Basilicata: “Zero non esiste” – Ritorno in Val d’Agri, nel racconto di Enzo Capuano

È il racconto di una Metamorfosi di un territorio interno dell’Italia del Sud dal 1951 al 1968

Un giorno, in quella valle persa nel tempo, arrivò Cristo.

Non e possibile? Cristo non si fermo a Eboli?

Si, è vero, ma dimenticate che veniva da Sud.

Il suo pellegrinare terminò a Eboli, non aveva bisogno di andare oltre, di proseguire verso Nord. Aveva ritrovato nella Lucania una regione impregnata di sudore, dolore, fatica, una terra dalle emozioni semplici ma profonde, un paese che gli ricordava i suoi luoghi, la sua gente, la sua famiglia. Cristo ne fu incantato.

Lo stesso fascino avrebbe ammaliato Eugenio Azimonti, Carlo Levi, Manlio Rossi Doria, Ernesto De Martino… e chiunque abbia respirato quei siti.

A quei luoghi Cristo affidò la custodia del tempo.

Agli inizi degli anni Cinquanta Eduardo arriva nella valle e scopre un territorio addormentato, abitato da contadini che ogni mattina scendono dai monti, lungo l’Agri, per un pezzo di pane. Terra popolata di ricordi di gente ormai lontana, emigrata a grappoli.

Proprio in quegli anni inizia la storia della bonifica di cui Eduardo Capuano sarà interprete tenace e appassionato. Il racconto si sviluppa pian piano, testimone della trasformazione di luoghi e persone e che vedrà gli attori del cambiamento continuamente in bilico tra il timore di stravolgere la quiete e la bellezza del territorio e il proposito di contribuire allo sviluppo di quella valle dimenticata.

La gente abituata a subire gli eventi, a considerarsi nulla, lentamente si accorge che chiunque vive non e zero, zero non esiste.

Comprende che giorno dopo giorno non ha scritto solo una pagina di storia, ma è stata protagonista di un’intera civiltà: la civiltà contadina.

Queste pagine sono il ricordo di un uomo e di una valle distesa su un altopiano lucano che s’intreccia e si salda ad altre vicende di uomini e di paesi del sud.

Enzo, dopo la morte del padre recupera il suo mondo di carta: documenti di lavoro,  agende piene di appunti, lettere alle persone più care.  In un viaggio che copre il periodo dal Dopoguerra fino agli anni Settanta, viene narrata non solo la storia di un uomo ma quella di un’epoca intera.

Eduardo arriva nella Val d’Agri (Basilicata) e scopre un territorio addormentato, abitato da contadini che ogni mattina, per un pezzo di pane, scendono dai monti per coltivare a valle i terreni lungo il fiume.

Una terra popolata di ricordi di gente ormai lontana, emigrata a grappoli.

È proprio in quegli anni che inizia la storia della bonifica di cui Eduardo sarà interprete tenace e appassionato.

È un racconto testimone della trasformazione di luoghi e persone e che vedrà gli attori del cambiamento continuamente in bilico tra il timore di stravolgere la quiete e la bellezza del territorio e il proposito di contribuire allo sviluppo di quella valle dimenticata.

Zero non esiste ricostruisce con rara delicatezza e precisione documentaria la risurrezione di una zona d’Italia dimenticata e che oggi è diventata quello che è grazie al contributo appassionato e competente di persone come Eduardo Capuano, che interpretando il momento storico hanno saputo unire alla propria realizzazione la possibilità di crescita e di riscatto di una terra e del suo popolo.