Cava de’ Tirreni: manifestanti in piazza contro guerra Ucraina

Cava de’ Tirreni: manifestanti in piazza contro guerra Ucraina

Carmine De Nardo

Sabato, 9 aprile 2022, alle ore 18.00, a piazza Duomo di Cava de’ Tirreni, si è tenuta la manifestazione dal titolo: “No alla guerra-No Mario Draghi-No Unione Europea. “Hanno partecipato le seguenti sigle organizzatrici: Fronte per la democrazia popolare; Riconquistare l’ Italia; Partito comunista; Liberazione; Coordinamento insieme per la costituzione; Ancora Italia; No green pass Salerno. Si è realizzata così una riunione di liberi cittadini per sensibilizzare il ripristino della socialità nel pubblico spazio con la sentita esigenza di offrire una contro narrazione rispetto alla voce unica proveniente dai grandi apparati mediatici che, al contrario, non mostrano affatto l’intenzione di voler discutere democraticamente sugli eventi, ma solamente di creare contrapposizioni sterili, sulla scorta degli interessi di alcuni gruppi di potere e di propaganda. Un’occasione per parlare liberamente e in maniera pacifica e democratica delle crisi belliche che funestano il mondo di oggi, nonché del mancato diritto al lavoro, alla mobilità e allo studio che ha limitato una considerevole fascia della popolazione a causa dell’introduzione della certificazione verde. L’evento, sentito e partecipato, ha registrato un positivo riscontro da parte delle persone intervenute e dei semplici passanti. Motivo questo per riproporre simili iniziative che creano importanti spazi di vita democratica per il nostro martoriato paese.

Ecco in sintesi alcuni interventi e pensieri degli attivisti che già da molti mesi si stanno mobilitando per difendere la costituzione e la democrazia:

Tra i tanti interventi della serata riportiamo alcuni passaggi del discorso di Angelo Morriello, coordinatore provinciale di Ancora Italia e segretario della sezione di Salerno.

“Sono felice di manifestare contro questo potere che ha offuscato le menti in questi due anni, a partire dal Covid fino ad arrivare all’attuale guerra, creando una situazione di emergenza che i nostri politici hanno sfruttato a loro esclusivo vantaggio.

Noi apparteniamo a quelli che, nonostante i martellamenti mediatici di regime, hanno continuato a pensare autonomamente e ad analizzare i fatti.

Non difendo Putin perché la guerra non è mai giustificabile.

Ma Putin ha più volte menzionato i laboratori di armi biologiche presenti in Ucraina finanziati dagli Usa anche se, naturalmente, smentiti dal mainstream.

Grazie alla documentazione trovata dai Russi, si è scoperto che la gestione di quei laboratori, specializzati in agenti patogeni in grado di provocare pandemie, era di Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti d’America. Hunter Biden avrebbe anche raccolto investimenti da una delle più grandi banche d’affari americane, la GOLDMAN SACHS, dalla quale proviene il nostro attuale presidente del consiglio Mario Draghi.

Noi di Ancora Italia ci batteremo sempre, per l’uscita graduale dall’Europa per riappropriarci della nostra sovranità economica, politica, monetaria e soprattutto militare. La nostra cultura e le nostre bellezze naturali ed artistiche sono un’eccellenza nel mondo che i nostri rappresentanti vorrebbero svendere ai migliori offerenti.

Noi non possiamo permettere che tutto ciò avvenga, ma dobbiamo valorizzare i nostri prodotti. Ognuno di noi può fare la differenza acquistando beni del nostro territorio, aiutando le economie locali.

Nel lockdown tutti abbiamo visto le nostre strade deserte, una buona parte di serrande abbassate che creava uno scenario apocalittico.

Purtroppo quelle vetrine oggi stanno continuando a chiudere con conseguenze allarmanti e, a tutto ciò, si aggiungono anche le scelte politiche, nazionali ed internazionali, che stanno incentivando sempre di più l’ affermazione delle multinazionali. Se vogliamo davvero cambiare questa situazione, non continuiamo a fare le medesime scelte del passato che ci hanno portato nella situazione in cui siamo oggi.”

E queste, invece, le parole di Gianpaolo Califano, portavoce del “Coordinamento insieme per la costituzione” intervistato dopo la manifestazione:

“Sono contento di questa mia esperienza a Cava, per il fatto di aver dato un piccolo contributo su questo territorio insieme ai miei compagni di viaggio del “Coordinamento insieme per la costituzione” che con coraggio ci stanno mettendo la faccia. Circa la presenza di bandiere, capisco che, come impatto comunicativo, richiamino certe identità politiche percepite come storiche (le bandiere rosse) e che quindi possano rischiare di far scattare meccanismi di “etichettamento” da parte di chi passa per strada. Tuttavia credo che, oggi più che mai, per l’ipnosi di massa che si è generata, anche se fossimo stati senza bandiere, avremmo rischiato di essere etichettati comunque come “no vax”, “negazionisti del Covid”, “complottisti”, “irresponsabili”, ecc.

Quindi secondo me, è meglio mostrare liberamente, oltre ai cartelli di protesta, anche le bandiere e gli striscioni relativi alle forze di appartenenza, politiche e non, senza vergogna, anzi con orgoglio.

Il mio auspicio è, che tali bandiere possano moltiplicarsi nel numero e nella diversità delle tipologie di appartenenza!

Essere chiaramente “identificabili” esprime una comunicazione chiara e onesta, manifestando il riferimento ad una identità (di cui gli uomini di oggi più che mai sono alla ricerca), che risponda al nostro bisogno di appartenenza e di libertà.

Uniti da obiettivi condivisi che hanno un grande valore per noi e sostenuti da rapporti di stima e amicizia, lottiamo per il bene dei nostri figli e per dare il nostro personale contributo a costruire una società nuova, fondata su basi spirituali, etiche e profondamente umane.”

La serata si è conclusa in modo sereno e ordinato.

I tanti gruppi che si sono riuniti a Cava de’ Tirreni hanno mostrato di essere alla ricerca, finalmente,  di un percorso alternativo. La volontà è quella di costruire un nuovo modo di fare politica, non più basato sull’egoismo individuale e sulla competizione, ma sulla solidarietà, sulla cooperazione e sul recupero delle radici culturali italiane. In definitiva la realizzazione di una nuova resistenza che metta insieme esperienze di vari gruppi di cittadini accomunati dal desiderio di riappropriarsi della propria sovranità.