Salerno: “Gran Premio” di Formula 3    

Salerno: “Gran Premio” di Formula 3    

Maria Amendola

Il 6 settembre 1953 fu inaugurata la 1° edizione del “Circuito di Salerno” (o “circuito lungomare”), corsa di Formula 3/Formula Junior organizza degli appassionati dall’Automobile Club di Salerno. Si correva esattamente di fronte al Centro storico: partenza dal palazzo della Provincia (palazzo Sant’Agostino), via Roma, rettilineo fino al teatro Verdi, sul Lungomare di Salerno tornando al palazzo della Provincia,  palazzo della SITA, corso Garibaldi, via Roma, 2.680 km (2 batterie di 25 giri) e finale di 107,200 km (40 giri). Gli spettatori assiepati in zona mare, in strade e sui balconi videro in città i grandi piloti dell’epoca alla guida di potenti bolidi. Il circuito era costeggiato da balle di fieno, unico mezzo di protezione a quel tempo. Vinse Berardo Taraschi con la Giaur, seguito da Leonardi Sesto con una Giaur, mentre si aggiudicò il terzo posto Ilario Bandini  con l’auto marchiata Bandini. Salerno divenne “Montecarlo”, anzi meglio. Grazie al successo ottenuto, l’anno successo la corsa prese il nome di “Gran Premio Città di Salerno” da lì in poi fu disputata nei periodi estivi (tre giorni). Dal 1953 al 1961 fu stabilito un totale di 135.0 km (50 giri). Il 24 luglio 1960 fu disputata l’ultima gara: 2,700 km (2 batterie da 20 giri) e un finale di 2,700 m (da 50 giri).  Il primo posto fu di Davis Colin con la Cooper, il secondo di Denis Hulme con il veicolo Osca, il terzo di Berardo Taraschi  nella Taraschi. Ma durante il 15° giro (dei 50 previsti) all’altezza dell’odierno Palazzo Edilizia (lato lungomare) il pilota belga Sorgheles Saeveners (detto “Jean Blanc”) perse il controllo della Cooper. L’auto si ribaltò tre volte schiantandosi contro un palo a 150 km orari, oltrepassò il recinto di protezione (balle di fieno) e finì tra gli spettatori, ferendone circa 16. La macchina prese fuoco e la fuoriuscita del carburante causò un incendio. Il pilota in fiamme riuscì ad uscire dall’abitacolo, ma morì poco dopo a causa delle ustioni riportate da quel fatale incidente. Il 7 agosto 1960, esattamente 14 giorni dopo il tragico evento, la testata giornalistica “Domenica del Corriere” ricordò il mortale incidente del belga Sorgheles Saeveners, riportando tale descrizione sotto la vignetta del disegnatore Taber:

“Sciagura al Circuito di Salerno. Mentre al volante di una “Cooper” stava effettuando il 15° giro, il belga Soghelos Saeveners sbandata. La macchina, dopo tre giri su se stessa, urtò contro un palo e, urtato un recinto di protezione, piombata la folla. Dall’auto in fiamme uscì il pilota trasformato in una torcia. Morì poco dopo per le ustioni riportate. Quindici spettatori investiti dalla macchina di Saeveners sono stati feriti; uno di loro è morto poi all’ospedale di Salerno”. (Disegno di Giorgio Taber).

Il “Gran Premio di Salerno” (come tanti) divenne un glorioso ricordo, in quanto in Italia pochissimi anni dopo   furono proibite le gare su circuito urbano a causa della poca sicurezza: i circuiti urbano erano inadatti, le auto erano troppo vulnerabili, le barriere protettive non erano adeguate e pressoché inesistenti (balle di fieno) e nonché di incidenti erano una moltitudine, soprattutto in curva. Tra i grandi piloti di Formula 1 che gareggiarono al “Gran Premio di Salerno” ricordiamo Berardo Taraschi, Renato Pirocchi, Denis Hulme e Sesto Leonardi.