Campania: prima reintroduzione di lepre italica

Oggi, 4 giugno, il personale della Regione Campania del Servizio Territoriale Provinciale di Salerno, coadiuvato dagli zoologi dell’Istituto di Gestione della Fauna, hanno reintrodotto due coppie di Lepre italica nella Foresta Demaniale Regionale Cerreta Cognole (SA). Si tratta della prima reintroduzione di questa rara specie in Campania ed è frutto di una collaborazione iniziata nel 2015 tra Regione Campania, Istituto di Gestione della Fauna, Ente parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e ISPRA, per far riprodurre individui di Lepre italica da utilizzare in interventi di reintroduzione sul territorio regionale. La Lepre italica è una specie endemica dell’Appennino centro-meridionale e della Sicilia che in Campania risulta estinta con la sola eccezione del territorio del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La Regione Campania ha realizzato un’area faunistica presso la Foresta Demaniale Cereta Cognole, dove negli scorsi anni sono stato immessi individui provenienti dal Parco del Cilento Cilento, Vallo di Diano e Alburni e dalla Calabria. Trascorso il tempo necessario per ottenere un numero adeguato di individui riproduttori, due coppie sono state liberate in una zona della Foresta, ritenuta idonea per questa specie in base a studi ecologici compiuti dall’Istituto di gestione della Fauna, da dove si diffonderanno naturalmente. Le due coppie liberate saranno seguite nei prossimi mesi grazie all’ausilio di radiocollari, di cui le lepri sono state dotate, che permettono di controllarne gli spostamenti a distanza. “E’ il coronamento di anni di serio lavoro svolto dal personale della Foresta, a cui hanno sempre creduto il Dirigente della UOD STP Salerno, dott. Giuseppe Gorga, e la Dirigente della UOD Ufficio Centrale Foreste e Caccia, Dott.ssa Flora della Valle” afferma Adriano Di Biase, Direttore della Foresta Regionale “Siamo ancor più felici perché proprio pochi giorni fa, in foresta abbiamo avuto un altro importante successo: la nascita gemellare di due piccoli caprioli italici, altra specie di grande importanza su cui stiamo lavorando da anni con l’Istituto di Gestione della Fauna”.