Eboli: Cisl-Cgil, lettera a Prefetto su Piano di zona S3, nota unitaria

Richiesta ricognizione del personale dipendente delegato a svolgere le funzioni fondamentali “Servizi Socio Assistenziali” impiegato nel Piano di Zona Ambito S01_3 istituzione posti in dotazione organica. Criticità nei servizi, sollecito richiesta incontro. Le scriventi Organizzazioni Sindacali, sono costrette a constatare il conclamato disinteresse da parte della Governance del costituito ambito delle Politiche Sociali denominato “ Piano Sociale di Zona S3 ex S5”, rimasta silente alle proprie richieste inviate al Comune Capofila e a tutti gli altri Comuni associati, le prime risalenti al lontano anno 2018 finalizzate a socializzare, rafforzare e rendere strutturale il percorso consolidamento dei Servizi Sociali professionali, e ad assicurare a tutte le persone che vivono in condizioni di fragilità economica, di accedere ad una armonica presa in carico complessivo. Tralasciando l’aspetto giuridico dell’atto di convezione stipulato dagli Enti ai sensi dell’art.30 del D.Lgs 267/200 (TUEL) in data 23.11.2016 avente durata triennale dalla stipula, documento regolarmente pubblicato nella sezione trasparenza che si palese scaduto, riteniamo che l’avviso pubblico per il conferimento di n.22 di “Assistenti Sociali” finalizzato a conferire incarichi con prestazione professionale autonoma che prevedono compenso per le prestazioni libero professionali rese, sembrano palesare sia un rapporto di lavoro subordinato, sia fortemente antitetico al promulgato “Piano Sociale della Regione Campania 2019/2021. Identica condizione strutturalmente ancor più tragica, è l’avviso del bando/disciplinare di gara per la procedura aperta mediante il ricorso al M.E.P.A. per l’affidamento del servizio di supporto specialistico progetto SIA “Inclusione”. Eppure il nostro legislatore Campano, riportandosi alla normativa nazionale e alla propria normativa, ha ripetutamente invitato gli Ambiti Territoriali a dotarsi di forme associative più adeguate al fine di assicurare l’esigibilità, la continuità e la qualità dei servizi e delle prestazioni ai compiti ai quali gli Ambiti Territoriali, tanto da ritenerle assolutamente inadeguate ad assicurare in termini di servizi ed ottimazione e razionalizzazione della spesa. Tanto che lo stesso legislatore regionale si è spinto a denunciare “Una situazione obiettivamente inaccettabile a fronte di un bisogno di servizi e prestazioni in costante crescita a causa della crisi economica globale che può determinare anche la restituzione di parte delle risorse già assegnate vanificando gli ottimi risultati raggiunti dall’Assessorato nel riparto delle risorse nazionali a vantaggio della nostra regione”. L’attuale forma giuridica, in piena condivisione a quanto statuito dalla normativa Regionale, nel prevedere la delega di funzioni da parte degli enti sottoscrittori a favore di uno di essi che opera in nome e per conto degli enti deleganti, prevede espressamente la istituzione di un ufficio comune “al quale affidare le funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all’accordo” e gli enti associati in Convenzione pur restando titolari delle proprie funzioni, invece di esercitarle singolarmente, ne affidano l’esercizio “con personale distaccato dagli enti partecipanti” e, ove necessario, con consulenti e collaboratori esterni. Il tutto stride lapidariamente con il dettame deliberato dalla Giunta Regionale n.897/2018, che nel richiamante l’articolo 36 del D.Lgs. n. 165/01 prescrive “per le esigenze connesse con il proprio fabbisogno ordinario le pubbliche amministrazioni assumono esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato”, e che possono stipulare contratti di lavoro a tempo determinato “soltanto per comprovate esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale”. Stigmatizzando che un livello essenziale di assistenza non può in alcun modo essere considerato “una esigenza di carattere esclusivamente temporanea o eccezionale”. Per le argomentazioni rappresentate la Governace del “Piano Sociale di Zona S3 ex S5”, appare consolidare un approccio sfuggente dei diritti esigibili e alle linee ordinamentali, tanto da palesare persistenza a fornire servizi sociali mediante attività o progetti a termine, adottati in sfregio alle funzioni fondamentali conferiti agli Enti Locali definiti dall’articolo 117 della Costituzione ed incisivamente conferiti con il D.Lgs. n. 147/2017 articolo 2 comma 13, articolo 5 comma 10 e articolo 6, comma 13, ove sono stati inequivocabilmente definiti livelli essenziali delle prestazioni ai sensi dell’articolo 117 secondo comma lettera m) della Costituzione. Il tutto pregiudica irrimediabilmente il lavoro sociale stabile, ed il riconoscimento a tutti i Lavoratori del welfare di continuare a non vedersi riconosciuti professionalità e dignità lavorativa, che oltre ad essere fonte di reddito delle persone impiegate, assume forte significato nella tenuta dei livelli di coesione e giustizia sociale delle nostre comunità e norma di principio sostanziale per la sostenibilità economica e sociale. Pertanto rimangono determinate, in assenza di un doveroso incontro con le parti sociali, anche alla luce emerso nell’ultimo incontro tenuto del coordinamento presso la sede del Piano del comune di Salerno, coinvolgere l’Autorità di vigilanza Regionale, sulle azioni poste in essere dalla Governace del Piano Sociale di Zona S3 ex S5 ed adottate dal comune capofila di Eboli, alfine di valutare l’efficacia ed il rispetto degli standard prescritti, e qualora ne verifichino inadempienze intervenire con l’esercizio del potere sostitutivo ex art. 47 della L.R. 11/2007, intervenendo anche a difesa della professionalità e dignità lavorativa e tenuta dei livelli di coesione e giustizia sociale, al fine di rimuovere gli effetti del conferimento servizi sociali utilizzante attività a progetto o a termine. A parere delle scriventi Organizzazioni, il tutto rappresenta una inadeguata forma strutturale di personale in forma stabile rispetto alla vasta esigenze presente nel territorio di competenza, che indispensabile a realizzare, in condivisione con le parti sociali, ad una progressiva e concreta stabilizzazione dei tutti servizi di walfer che non tiene conto del Lavoro svolto da oltre un ventennio nell’attuazione dei Piani Sociali di Zona dai Lavoratori, ove risulta anche antitetica alla normativa alle linee d’indirizzo di creare una solida ed efficiente strutturazione dell’intero impianto dei servizi sociali. Il tutto rendere per l’ennesima volta rende evanescente la piena attuazione di rendere stabile le professionalità acquisite ed il riconoscimento del tanto agognato diritto di vedere riconosciuto un rapporto Lavoro dignitoso, potenziate nella Legge di Bilancio 2021 in materia coesione territoriale, fondo dei Comuni marginali, fondo solidarietà comunale per il miglioramento dei servizi sociali e degli asili nido, e potenziamento servizi sociali. Sicuro di un sollecito riscontro, distinti saluti.

Segreteria Provinciale CGIL FP

Alfonso Rianna

Segreteria Provinciale CISL FP

Vincenzo Della Rocca