Mercato San Severino: cacciatori in azione ad Oscato

Anna Maria Noia

Si riapre a Mercato S. Severino il dibattito sull’opportunità e – soprattutto – sulla sicurezza della caccia. Una questione sempre attuale e scottante, che divide gli appassionati e i favorevoli – tra opposte opinioni, in diverse fazioni. Nel primo pomeriggio di giovedì 15 – alle 15.30 – in via La Vigna, località Oscato, i cacciatori (presumibilmente) in cerca di cinghiali hanno spaventato delle persone che si trovavano in un campo: essi hanno effettuato una battuta di caccia a circa 50 metri dal terreno in cui, appunto, un gruppo di residenti – tra cui delle donne – si era recato. Ad attestare la presenza degli appassionati dell’arte venatoria nei pressi, numerose cartucce di munizioni gettate a terra. Non è la prima volta che sulle colline di S. Severino, particolarmente tra le frazioni Spiano e Oscato, i cacciatori si appostino per catturare cinghiali e/o uccelli o altra sorta di selvaggina. È però rimarchevolmente grave che un hobby così pericoloso venga “praticato” – per così dire – in prossimità di zone abitate. Infatti, oltre al campo suddetto, nella zona sussistono delle abitazioni (palazzine popolari) e la strada vicinale. Sebbene non siano state colpite dai proiettili, le persone che si trovavano in quei momenti ad Oscato hanno vissuto davvero attimi di paura. Addirittura, riportano fonti riferite da testimoni oculari, pare che una signora sia rimasta talmente colpita ed impressionata da perdere il sonno per qualche giorno. Alcuni ambientalisti di S. Severino sono concordi nell’affermare che, pur volendo cacciare, gli appassionati debbano rimanere nei loro perimetri di azione – non minacciando l’incolumità dei residenti o causando danni (gravi) a cose o passanti. Secondo gli ecologisti, la distanza di sicurezza minima – per i seguaci della dea Artemide o Diana – deve andare dai 150 ai 300 metri dai sentieri che la gente percorre. Una questione sollevata più volte da un estimatore della natura di Spiano, che si trova (altrettanto spesso) a denunciare il “barbaro” assassinio della fauna presente nelle aree montane sanseverinesi. Però lo sport viene perseguito lo stesso, con buona pace degli ambientalisti. Eppure le mulattiere e i sentieri tra Spiano ed Oscato (nonché, forse, Acquarola) sono percorsi da chi ama le passeggiate – a piedi o a cavallo (trekking). Per respirare aria buona, per stare a contatto con la natura. La fauna, in tali luoghi, è ricca e variegata. Il bioma comprende famiglie di volpi e serpi – oltre ai comunissimi cinghiali. Nonché i rapaci, condotti talvolta al Cras – Centro recupero animali selvatici – di Napoli. Vi è anche un progetto per l’istituzione del Cras a S. Severino. Tornando al problema della sicurezza, ci sono aree pericolose anche per gli stessi cacciatori. Si invocano misure più restrittive per chi spara e un’opportuna sorveglianza, magari con videocamere. Soprattutto – a Spiano – per il sentiero “marino” e le vicinali. Non dimentichiamoci che le alture di S. Severino potrebbero costituire un volano di sviluppo per l’intero comprensorio. Si stanno attivando, di già, politiche di valorizzazione in merito.