La Voce e la Vita della Chiesa- Salerno: in preparazione a festa patronale di “San Matteo”

Diacono Francesco Giglio
L’evangelista e martire S. Matteo, nato a Cafarnao, esercitava la professione di esattore delle tasse, quando fu chiamato da Gesù. Scrisse il Vangelo in lingua ebraica e secondo la tradizione predicò in Oriente. E’ il Patrono principale della città e dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno e i suoi resti mortali sono conservati nella cripta della Basilica cattedrale.
“In quel tempo, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: ”seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Udito questo, disse: “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori”.(cfr. Mt 9,9-15)
Papa Francesco fa eco a questo brano evangelico dicendoci:
“Anche la vocazione di Matteo è inserita nell’orizzonte della misericordia. Passando dinanzi al banco delle imposte gli occhi di Gesù fissarono quelli di Matteo. Era uno sguardo carico di misericordia che perdonava i peccati di quell’uomo e, vincendo le resistenze degli altri discepoli, scelse lui, il peccatore e pubblicano, per diventare uno dei Dodici. San Beda il Venerabile, commentando questa scena del Vangelo, ha scritto che Gesù guardò Matteo con amore misericordioso e lo scelse. (cfr. “Misericordiae Vultus”)
Il nostro santo Patrono possiede molte qualità: “egli è stato Apostolo, Evangelista, martire, servo docile alla chiamata del Signore, discepolo fedele, colonna e fondamento della Chiesa. Maestro di fede, di sapienza e di misericordia. Messaggero di perdono, carità, prontezza e fortezza. Modello di conversione per i peccatori, di vita cristiana, di povertà e di obbedienza”.
Egli è Patrono della nostra città e della nostra arcidiocesi e quindi  fiduciosi eleviamo a lui le nostre preghiere affinché ci aiuti ad essere costruttori del Regno di Dio in ogni stato di vita, secondo i doni ricevuti. Lo invochiamo perché ci aiuti a riconoscere Cristo presente nei nostri fratelli poveri, indifesi, affamati, emarginati, forestieri, malati o carcerati e ci aiuti a rispondere agli inviti del Signore guidandoci verso una vera e sincera conversione del cuore. Per sua intercessione chiediamo al Padre celeste il dono della Sapienza che viene dall’alto e lo Spirito dell’Amore per renderci veri missionari del Vangelo e strumenti di giustizia e di pace. Il Signore che si scelse Matteo il pubblicano e che lo ha costituito apostolo del Vangelo, conceda anche a noi, per il suo esempio e la sua intercessione di corrispondere alla vocazione cristiana e di rispondere , come lui, alla chiamata del Signore e di seguirlo fedelmente tutti i giorni della nostra vita.