Sarno: aumento tariffe Suap, consigliera Robustelli critica decisione Giunta comunale

“Aumentare le tariffe – i diritti di istruttoria – del Suap non tiene conto delle difficoltà di chi vuole fare impresa a Sarno e apre una serie di interrogativi legittimi. Come sempre dichiarato, la mia opposizione non è del no a prescindere ma, tanto meno, sono disposta a essere connivente con un’amministrazione che rimarca uno spiccato orientamento autoreferenziale. Considerato che il Tuel esclude – nelle attribuzioni dei consigli – la determinazione delle aliquote ma è legittimo, nella mia funzione, approfondire tale questione”. Così Anna Robustelli, consigliere comunale di opposizione, contesta la decisione della giunta municipale sul rincaro dei costi delle pratiche del Suap – lo sportello delle attività produttive -. “Dal Comune parlano di aggiornamento necessario degli importi dei diritti di istruttoria per adeguare le somme alla media di quelli stabiliti dai Comuni limitrofi, come Nocera Inferiore e Angri. Innanzitutto, perché prendere a riferimento proprio questi Comuni impropriamente definiti limitrofi? La dottrina economica definisce fallimentare la scelta di importare – Sic et simpliciter – modelli economici di altri territori senza tener conto della disomogeneità delle variabili economiche che sottendono a tali tipi di scelte. Tra l’altro, se adeguiamo il costo del servizio sarebbe opportuno adeguare anche lo standard del servizio reso. Peraltro, apprendo dai giornali, la seconda motivazione addotta attiene a presunti investimenti. Non viene specificato né la natura di tali investimenti, tanto meno l’orizzonte temporale di riferimento, né un cenno di analisi su questi investimenti da effettuarsi. Questa città è un microcosmo diverso rispetto ad altre comunità e prima di attuare una decisione del genere andava fatta un’analisi puntuale e, soprattutto, un confronto con le associazioni di categoria”.

Dunque, tabelle alla mano, se prima aprire un’edicola o un panifico costava 10 o 15 euro, adesso costerà 102 euro per il disbrigo delle pratiche. La somma da sborsare per gli altri esercizi di vicinato è balzata dai 10 a 50 euro. Anche per le autorizzazioni funebri c’è l’aumento: si passa da zero a 200 euro. “Le tariffe lievitano addirittura del 500% nel silenzio generale di chi ha fatto campagna elettorale parlando di politica vicino alle esigenze dei sarnesi. E’ uno schiaffo all’economia e fare il raffronto con altre città limitrofi significa essere burocrati e non conoscere il territorio. Il dubbio che mi sorge è di altra natura; non è che questi aumenti dovranno sopperire ai mancati introiti derivanti dalla situazione di crisi economica ai soli fini del mantenimento dei vincoli di bilancio? Ovvero, tu imprenditore che deciderai di aprire un’attività a Sarno dovrai garantirmi le entrate anche per quei 100 che sceglieranno – a causa della perdurante e dilagante crisi –  di non aprire un’attività economica solo e soltanto perché in bilancio devo garantire la posta iscritta a preventivo.  Il conto alla rovescia dei famosi 100 giorni è allo scadere e abbiamo un’amministrazione ancora troppo presa a contendersi deleghe anziché darsi da fare per il territorio”.