Verona: AIFVS su incidente bus ungherese

«Vogliamo la verità e che venga fatta chiarezza su tutte le responsabilità di quella notte». Lo dicono i familiari delle diciotto vittime del terribile incidente avvenuto il 20 gennaio 2017 vicino al casello di Verona Est sull’autostrada A4, in provincia di Verona, dove un autobus che trasportava una scolaresca ungherese di ritorno da una gita andò a sbattere contro un pilone e prese fuoco.
Oggi, nel corso dell’udienza preliminare, l’autista Janos Varga ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. La sentenza nei suoi confronti è attesa per il 21 febbraio. Con lui sono imputati anche i vertici e i tecnici dell’autostrada, per il cui rinvio a giudizio si deciderà lo stesso giorno.
«Il giudice e i magistrati veronesi stanno facendo bene il loro lavoro», dicono i familiari delle vittime ungheresi, «nulla potrà lenire il nostro dolore. Ma se verrà fatta giustizia, avremo un po’ di conforto».
A sostenerli c’è fin dal primo giorno l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (AIFVS), il cui presidente, Alberto Pallotti, ringrazia il pm Paolo Sachar e il giudice Luciano Gorra «per l’incredibile lavoro che stanno facendo, accelerando i termini del procedimento». Pallotti continua: «Come associazione siamo molto soddisfatti anche perché è stata accolta e inserita nel fascicolo la testimonianza di un professore che era a bordo del bus. Si tratta di una dichiarazione che noi abbiamo trovato e tradotto e che dimostra che l’autista Jonas Varga quella notte era alla guida del pullman, una cosa di cui noi siamo pienamente convinti. Riconoscere la colpevolezza di Varga potrà portare un po’ di sollievo ai familiari delle vittime, che da quella sera cercano la verità. Ci aspettiamo che il pm chieda per lui il massimo della pena».
L’avvocato Davide Tirozzi, che difende sia i familiari che l’associazione, ha dichiarato: «Siamo tutti soddisfatti, sia per la richiesta della Procura e sia perché la prossima udienza è stata calendarizzata in una data, il 21 febbraio, così vicina. Speriamo che tutto si risolva in modo giusto e nel più breve tempo possibile».