Voto: diritto e/o dovere  civico 

Voto: diritto e/o dovere  civico 
Giulio Caso
Un altro compromesso inserito nella  “perfetta” costituzione che, di fatto e teoricamente, limita il diritto stesso.
La costituzione, comunque, figlia dei tempi, può e deve essere rivisitata, senza diffusione di timori, cavallette e via dicendo.
Anche questo è, a suo modo, un meme da staccare con i pregiudizi mentali che bloccano il Paese in un circuito ripetitivo e di auto garantismo statico.
Il movimento, il ponderato, giudizioso  movimento, è vita, vita nuova e buona.
Il voto come “diritto/dovere” non esiste, non potrebbe esistere/coesistere. Sarebbe un voto quantico, cioè indeterminato. Se i cittadini sono “spinti” anche al voto o non voto, si concretizzano in entrambi i casi delle forzature.
Un cittadino va a votare per non incorrere in qualche forma di “contrarietà” civile. Automaticamente viene condizionato ed il voto espresso, essendo, appunto condizionato, come minimo dall’opinione pubblica intorno, non è valido.
Se un cittadino non va a votare (magari anche su un referendum) perché condizionato dalla sua parte politica, da un richiamo al “rispetto” ideologico, analogamente  non è libero neppure in questa scelta.
“L’uomo è la misura di tutte le cose”.
Lasciare che sia veramente libero nel rispetto degli altri e di se stesso.
Che l’umanità, e le libertà reali e possibili, siano anteposte ai problemi o regolamenti.