La Voce e la Vita della Chiesa: sotto l’azione dello Spirito Santo “Bartolo Longo a 40 anni dalla Beatificazione”

Diacono Francesco Giglio                                                                                       

La Chiesa di Pompei. con gioia e gratitudine, ricorda il quarantennale della beatificazione di Bartolo Longo e la rinascita. sia spirituale che sociale, di quella che era considerata la “Valle di Pompei”. Insieme a Pompei altri luoghi ricordano questo evento : Latiano (BR) paese dove il 10 febbraio del 1841 ebbe i natali; Napoli, città in cui si è laureato e Pompei dove pensa e  realizza l’attuale Santuario con le annesse opere di carità. Laureatosi a soli 23 anni,

Bartolo Longo ritorna a Latiano dove esercita la sua professione. Nel frattempo oltre ad approfondire le conoscenze teologiche e mistiche, sente la necessità di una rilettura spirituale per maggiormente analizzare e capire i processi religiosi e culturali del suo tempo.  Ritornato a Napoli, dove si converte definitivamente alla fede cristiana, coltiva l’amicizia con Santa Caterina Volpicelli, il medico San Giuseppe Moscati e San Ludovico da Casoria ed altri protagonisti della vita religiosa napoletana. In questo contesto conosce la contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, che aveva grandi possedimenti terrieri proprio nella desolata terra di Pompei. Incaricato dalla contessa ad amministrare i suoi beni e venuto quindi a contatto con quella realtà, incomincia un profondo cammino di spiritualità che lo porterà a progettare un intervento missionario nei confronti di quanti abitavano e lavoravano in loco.  Per suo merito in Pompei si dette inizio alla costruzione  di quello che in seguito sarà definito” il Santuario della Madonna di Pompei ”, arricchitosi in seguito dell’arrivo del quadro della Beata Vergine, oggi visibile sull’altare maggiore.

Il 1° aprile del 1885, Bartolo Longo sposa la contessa Farnararo. Il 7 maggio del 1891 avvenne la consacrazione del Santuario e nel 1897 nasce la Congregazione delle Suore domenicane, più conosciute con il nome di ”Figlie del Santo Rosario di Pompei”. Pompei comincia così ad essere la “Città della carità” e luogo dove nascono numerose opere di accoglienza, sostegno e formazione sia umana che cristiana. Bartolo Longo, conclude la sua avventura terrena, proprio a Pompei il 5 ottobre del 1926. Il 26 ottobre del 1980 viene beatificato da San Giovanni Paolo II che nell’omelia del rito di beatificazione, dice «Bartolo Longo è l’apostolo del Rosario. Il laico che ha vissuto totalmente il suo impegno ecclesiale. Tutta la sua esistenza fu un intenso e costante esercizio della Chiesa in nome e per amore di Maria. Bartolo Longo si può eternamente definire “l’Uomo della Madonna”. Bartolo Longo non è stato soltanto un pensatore, un mistico, un pellegrino della fede.

È stato una personalità che ha lasciato dei segni tangibili sul piano anche della mistica, della teoretica. Per l’occasione l’arcivescovo di Pompei, S.E. Tommaso Caputo, ha scritto una lettera dal titolo: “L’oggi di Dio e i segni dei tempi in un mondo che cambia”. Si tratta di un vero e proprio documento che, prendendo spunto dalla significativa ricorrenza e proprio alla luce dell’esperienza e del carisma del Fondatore, allarga lo sguardo al mondo intero posto di fronte a una crisi inattesa e misteriosa, con risvolti che vanno anche oltre i drammatici aspetti sanitari ed economici. Pompei, la sua storia, la vicenda personale del Fondatore, hanno tanto da insegnare soprattutto nella scelta preferenziale per gli ultimi in una prospettiva di giustizia sociale.

Certamente un orizzonte che riguarda non solo i credenti, ma tutti gli uomini e le donne di buona volontà. «Guardando  Bartolo Longo – afferma ancora Mons. Caputo – possiamo trovare anche oggi, nel difficile momento che stiamo vivendo, la forza e l’ispirazione per dare nuovo slancio al nostro impegno personale, ecclesiale e sociale. Non possiamo e non dobbiamo lasciarci abbattere dai problemi e dalle incognite che vorrebbero impedirci di realizzare la nostra inequivocabile vocazione: annunciare il Vangelo e portare avanti l’opera del Beato Bartolo Longo». Mi piace riportare e concludere con le parole stesse di S.E. Mons. Caputo : “E se il Fondatore, arrivato nell’allora Valle di Pompei nel 1872, non trovò altro che desolazione e una terra abitata solo da uno sparuto gruppo di contadini che sopravvivevano tra miseria, malaria e briganti, così oggi l’Italia e il mondo vivono il tempo di una necessaria ricostruzione, che richiama il valore della responsabilità, spesso mandato in esilio dalle nostre comunità.