Regione Campania: lettera aperta al presidente De Luca, Paolino “Troppi cantori della camorra, pochi l’hanno combattuta veramente”

Caro Presidente De Luca, ho apprezzato davvero tanto la sua delicatezza  nell’affrontare la vicenda giudiziaria che ci riguarda e che vede mio marito, Pasquale Aliberti, impegnato in un articolato processo. In questi anni siamo sempre stati garantisti nei confronti di chiunque. Quando dice che se ne occuperà la Magistratura non posso che darle ragione e difatti confidiamo nei giudici e nella verità che siamo sicuri riuscirà ad emergere.

Su un altro punto ancora sono d’accordo con lei: chi combatte la camorra ci deve mettere la faccia, così come abbiamo fatto in passato ponendoci in situazioni a dir poco scomode per non dire pericolose.  Altra cosa sono i cosiddetti ‘cantori della camorra’che ne parlano per sentito dire, con superficialità, senza averla mai combattutta in prima linea, solo per conquistarsi qualche riga in prima pagina e un pò di visibilità.

La verità è che nel suo partito locale permane ancora e in maniera forte la logica della doppia morale. Sui palchi si condanna chiunque, appellandosi a teorie e teoremi e poi nei fatti si lascia un’intera città, Scafati, nell’incuria e nel disagio. Lo scenario che siamo costretti a guardare, da qualche tempo, è vergognoso: strade sporche e marciapiedi ricoperti da un tappeto di rifiuti, illuminazione assente, sicurezza inesistente, una città allo sbando. E’ di fronte a questo scempio che mi chiedo: dove sono tutti quei comitati che organizzavano marce per l’ospedale e il fiume Sarno? Dove sono i falsi moralisti del PD, che oggi amano tanto salire sui palchi, quando i cittadini denunciano il degrado cittadino? E le promesse sull’immediata apertura del Pronto Soccorso? Sono scomparse insieme all’ultima campagna elettorale? Eppure tanto è stato fatto nel corso del governo Caldoro in tema di sanità…

Dinnanzi a tutto questo,  la Festa dell’Unità di giovedì scorso, appare ai miei occhi come un affronto e uno schiaffo verso tutti coloro che hanno davvero creduto nei valori del comunismo. E’ una festa che porto nel cuore e che ho vissuto profondamente grazie a  mio padre, sindacalista della CGIL di Bagnoli e il fratello di mio nonno, primo sindaco comunista della città di Scafati. Non rinnego le mie origini, anzi, ne vado fiera e porto nel cuore i compagni e le battaglie a cui ho partecipato.  Oggi, però, dobbiamo prendere atto che di quei valori non è rimasto più niente, ma solo qualche personaggio radical chic che pensa di poterli reinterpretare come la più incapace delle comparse.  Caro Presidente – dice bene – ci sono troppi ‘cantori’ e qui, invece, c’è bisogno di grande concretezza.