Amalfitana: addio a Francesco Ruotolo, si batté e vinse contro trivelle in mare

Il 15 novembre il Covid-19 si è portato via Francesco Ruotolo. Ammalatosi a fine ottobre, dopo varie tribolazioni la malattia lo ha piegato; a nulla è servito il ricovero d’urgenza al Cardarelli di Napoli, dove si è spento.
Francesco Ruotolo, giornalista, ha trascorso la sua vita da militante politico, prima in Democrazia Proletaria, poi in Rifondazione Comunista. Alle ultime elezioni regionali era stato candidato con la lista Terra!. Soprattutto è stato un esempio di intellettuale impegnato concretamente, mai salottiero ma sempre tra la gente, in prima linea in importanti battaglie a fianco dei più deboli, un antifascista tenace, un punto di riferimento per tante iniziative e per la memoria della sua città, Napoli, dove era anche consigliere della Terza Municipalità con delega speciale proprio alla Memoria.
Ma era anche molto legato alla Costiera amalfitana, dove era arrivato, come professore di Diritto all’Istituto Professionale per il Commercio di Amalfi, negli anni Ottanta. Proprio qui tanti ragazzi suoi alunni e tanti cittadini e amministratori locali lo hanno conosciuto durante il decennio della lunga e vittoriosa lotta contro le ricerche di idrocarburi che la Elf italiana stava per avviare, anche davanti alla Costa d’Amalfi, grazie ad un’autorizzazione governativa. Per portare avanti quella lotta si costituì un comitato che assunse la denominazione di Comitato Ecologista Costiera Amalfitana (C.E.C.A.), del quale Francesco Ruotolo fu uno dei principali protagonisti.
Non si risparmiò, la sua propensione per le tematiche dell’ambiente, la sua capacità di stare nei movimenti ne fecero un punto di riferimento in quello scontro tra il territorio e la potente multinazionale del petrolio. Sempre pronto e disponibile se si trattava di andare ad affiggere manifesti, fare volantinaggio anche d’estate, sulle spiagge, raccogliere firme, organizzare iniziative pubbliche, confrontarsi con le istituzioni. Sapeva coinvolgere la gente al di là del proprio credo politico, riusciva a mettere al centro del suo agire di militante politico l’interesse della comunità. All’epoca, essendo il sottoscritto responsabile della sezione locale di Democrazia Proletaria, impegnata insieme ad altre forze, associazioni e singoli cittadini nel C.E.C.A., si era stabilito un forte rapporto di collaborazione e amicizia tra noi. Ricordo che ogni tanto mi arriva a casa stanco, dopo una giornata passata avanti e indietro, tra la scuola e le varie iniziative svolte nell’ambito di quella lotta; si fermava rapidamente per un pasto frugale, un veloce riposo e ripartiva.  Raccontava che a volte utilizzava il viaggio in pullman per fare qualche ora di sonno. Sì, perché non guidava, per cui ogni spostamento aggiungeva una fatica in più, per lui che si muoveva tra Napoli e la Costiera, territorio nel quale non è stato mai semplice viaggiare coi mezzi pubblici.
Ruotolo, nonostante i modi pacati e la calma caratteriale, era un combattente inarrestabile, un militante determinato, non si fermava davanti a niente, se c’era da agire agiva, con la pioggia o con il vento, acciaccato o meno, solo o con altri, per le cose in cui credeva non lesinava impegno e non si concedeva sosta. Purtroppo, questa malattia infame lo ha stroncato prima del tempo. Ma noi lo ricorderemo sempre per tutto ciò che ha fatto per il nostro territorio in quegli anni di grande lotta e passione, dei quali ha lasciato traccia anche in un dossier che aveva realizzato, stampato e diffuso a beneficio del Comitato e della storia delle lotte ambientaliste in Italia.
Donato Bella