Il pensiero dominante

Giuseppe Lembo

Nella società globale di questo inizio del Terzo Millennio, il pensiero dominante è ormai, l’orizzonte del mondo.  Purtroppo, con un’assuefazione assolutamente senza precedenti, domina tutto di tutti. È così comunemente dominante da doverlo, a ragione, considerare il pensiero del mondo; il pensiero unico del mondo. Purtroppo, del pensiero dominante e del danno che fa all’uomo del mondo, si parla poco; tanto, per mancanza diffusa di un confronto-scontro utile a chiarirne il ruolo e la sua “funzione dominante” nella società. Se ne parla, tra l’altro poco, perché essendo dominante, si ha una subalternità reverenziale al suo “essere dominante”. È proprio il fare reverenziale il male maggiore della società del nostro tempo; una società falsamente libera, ma in sé dannatamente condizionata, ad un punto tale da preferire il silenzio, mettendosi, sempre più spesso da parte ed evitando, pur avendone tante buone ragioni, il dialogo, il confronto con l’altro, sempre più dismesso, per evitare di essere inopportunamente aggredito da idee contro, pronte a fare le loro vittime, con un giustizialismo soprattutto mediatico dell’ora e subito, un dominus che, proprio non la perdona a nessuno. Siamo e sempre più, al gioco al massacro. Un massacro senza risparmio di colpi, per lavare le offese ricevute con la giusta dose di veleni da usare nei confronti di chi ha osato mettersi contro. Il trattamento velenoso contro, prevede l’uso anche abusato di tutte le infamie possibili; tanto, al fine di fargliela pagare per quell’”ardire colpevole”, per il solo fatto di avere osato a mettersi contro. Un tempo il mondo calunnioso caro da sempre al nostro Paese, apparteneva solo alla politica che riteneva addirittura giusto il fare contro da insulto, per abbattere l’avversario. Oggi, oltre al mondo politico, si è avuto uno sconfinamento anche nella società civile, con un fare velenoso capricciosamente contro tutto e tutti; tanto, pensando di potersi costruire il mito di un se stesso senza macchia ed assolutamente (povero lui, a chi lo pensa!) intoccabile. La nuova morale, la nuova etica del fare e del comportamento comune verso gli altri, deve essere necessariamente incendiaria; deve essere devastante. In questi scenari di italianità veramente triste, al primo posto, c’è il fare contro, sempre più virulento dei media. Tutto succede e ci succede per effetto di una subcultura del linguaggio nei confronti di chi, volendo rimanere se stesso, nella propria autonomia di pensiero e di giudizio, non si accoda agli altri, rifiutando così di fare da coro al pensiero dominante. In questo nostro Paese, sempre più indifferenti ai valori del sapere umanistico, siamo ad un crollo drammatico della padronanza linguistica; siamo, soprattutto, da parte delle nuove generazioni, ad un sempre più diffuso impoverimento lessicale e di pensiero. Siamo ai figli del web, a giusta ragione, definiti da Umberto Eco, gli “idioti del web”, per il loro fare ed il contenuto del loro fare, assolutamente privo di umanità e di socialità, valori, come sempre necessari per vivere saggiamente il presente e per costruire bene il futuro, il frutto delle idee di un insieme e di un fare condiviso che proprio e purtroppo, oggi non appartiene al numeroso popolo degli “imbecilli del web”. Così facendo, da “deboli dentro”, orfani di protagonismo, si diventa parte anonima dell’insieme-branco, di cui si rispettano silenziosamente le leggi, con tutte le negatività comportamentali che purtroppo ne conseguono. Purtroppo, la confusione umana in cui viviamo, non promette proprio niente di buono; c’è all’orizzonte la crescente minaccia di un profondo oscurantismo contro l’uomo ed il suo mondo, sempre più maledettamente orfano di cultura e di civiltà, ad un punto tale, da costruirsi in modo perdente una società a senso unico, dal profilo sempre più basso; una società, così facendo, triste e disumanamente dagli orizzonti cancellati; una società che porta, tra l’altro, all’indifferenza dell’uno per l’altro o peggio ancora, ad atteggiamenti fondamentalistici e violenti, dell’uno contro l’altro. Tanto, con un percorso che, partendo dai veleni del parlare aggressivamente contro, si carica, sempre più, di un fare violentemente contro, ad un punto tale da pensare che sia, tra ‘altro, umanamente giusta anche la stessa eliminazione fisica dell’altro, in quanto uomo della Terra, non da amare, ma da odiare ed anche uccidere, rimanendo così, nanisticamente “ometti italianuzzi”, padroni unici della scena che è in sé, sempre più, una scena vuota, per mancanza di veri protagonisti, essendo tutto intorno, crescente il mondo umano del mediocremente basso, purtroppo, fortemente consolidato, per cui è assolutamente difficile vedere possibili vie di uscita per l’uomo che, ritenendolo disumano ed ingiusto, proprio non vuole morire di uomo, sempre più accanitamente nemico degli altri uomini della Terra. Un primo importante passo per costruire un mondo di Pace è il rispetto umano per l’altro.