Salerno: quale raccordo fra Porta Ovest e Autostrade?

Salerno: quale raccordo fra Porta Ovest e Autostrade?

Gaetano Perillo

Si resta perplessi, per non dire sgomenti, alla notizia secondo cui i salernitani non avrebbero capito che “il raccordo fra il buco di via Gatto con l’ autostrada sarà fatto con tornanti in cemento armato che impatteranno sul territorio”.
Non per citarmi, ma credo di averlo capito da tempo, dato che in vari scritti ho chiesto di conoscere almeno un progetto di massima riguardante la tipologia dei due raccordi di estremità del costruendo tunnel della Porta Ovest.
In particolare per quello a monte non occorre avere specifiche competenze tecniche, basta un normale buon senso e capacità di osservazione, per rendersi conto che sarebbe stata una operazione piuttosto complessa raccordarsi – quasi in verticale – dallo sbocco della galleria situato in prossimità di via Principessa Sichelgaita fino all’altezza del Viadotto dell’ autostrada SA-NA.
Lo è certamente dal punto di vista ingegneristico, ma è facile immaginare che anche la più brillante delle soluzioni che verrà escogitata non allontana i dubbi sulla sua validità, fortemente alimentati dalla mancanza di informazioni sulla conformazione che avrà l’ infrastruttura.
Si ipotizza giustamente il ricorso a tornanti: tuttavia, lo spazio disponibile non consentirà ampie curvature e quindi la circolazione di tir e di autotreni pesanti – unici mezzi adibiti al traffico delle merci da e per il porto – non sarà certo agevole e speditiva (auguriamoci di non dover rimpiangere le code del Viadotto Gatto!!!).
Ma anche sotto l’ aspetto dell’ impatto ambientale la previsione non è rosea. A ponti e viadotti stradali e autostradali già forzatamente visibili lungo le pareti fronte mare dell’ arco collinare, incluso il monte Bonadies sormontato dal Castello di Arechi, si va infatti ad aggiungere un altro “groviglio” di cemento armato, proprio a ridosso delle prime abitazioni ivi esistenti.
Speriamo che l’auspicato Assessorato all’ Estetica, se si farà, riesca a far contenere i danni!!
Mi auguro tuttavia che la soluzione escogitata allontani ogni forma di pessimismo e che lo Studio di Ingegneria incaricato, al momento ancora restio a divulgare le caratteristiche del progetto, abbia escogitato con professionalità e inventiva adeguate soluzioni ottimali per un’ opera decisamente impegnativa e irta di difficoltà.
Resta tuttavia una considerazione di fondo, al di là di questo specifico punto: riguarda il sistema della mobilità a servizio del Porto commerciale che continua a mantenere una sua carenza strutturale per l’ assenza di una servitù ferroviaria. Con una contraddizione di fondo, e cioè che quando era un piccolo porto disponeva almeno del binario sul lungomare (irrazionale, ma comunque operativo per quelle esigenze). In seguito, dopo aver deciso il potenziamento della struttura, nessuna previsione di realizzare altrove una bretella ferroviaria di raccordo con la rete nazionale, in sostituzione di quel binario cittadino inevitabilmente destinato ad essere prima o poi eliminato, perché insufficiente, inadeguato, deturpante e pericoloso.
Eppure, oltre venti anni fa mi feci interprete, su alcune riviste e poi con una presentazione in occasione del convegno sulle Autostrade del mare presso la Camera di Commercio di Salerno, di una soluzione che collegava il porto con l’ agro nocerino-sarnese mediante un doppio tunnel stradale e ferroviario a due sensi di marcia.
Sennonché, una volta recepita l’idea di una galleria sotto il costone alle spalle della limitata area retroportuale, è stata concepita la … panacea della Porta Ovest, soluzione minimale, incompleta ai fini della intermodalità dei trasporti e tuttora irta di incognite circa la sua reale efficacia quanto a rapidità dei traporti e fluidità del traffico pesante.
Ed è un peccato, perché, nonostante tutto, si potrebbero anche condividere in parte certe entusiastiche ed orgogliose espressioni dell’ avv. Andrea Annunziata, Presidente dell’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, quando afferma che Salerno “oggi è tra i porti più moderni in Europa”.
Si comprende infatti la volontà di enumerare certe indubbie eccellenze che la struttura può mettere in campo. Ma non si dà una informazione completa quando si tralascia di menzionare la esistente carenza della complementarietà dei trasporti, ignorando che ovunque l’ammodernamento dei sistemi di mobilità a servizio degli scali commerciali consiste nello sviluppare/potenziare prioritariamente il trasporto su ferro piuttosto che quello su gomma.