrati (religiosi e religiose) rinnovano l’impegno ad essere “luce del mondo e sale della terra”, a operare per la pace e la fratellanza e per essere, come dice Papa Francesco: “uomini e donne che illuminano il futuro”.