Lourdes: Vescovo Olivier Ribadeau Dumas, auguri per nuovo anno tra difficoltà della pandemia

Lourdes: Vescovo Olivier Ribadeau Dumas, auguri per nuovo anno tra difficoltà della pandemia

Otto giorni fa abbiamo festeggiato il Natale. La venuta nella nostra carne del Figlio di Dio, del Salvatore degli uomini, è la buona novella che viene annunciata per la prima volta ai pastori nella notte di Betlemme, cioè ai poveri e ai piccoli. Gesù per tutta la sua vita si identificherà con loro e ci inviterà a scoprire i suoi stessi tratti sui volti di coloro che sono vulnerabili o che soffrono.

Il mistero della Natività e la grazia di Lourdes hanno molti punti in comune. La povertà è lì presente, non come fatalità travolgente, ma come espressione di una semplicità di vita che chiede e come invito a prendersi cura degli altri. La gioia è presente anche a Betlemme come a Lourdes: è quella che nasce dall’incontro, dalla vicinanza che fa nascere la speranza.

È in questo spirito natalizio che desidero porgere i miei migliori auguri per l’inizio dell’anno. Per molti di noi, dobbiamo ancora accettare il disagio dell’ignoto, il peso dell’incertezza e talvolta l’ansia del futuro. Vorrei portare solo buone notizie per il Santuario, ma come te, sento che i mesi a venire non saranno ancora facili. Da due anni stiamo attraversando una crisi terribile. L’abbiamo affrontato con la speranza che un giorno le cose sarebbero tornate alla normalità. La mia convinzione è che domani, quando tutto questo sarà alle nostre spalle, sarà meglio del normale perché poi saremo arricchiti da tutto ciò che abbiamo vissuto. Quello che abbiamo creato insieme, quello che abbiamo realizzato, gli sviluppi che si sono verificati sono benefici per il futuro. Questa crisi non deve impedirci di sognare come dovrebbe essere Lourdes nei prossimi 10 anni. La nostra missione non è cambiata: si tratta sempre di accogliere i pellegrini, normodotati, malati o disabili, per permettere loro di entrare nella grazia di Lourdes e di vivere nel Santuario un momento di pace e di rinnovamento. Il modo di vivere questa missione sta cambiando. È sempre difficile cambiare, ma siamo invitati a farlo se vogliamo essere fedeli al tesoro che ci è stato affidato.

Oggi penso soprattutto a coloro che stanno attraversando un calvario doloroso: prova di salute, dolore della separazione o del lutto, preoccupazione per il futuro. A ciascuno personalmente vorrei condividere la mia convinzione di uomo, credente e sacerdote. Se Dio ci ha dato suo Figlio, è per condividere la nostra condizione umana. Nulla di ciò che sperimentiamo, tranne il peccato, gli è estraneo. Si prende cura di tutti e sappiamo che Maria, con il suo sorriso, accoglie qui le nostre lacrime e il nostro cuore vibrante. Speranza, non arrendersi mai. Diamoci fiducia.

Credo nella complementarietà formata dalla grande famiglia del Santuario. Dipendenti e volontari, laici, chierici e consacrati, giovani e anziani, uomini e donne. Le nostre differenze sono reali, ma la ricchezza non è nella differenza ma nella comunione che la supera. Questa comunione si trova nel senso dell’opera o della missione che svolgiamo nel Santuario: essere al servizio di tutti e soprattutto dei piccoli. Non è meraviglioso dedicarsi a dare gioia! Non dimentichiamo mai il senso ultimo della nostra presenza qui.

Ringrazio tutti per la loro parte in questa missione. Rendo grazie per ciò che mi è dato di vivere per voi e in mezzo a voi. E spero che la semplicità, la pace, la bellezza e la gioia che sperimentano i pellegrini siano anche la nostra quotidianità, al di là delle inevitabili difficoltà.

Vescovo Olivier Ribadeau Dumas
Rettore del Santuario di Nostra Signora di Lourdes