Scuole a pezzi, fra sprechi e necessità

Angelo Capuano
Oramai vicinissimi alla riapertura delle scuole anche in Campania, è opportuno porre attenzione alle nuove soluzioni adottate dal governo per fronteggiare la ripartenza. Le parole cariche di fiducia del Ministro dell’istruzione Azzolina (per i fondi del Recovery Fund riservati alle scuole) riecheggiano nei ricordi dei cittadini.
“Stiamo progettando un piano di investimenti pluriennali che parta dall’edilizia scolastica – sosteneva il Ministro – e risolva il problema del sovraffollamento delle classi”.
Tuttavia molti italiani incolpano Azzolina di non aver mantenuto le promesse, citando in giudizio il discusso caso dei banchi monoposto. Con l’emergenza covid infatti, il governo ha ritenuto opportuno l’acquisto di circa 3 milioni di banchi speciali andando quindi a rimpiazzare quelli in utilizzo. Una spesa necessaria o uno spreco?
Da una parte la ripartenza dell’apparato scolastico richiede obbligatoriamente che sia rispettato il metro di distanza fra gli alunni (necessità che sarebbe impossibile rispettare con le dotazioni standard) e l’utilizzo di mascherine ogni volta ci si voglia alzare.
D’altra parte molti cittadini definiscono sprechi tali acquisti, soprattutto osservando le problematiche più ingenti dell’edilizia. Fanno notizia inoltre i casi di Bologna e di Pasian di Prato, dove alcuni residenti hanno fotografato un “cimitero” di banchi, ovvero molti dispositivi vecchio stile ammassati e gettati perché oramai inutilizzabili.
Un dato ancora più preoccupante quando si quantifica la spesa: le sedute innovative simili a quelle proposte dal governo costano dai 150 ai 300 euro al pezzo, mentre il costo dei banchi tradizionali si aggira sui 50/80 euro al pezzo.
Una polemica che difficilmente troverà risposta; nel mentre molte scuole salernitane si sono attrezzate e meritano i migliori auguri per un nuovo anno tanto speciale.