Roma: violenza a La Sapienza, prof. Tommasetti “Tutelare libertà d’ espressione nelle università” 

Roma: violenza a La Sapienza, prof. Tommasetti “Tutelare libertà d’ espressione nelle università” 
 “Le violente proteste di un gruppo di studenti di estrema sinistra, verificatesi stamani all’Università La Sapienza di Roma, rappresentano l’ennesimo grave episodio per il mondo accademico e, più in generale, per la libertà di espressione e il dibattito pubblico nel nostro Paese”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, Responsabile Università della Lega.
“Ci risiamo, dunque: proprio mentre un governo di destra sta per ottenere la fiducia da un Parlamento democraticamente eletto dal popolo – continua Tommasetti –, studenti faziosi e intolleranti manifestano con violenza per impedire la libera partecipazione a un convegno universitario regolarmente organizzato e autorizzato. E questo accadimento penoso si è verificato proprio fra le mura di quell’istituzione, l’Università, che per tradizione dovrebbe essere un luogo franco, ove la discussione, la critica, il confronto delle idee e il rapporto dialogico con gli altri dovrebbero avere libero corso. È accaduto ancora una volta a La Sapienza, dove fu impedito persino a un pontefice, Benedetto XVI, di tenere un discorso.
Il pluralismo non può essere a due pesi e due misure. Spiace che forze politiche, come il Partito Democratico, non abbiano espresso doverose parole di condanna dell’accaduto ma, anzi, abbiano colto l’ennesima occasione per strumentalizzare il pericolo di presunto fascismo e inveire contro il nuovo esecutivo. Il centrodestra non solo è stato legittimato da un largo consenso da parte dell’elettorato in occasione delle ultime elezioni, ma ha dimostrato, in ogni esperienza di governo, di garantire la massima libertà di manifestazione del pensiero.
Da ex Rettore, esprimo piena solidarietà agli organizzatori del convegno, ai relatori e a tutti gli studenti pacifici. Rivolgo uno speciale ringraziamento – conclude Tommasetti – alle Forze dell’Ordine, il cui intervento non ha voluto rappresentare, ovviamente, una repressione ma, anzi, una tutela nei confronti di giovani che avevano organizzato un incontro pubblico nel pieno rispetto delle regole”.